Discussione:
Cos'è la scrittura?
(troppo vecchio per rispondere)
CP
2005-05-16 16:37:05 UTC
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... dopo averne lette di tutti i colori..... mi sono convinto che la
scrittura è......

un sistema di segni che, dato un identico "testo" posto di fronte a due
persone alfabetizzate parlanti la medesima lingua, dà, come risultato, la
medesima lettura

Non sono riuscito a trovare altre definizioni soddisfacenti.

Voi?
Cingar
2005-05-16 17:25:39 UTC
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Post by CP
... dopo averne lette di tutti i colori..... mi sono convinto che la
scrittura è......
un sistema di segni che, dato un identico "testo" posto di fronte a due
persone alfabetizzate parlanti la medesima lingua, dà, come risultato, la
medesima lettura
Una definizione un po' minimalista, ma a prima vista parrebbe corretta.

Una cosa su cui forse c'è da ragionare è se le parole "testo",
"alfabetizzato" e "lettura" non presuppongano già il concetto di
"scrittura".
Post by CP
Non sono riuscito a trovare altre definizioni soddisfacenti.
Voi?
Tutte le volte che ci ho provato mi si sono intrecciati i neuroni.

--
Cingar


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CP
2005-05-16 21:04:24 UTC
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Post by Cingar
Post by CP
... dopo averne lette di tutti i colori..... mi sono convinto che la
scrittura è......
un sistema di segni che, dato un identico "testo" posto di fronte a due
persone alfabetizzate parlanti la medesima lingua, dà, come risultato, la
medesima lettura
Una definizione un po' minimalista, ma a prima vista parrebbe corretta.
Una cosa su cui forse c'è da ragionare è se le parole "testo",
"alfabetizzato" e "lettura" non presuppongano già il concetto di
"scrittura".
Ovviamente sì: non si può parlare di un'immagine senza tirare in ballo uno
specchio! ;-)
Ma la metafora fa acqua da tutte le parti: stiamo parlando di un'immagine di
qualcosa che, su di uno specchio, non può riflettersi, in quanto il segno in
esame non è certamente di uno spettrogramma.
Post by Cingar
Post by CP
Non sono riuscito a trovare altre definizioni soddisfacenti.
Voi?
Tutte le volte che ci ho provato mi si sono intrecciati i neuroni.
Mi pare di avere scoperto che i neuroni si intrecciano ogniqualvolta si
cerchi di spiegarsi un concetto all'interno di un sistema tautologico,
ovvero di un sistema in stato di autoreferenza.
Bisogna allora "aprire" il sistema (come faceva Goedel), "rompere il moto
circolare", "tagliare la circonferenza in un punto e stenderla facendola
diventare un segmento" in modo che "il serpente non si mangi la coda"
finendo nel paradosso di sparire nel nulla ingoiando sè stesso....
Un problema simile lo si è riscontrato pure fino al 1950 nel campo della
fisica delle cariche elettriche, prima che il sistema MKSA razionalizzato
prendesse piede: i fisici sapevano comunque destreggiarsi nella pratica
manipolazione dell'energia utilizzando formule tatutologiche
preconfezionate, ma non bisognava chiedergli di spiegare i concetti in modo
originario pena imbarcarsi in discorsi senza senso avvalorati soltanto da
conferme pratiche di laboratorio! La razionalizzazione del pensiero è
subetrata successivamente.... con la fisica atomica: purtroppo è occorso
andare avanti per capire meglio ciò che stava a monte e non intrecciare i
neuroni!
Chissà che anche la linguistica non possa riuscire a fare altrettanto!
Se solo Chomsky smettesse di fare politica e si decidesse a tornare alle
analisi computerizzate! :-)))))
Perchè ha gettato la spugna????
Post by Cingar
--
Cingar
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ADPUF
2005-05-17 22:22:12 UTC
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Post by CP
Post by Cingar
Post by CP
... dopo averne lette di tutti i colori..... mi sono convinto che la
scrittura è......
un sistema di segni che, dato un identico "testo" posto di fronte a due
persone alfabetizzate parlanti la medesima lingua, dà, come risultato, la
medesima lettura
Una definizione un po' minimalista, ma a prima vista parrebbe corretta.
Una cosa su cui forse c'è da ragionare è se le parole "testo",
"alfabetizzato" e "lettura" non presuppongano già il concetto di
"scrittura".
Post by CP
Non sono riuscito a trovare altre definizioni soddisfacenti.
Voi?
Tutte le volte che ci ho provato mi si sono intrecciati i neuroni.
Mi pare di avere scoperto che i neuroni si intrecciano ogniqualvolta si
cerchi di spiegarsi un concetto all'interno di un sistema tautologico,
ovvero di un sistema in stato di autoreferenza.
Bisogna allora "aprire" il sistema (come faceva Goedel), "rompere il moto
circolare", "tagliare la circonferenza in un punto e stenderla facendola
diventare un segmento" in modo che "il serpente non si mangi la coda"
finendo nel paradosso di sparire nel nulla ingoiando sè stesso....
In matematica si parla di "assiomi", cioè di "verità che si
accettano senza dimostrazioni in quanto evidenti per sè stesse;
in seguito allo sviluppo delle geometrie non euclidee il
requisito dell'evidenza è stato lasciato cadere, sicché oggi il
termine assioma indica gli enunciati di partenza di una teoria
dai quali ricavare deduttivamente, attraverso regole
specificate, i teoremi."

Quindi, ogni disciplina si fonda su concetti di base non
dimostrati ma condivisi, "intuitivi".
Post by CP
Chissà che anche la linguistica non possa riuscire a fare altrettanto!
Se solo Chomsky smettesse di fare politica e si decidesse a tornare alle
analisi computerizzate! :-)))))
Perchè ha gettato la spugna????
Di solito gli scienziati danno il meglio prima dei 50.

Poi si tende a filosofeggiare, è una tendenza naturale della
mente, penso, il cervello che la ospita cambia modo di funzionare.
--
ADPUF
Xelloss
2005-05-16 20:34:35 UTC
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Post by CP
... dopo averne lette di tutti i colori..... mi sono convinto che la
scrittura è......
un sistema di segni che, dato un identico "testo" posto di fronte a due
persone alfabetizzate parlanti la medesima lingua, dà, come risultato, la
medesima lettura
Non sono riuscito a trovare altre definizioni soddisfacenti.
Non mi convince, secondo me sbagli prospettiva, facendo dipendere la
scrittura dalla sua operazione inversa (la lettura). Come effetto
collaterale, sono sicuro che se andassi a definire la lettura ti troveresti
una dipendenza circolare :-).

Io da "scienziato" propongo la seguente definizione "tecnica" ed
estremamente generale:

Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi funzione
f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa dell'alfabeto A.

I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.

Saluti.
--
Xelloss
CP
2005-05-16 21:17:44 UTC
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Post by Xelloss
Post by CP
... dopo averne lette di tutti i colori..... mi sono convinto che la
scrittura è......
un sistema di segni che, dato un identico "testo" posto di fronte a due
persone alfabetizzate parlanti la medesima lingua, dà, come risultato, la
medesima lettura
Non sono riuscito a trovare altre definizioni soddisfacenti.
Non mi convince, secondo me sbagli prospettiva, facendo dipendere la
scrittura dalla sua operazione inversa (la lettura). Come effetto
collaterale, sono sicuro che se andassi a definire la lettura ti troveresti
una dipendenza circolare :-).
Io da "scienziato" propongo la seguente definizione "tecnica" ed
Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi funzione
f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa dell'alfabeto A.
Ed ovviamente esiste una f alla meno uno in quanto si tratta di funzioni
invertibili!
:-)))
Magari fosse così semplice, amico mio matematico puro! :-))))
Post by Xelloss
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Questo ammesso che la lettura corretta implichi la comprensione del
messaggio insito nel testo, così come accade nella lettura di testi composti
con caratterari, ma ciò non è affatto richiesto se si è in presenza di un
testo alfabetico che può essere letto alla perfezione a prescindere dal
livello di comprensione che se ne ha.

Parlare di formule senza distinguere la teoria del messaggio (intelligenza
artificiale) e da quella del segnale (teoria matematica delle
comunicazioni), non potrebbe dare adito ad errori madornali?

Per verificare se un'idea è stata correttamente trasferita mediante un
segnale (verifica di correttezza del rapporto tra messaggio e segnale) si è
costretti ad usare come messaggio un'istruzione eseguibile, altrimenti, se
si usasse una definizione, non se ne verrebbe più fuori, non trovi?
Post by Xelloss
Saluti.
--
Xelloss
Xelloss
2005-05-16 21:58:58 UTC
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Post by CP
Post by Xelloss
Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi funzione
f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa dell'alfabeto A.
Ed ovviamente esiste una f alla meno uno in quanto si tratta di funzioni
invertibili!
:-)))
Magari fosse così semplice, amico mio matematico puro! :-))))
Io non ho mai parlato di invertibilità ;-)
Per quanto potremmo chiederci se la scrittura sia tale solo se leggibile -
nel caso della grafia di molte persone (me incluso) potremmo avere seri
dubbi! :-P
A parte gli scherzi, è chiaro che si scrive per leggere, ma data l'esistenza
di omografi (e in vari casi di intere frasi dal significato ambiguo), non
credo che l'invertibilità della funzione di codifica sia richiesta per una
scrittura.

Quanto alla tua critica, devo notare che non sono certo il primo ad
applicare i modi della matematica alla linguistica (vedi Chomsky, cui
peraltro non sono certo degno di paragonarmi per una definizione data dopo
un paio di minuti di ragionamento). Non sottovalutate la potenza della
matematica nel descrivere le caratteristiche più meccaniche di un
linguaggio, quale appunto la scrittura!
D'altra parte non credo che la mia definizione sia particolarmente "più
semplice" della tua: la principale differenza è quella che evidenziavo
prima, ossia il punto di vista (l'operazione di lettura nel tuo caso, quella
di scrittura nel mio); a ben vedere la mia "funzione" e le tue "persone
alfabetizzate parlanti la medesima lingua" sono oggetti analoghi.
Post by CP
Post by Xelloss
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Questo ammesso che la lettura corretta implichi la comprensione del
messaggio insito nel testo, così come accade nella lettura di testi composti
con caratterari, ma ciò non è affatto richiesto se si è in presenza di un
testo alfabetico che può essere letto alla perfezione a prescindere dal
livello di comprensione che se ne ha.
No vedi, sbagli ancora prospettiva... in nessun punto io ho parlato di
lettura.
Tra l'altro mettendo di mezzo la lettura ti potresti trovare a situazioni
paradossali, come quella di un testo scritto in giapponese, con ideogrammi e
furagana, poco comprensibile a un giapponese ignorante (che comunque è in
grado di leggerlo scandendo i caratteri sillabici), ma abbastanza
comprensibile per un cinese che riesce a decifrare gli ideogrammi ma non li
sa leggere in giapponese.

Nota che secondo la mia definizione possono esistere scritture degeneri che
fanno collassare tutte le idee nella stessa stringa; questo però è voluto
(per motivi di generalità); d'altra parte il concetto di scrittura come
approssimazione più o meno precisa di un insieme di idee è suffragato,
credo, dall'esperienza comune.
Post by CP
Parlare di formule senza distinguere la teoria del messaggio (intelligenza
artificiale) e da quella del segnale (teoria matematica delle
comunicazioni), non potrebbe dare adito ad errori madornali?
Per verificare se un'idea è stata correttamente trasferita mediante un
segnale (verifica di correttezza del rapporto tra messaggio e segnale) si è
costretti ad usare come messaggio un'istruzione eseguibile, altrimenti, se
si usasse una definizione, non se ne verrebbe più fuori, non trovi?
Non utilizziamo termini specifici senza averli definiti: formule, messaggio,
segnale... Peraltro la scrittura non prevede fault-tolerance, se non come
estensione, e termina nel momento in cui si posa la penna - non continua per
vedere se poi chi legge ha capito quello che volevamo dire.

Scrittura è qualcosa che collega un significato a un significante, e
purtroppo (o per fortuna?) non c'è garanzia che il lettore possa recuperare
il significato originale.

Non ho dubbi che il mio punto di vista astruso e schematico continuerà a non
garbarti; tuttavia nessuna delle tue obiezioni mi convince e semmai i punti
deboli del mio ragionamento sono altri...

Saluti.
--
Xelloss
Cingar
2005-05-17 09:21:34 UTC
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Post by Xelloss
[...]
No vedi, sbagli ancora prospettiva... in nessun punto io ho parlato di
lettura.
E dunque non stai parlando di scrittura...
Post by Xelloss
Tra l'altro mettendo di mezzo la lettura ti potresti trovare a situazioni
paradossali, come quella di un testo scritto in giapponese, con ideogrammi e
furagana, poco comprensibile a un giapponese ignorante (che comunque è in
grado di leggerlo scandendo i caratteri sillabici), ma abbastanza
comprensibile per un cinese che riesce a decifrare gli ideogrammi ma non li
sa leggere in giapponese.
Quel cinese, se non sa il giapponese, non sta minimamente "leggendo" il
testo.

"Leggere" significa innanzi tutto riprodurre (anche solo mentalmente) i
suoni notati dalla scrittura. Se non capisci i suoni, non stai leggendo.
Viceversa, se capisci i suoni senza comprenderne il messaggio veicolato da
questi suoni (come il tuo giapponese ignorante), stai leggendo.
Post by Xelloss
Nota che secondo la mia definizione possono esistere scritture degeneri che
fanno collassare tutte le idee nella stessa stringa; questo però è voluto
(per motivi di generalità); d'altra parte il concetto di scrittura come
approssimazione più o meno precisa di un insieme di idee è suffragato,
credo, dall'esperienza comune.
A parte che l'"esperienza comune" è spesso fuorviante, in questo caso anche
l'esperienza comune ci dice che "scrivere" significa sostanzialmente
rappresentare tramite segni grafici i *SUONI* della lingua.

Se trasmetti le idee senza passare per i suoni, non stiamo parlando di
scrittura ma di qualche altro tipo di codice. Un tipo di codice, oltretutto,
le cui uniche attestazioni conosciute sono codici molto rudimentali (tipo i
segnali stradali, o i quipu) che possono trasmettono solo alcuni concetti
elementari.
Post by Xelloss
Post by CP
Parlare di formule senza distinguere la teoria del messaggio
(intelligenza
Post by Xelloss
Post by CP
artificiale) e da quella del segnale (teoria matematica delle
comunicazioni), non potrebbe dare adito ad errori madornali?
Per verificare se un'idea è stata correttamente trasferita mediante un
segnale (verifica di correttezza del rapporto tra messaggio e segnale)
si
Post by Xelloss
Post by CP
è costretti ad usare come messaggio un'istruzione eseguibile,
altrimenti,
Post by Xelloss
Post by CP
se si usasse una definizione, non se ne verrebbe più fuori, non trovi?
Il fatto è che non ha nessuna importanza se le "idee" vengono trasmesse
correttamente o meno. Anzi, non ha nessuna importanza nemmeno se esistono o
meno delle "idee" da trasmettere. La scrittura, ripeto, rappresenta solo i
suoni di una lingua. Verificalo qui:

"The Jaberwocky" By Lewis Carroll

'Twas brillig, and the slithy toves
Did gyre and gimble in the wabe:
All mimsy were the borogoves,
And the mome raths outgrabe.

"Beware the Jabberwock, my son!
The jaws that bite, the claws that catch!
Beware the Jubjub bird, and shun
The frumious Bandersnatch!"

...
(http://www.woodslore.org/jaberwocky.htm)
Post by Xelloss
Non utilizziamo termini specifici senza averli definiti: formule, messaggio,
segnale... Peraltro la scrittura non prevede fault-tolerance, se non come
estensione, e termina nel momento in cui si posa la penna - non continua per
vedere se poi chi legge ha capito quello che volevamo dire.
Scrittura è qualcosa che collega un significato a un significante, e
E questo "significato" è costituito dal *SUONO* di frasi esprresse in una
particolare lingua. Questi suoni linguistici sono poi, a loro volta,
significanti che trasmettono un significato: il messaggio, le "idee".
Post by Xelloss
purtroppo (o per fortuna?) non c'è garanzia che il lettore possa recuperare
il significato originale.
Ovviamente no. Ma anche quando riesca a recuperare il "significato" di primo
livello (cioè il suono), non è detto che si riesca da questo a recuperare il
messaggio.

La maggior parte dei partecipanti di questo NG saprebbero leggere
correttamente un testo scritto in finlandese, turco o croato: per riuscirci
basta conoscere una decina di regolette ortografiche che si trovano nelle
prime pagine di qualsiasi dizionarietto. Ma da qui a capire il senso del
testo che stai leggendo, ce ne passa assai: è necessario studiare la lingua.

Nella stessa situazione, mutatis mutandis, ci troviamo con certe lingue
antiche: contrariamente a quanto molti pensano non c'è mai stato alcun
bisogno (o quasi) di "decifrare" l'etrusco, perché la scrittura etrusca è
simile a quella romana e non presenta nessuna seria difficoltà. Eppure, di
questa lingua che sappiamo tranquillamente leggere da almeno tre o quattro
secoli ancor oggi capiamo ben poco.
Post by Xelloss
Non ho dubbi che il mio punto di vista astruso e schematico continuerà a non
garbarti; tuttavia nessuna delle tue obiezioni mi convince e semmai i punti
deboli del mio ragionamento sono altri...
"Anfatti"... Manca la caratteristica fondamentale per cui un generico codice
grafico possa definirsi "scrittura": rappresentare i suoni di una lingua.

--
Cingar


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Xelloss
2005-05-17 11:34:07 UTC
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Post by Cingar
"Anfatti"... Manca la caratteristica fondamentale per cui un generico codice
grafico possa definirsi "scrittura": rappresentare i suoni di una lingua.
Allora cinesi e in parte giapponesi non scrivono.
(Sì, sono a conoscenza del fatto che anche i cinesi in certi casi usano una
scrittura "fonetica" ma in generale non è questo il caso).

Saluti.
--
Xelloss
Cingar
2005-05-17 12:07:22 UTC
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Post by Xelloss
Post by Cingar
"Anfatti"... Manca la caratteristica fondamentale per cui un generico codice
grafico possa definirsi "scrittura": rappresentare i suoni di una lingua.
Allora cinesi e in parte giapponesi non scrivono.
Sì che scrivono. La scrittura cinese, infatti, rappresenta i *suoni* della
lingua cinese, e non direttamente i concetti; è cioè non meno "fonetica"
della scrittura di tante altre lingue.

Il suo adattamento alla lingua giapponese è stato problematico (molto più
problematico che l'adattamento delle scritture alfabetiche) ma il
risultato è stato una scrittura anch'essa sostanzialmente "fonetica". Sono
in certi casi limite a un giapponese può capitare di capire il senso di
una parola ma di non sapere come pronunciarla.

L'idea che quella cinese sia una scrittura "ideografica" è solo una
leggenda, nata nell'Europa del XVII secolo, ad opera soprattutto di un
gesuita visionario di nome Athanasius Kircher. E questa leggenda, dura a
morire, non è che il riadattamento di antichissimi miti sulla scrittura
geroglifica, nati nell'Egitto ellenistico (quando cioè in cui ormai s'era
persa la consapevolezza del funzionamento dei geroglifici e della loro
natura sostanzialmente fonetica) e tramandatici da filosofi ellenistici
come Horapollo.
Post by Xelloss
(Sì, sono a conoscenza del fatto che anche i cinesi in certi casi usano
una scrittura "fonetica" ma in generale non è questo il caso).
E invece in generale è proprio questo il caso. Circa il 90% dei caratteri
cinesi contiene una chiara indicazione della pronuncia, quindi anche ai
cinesi capita spesso di saper leggere (cioè pronunciare) parole rare senza
però comprenderne il significato.

--
Cingar
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Xelloss
2005-05-17 12:18:32 UTC
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Post by Cingar
E invece in generale è proprio questo il caso. Circa il 90% dei caratteri
cinesi contiene una chiara indicazione della pronuncia, quindi anche ai
cinesi capita spesso di saper leggere (cioè pronunciare) parole rare senza
però comprenderne il significato.
Va bene. Ma nel restante 10% dei casi allora i cinesi non scrivono?
--
Xelloss
Cingar
2005-05-17 12:27:19 UTC
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Post by Xelloss
Post by Cingar
E invece in generale è proprio questo il caso. Circa il 90% dei caratteri
cinesi contiene una chiara indicazione della pronuncia, quindi anche ai
cinesi capita spesso di saper leggere (cioè pronunciare) parole rare senza
però comprenderne il significato.
Va bene. Ma nel restante 10% dei casi allora i cinesi non scrivono?
Nel restante 10% dei casi devono ricordarsi la pronuncia precedentemente
imparata a memoria, come noi quando leggiamo "10" come "dieci", "%" come
"percento", "$" come "dollaro", "+" come "più", "Nietzsche" come "nìce",
"ecc." come "eccetera", ecc.

--
Cingar
--
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Xelloss
2005-05-17 12:44:31 UTC
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Post by Cingar
Nel restante 10% dei casi devono ricordarsi la pronuncia precedentemente
imparata a memoria, come noi quando leggiamo "10" come "dieci", "%" come
"percento", "$" come "dollaro", "+" come "più", "Nietzsche" come "nìce",
"ecc." come "eccetera", ecc.
Ma hai detto che potrebbero intuire il significato e non saperne la
pronuncia!
--
Xelloss
Cingar
2005-05-17 15:37:28 UTC
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Post by Xelloss
Post by Cingar
Nel restante 10% dei casi devono ricordarsi la pronuncia precedentemente
imparata a memoria, come noi quando leggiamo "10" come "dieci", "%" come
"percento", "$" come "dollaro", "+" come "più", "Nietzsche" come "nìce",
"ecc." come "eccetera", ecc.
Ma hai detto che potrebbero intuire il significato e non saperne la
pronuncia!
Veramente mi pareva di aver scritto il contrario: spesso si può intuire la
pronuncia di un carattere cinese mai visto, ma difficilmente si può
indovinarne il preciso significato.

Per esempio, ho scelto questi quattro caratteri a caso dalla sezione di
Unicode che contiene caratteri rari:

1) http://www.unicode.org/cgi-bin/GetUnihanData.pl?codepoint=4001
2) http://www.unicode.org/cgi-bin/GetUnihanData.pl?codepoint=4090
3) http://www.unicode.org/cgi-bin/GetUnihanData.pl?codepoint=40B4
4) http://www.unicode.org/cgi-bin/GetUnihanData.pl?codepoint=4850

Prima di leggere la definizione, ho cercato di indovinarne la pronuncia e il
significato sulla base della forma, cioè analizzando il "componente
fonetico" (che indica la pronuncia) e il "componente semantico" (o
"radicale", che indica il significato) su cui sono formati i caratteri. Ecco
le mie deduzioni e la realtà:

1) Supponevo si pronunciasse "yan" e avesse qualcosa a che fare con le
pietre. Si pronuncia "yan" e significa "sbriciolare".

2) Supponevo si pronunciasse "you" e avesse qualcosa a che fare con un vaso
o un cratere. Si pronuncia "you" e significa "bacinella".

3) Supponevo si pronunciasse "chu" e avesse qualcosa a che fare con le
frecce. Si pronuncia "chuo" e significa "stupido".

4) Supponevo si pronunciasse "ta" o "tuo" e avesse qualcosa a che fare con
veicoli a ruote. Si pronuncia "tuo" e significa "sfrecciare".

Nonostante la mia scarsissima conoscenza del cinese, in tre casi su quattro
ho indovinato la pronuncia corretta, e nel quarto ci sono andato molto
vicino. Tutto sommato, non me la sono cavata peggio di quanto avrei fatto
con il diabolico spelling inglese.

Col significato, invece, mi sono avvicinato solo nel secondo caso,
probabilmente per puro c*lo. Ma dubito che anche un madrelingua avrebbe
potuto fare di meglio, perché sono tutte parole desuete e il "componente
semantico" non dà altro che una vaghissima classificazione semantica.

--
Cingar



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Xelloss
2005-05-17 17:09:16 UTC
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Post by Cingar
Veramente mi pareva di aver scritto il contrario: spesso si può intuire la
pronuncia di un carattere cinese mai visto, ma difficilmente si può
indovinarne il preciso significato.
E allora ho frainteso; dirimiamo la questione con una domanda: può esistere
una scrittura ideografica?
--
Xelloss
Cingar
2005-05-17 17:30:53 UTC
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Post by Xelloss
Post by Cingar
Veramente mi pareva di aver scritto il contrario: spesso si può intuire
la pronuncia di un carattere cinese mai visto, ma difficilmente si può
indovinarne il preciso significato.
E allora ho frainteso; dirimiamo la questione con una domanda: può
esistere una scrittura ideografica?
La risposta fipende ovviamente dal significato che si dà alle parole.

Se diamo ai termini il senso tecnico che oggi va per la maggiore in
grammatologia, una "scrittura ideografica" è un ossimoro che non può
esistere per definizione: "ideografia" è la trasmissione di significati
per mezzo di segni grafici che non rappresentano la lingua parlata, e
"scrittura" è la rappresentazione della lingua parlata per mezzo di segni
grafici.

Comunque, come ben si sa, il termine "ideogramma" (e "ideografia",
"ideografico", ecc.) si usa nel comun parlare per indicare ciò che più
propriamente si chiama "logogramma" (ecc.), cioè un segno che trascrive
un'intera parola (o morfema), anziché un'unità fonetica priva di
significato (fonema, sillaba, mora, ecc.).

In questo senso, si può dire che esistono o sono esistite diverse
"scritture ideografiche": la cuneiforme, la geroglifica, la cinese, ecc.

--
Cingar
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Xelloss
2005-05-17 19:37:39 UTC
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Post by Cingar
Se diamo ai termini il senso tecnico che oggi va per la maggiore in
grammatologia, una "scrittura ideografica" è un ossimoro che non può
esistere per definizione
Visto? tutto sta a capirsi :-p
--
Xelloss
GCPillan
2005-05-17 21:27:27 UTC
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Post by Cingar
Post by Xelloss
Post by Cingar
Veramente mi pareva di aver scritto il contrario: spesso si può intuire
la pronuncia di un carattere cinese mai visto, ma difficilmente si può
indovinarne il preciso significato.
E allora ho frainteso; dirimiamo la questione con una domanda: può
esistere una scrittura ideografica?
La risposta fipende ovviamente dal significato che si dà alle parole.
Se diamo ai termini il senso tecnico che oggi va per la maggiore in
grammatologia, una "scrittura ideografica" è un ossimoro che non può
esistere per definizione: "ideografia" è la trasmissione di significati
per mezzo di segni grafici che non rappresentano la lingua parlata, e
"scrittura" è la rappresentazione della lingua parlata per mezzo di segni
grafici.
D'accordo con questo significato. Ma perché mai non sarebbe possibile?
Esistono oggi numerosi simboli grafici universalmente riconosciuti che a
volte sono esprimibili con parole (diverse per ciascuna lingua), ma a
volte neppure con quelle. Tanto per fare un esempio, nella macchina
fotografica se ne trovano parecchi. Il lampo indica flash acceso, il
lampo con l'occhietto indica il flash anti occhi rossi, la montagna
indica il fuoco all'infinito, il fiorellino indica la funzione macro, il
cerchietto con la lancetta indica l'autoscatto...

Siamo in presenza di una trasmissione di significati per mezzo di segni
grafici che non rappresentano la lingua parlata... stando alla tua
definizione siamo in presenza di "ideografia".


Sebbene la scrittura cinese e quella giapponese abbiano una componente
fonetica, non si può negare l'importanza della componente ideografica
che assume un forte valore etimologico. Ripeto un esempio che ho già
fatto ripetutamente in passato. I nomi dei vari pesci in giapponese sono
costituiti per lo più da un carattere composto di cui la prima parte con
il *significato* di "pesce" che può essere pronunciato in modi
completamente diversi a seconda della parola di cui fa parte. Ciò
significa che quello specifico carattere porta con se una fortissima
valenza concettuale ("pesce") e una valenza fonetica nulla. Non solo
perché quella parte grafica viene detta in modi abissalmente
diversi, ma anche perché quei fonemi sono gli stessi di altri ideogrammi
con altri significati.

Per esemplificare, userò l'alfabeto per indicare parti di carattere.

[a] = sakana (pesce)
[ae] = katsuo
[af] = aji
[ag] = sakè
[ah] = unagi
[ai] = tai
[aj] = maguro
[ak] = saba
[al] = ayu
[am] = funa

Questi sono tutti nomi di pesci, compreso sakè, il salmone.
Sakè, la bevanda, si scrive in tutt'altro modo, [bc].

Ciò significa che se in un menu vedo il carattere [az] posso
sbilanciarmi a dire che si tratta di un pesce o almeno di una creatura
marina (anche balena è nella forma [ax]) ma non potrò sapere come si
dice quel nome. Nin-gyo, la sirena si scrive nella forma [wa].
[a] dicevo, è "pesce" mentre [w] è "persona".
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-18 15:03:14 UTC
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Post by GCPillan
[...]
[...]
Post by Cingar
Se diamo ai termini il senso tecnico che oggi va per la maggiore in
grammatologia, una "scrittura ideografica" è un ossimoro che non può
esistere per definizione: "ideografia" è la trasmissione di significati
per mezzo di segni grafici che non rappresentano la lingua parlata, e
"scrittura" è la rappresentazione della lingua parlata per mezzo di segni
grafici.
D'accordo con questo significato. Ma perché mai non sarebbe possibile?
Non ho detto che non è possibile. I codici ideografici esistono, solo che
non vengono considerati "scrittura", almeno non nella definizione che va per
la maggiore in linguistica.
Post by GCPillan
Esistono oggi numerosi simboli grafici universalmente riconosciuti che a
volte sono esprimibili con parole (diverse per ciascuna lingua), ma a
volte neppure con quelle. Tanto per fare un esempio, nella macchina
fotografica [...]
Siamo in presenza di una trasmissione di significati per mezzo di segni
grafici che non rappresentano la lingua parlata... stando alla tua
definizione siamo in presenza di "ideografia".
Esatto. Ma *non* siamo in presenza di una "scrittura", cioè di
rappresentazione grafica della *lingua*.

E, in effetti, per quanto quei simboli abbiano senz'altro un significato,
non ci potresti scrivere un romanzo, e nemmeno il manualetto d'uso della
macchina fotografica.
Post by GCPillan
Sebbene la scrittura cinese e quella giapponese abbiano una componente
fonetica, non si può negare l'importanza della componente ideografica
Giusto. Come dicevo, quasi il 90% dei caratteri cinesi è formato da un
componente fonetico e da uno ideografico e il rimanente 10% è formato da
soli componenti ideografici. Vale a dire che il 100% dei caratteri cinesi ha
almeno un componente ideografico...

Quindi è giusto dire che *nel* sistema di scrittura scrittura cinese
l'ideografia *ha* un ruolo importante, ma non che la scrittura cinese *è*
ideografia. C'è anche la notazione della pronuncia, e il suo ruolo è
tutt'altro che marginale.
Post by GCPillan
che assume un forte valore etimologico. Ripeto un esempio che ho già
fatto ripetutamente in passato. I nomi dei vari pesci in giapponese sono
costituiti per lo più da un carattere composto di cui la prima parte con
il *significato* di "pesce" che può essere pronunciato in modi
Questa prima parte, detta "componente semantico" o "radicale" però non ha
pronuncia, in sé e per sé.
Post by GCPillan
completamente diversi a seconda della parola di cui fa parte. Ciò
significa che quello specifico carattere
Nota però che la parola "carattere" si usa solo per definire il logogramma
completo ("kanji" in giaponese). Le parti che lo compongono, fra cui il
radicale di cui stai parlando, si chiamano di solito "componenti". Qualcuno
li chiama anche "grafemi", che è però un termine molto controverso.
Post by GCPillan
porta con se una fortissima
valenza concettuale ("pesce") e una valenza fonetica nulla.
Esatto. E l'altro pezzo del carattere ha, al contrario, valenza solo
fonetica.

Mettendo insieme le due informazioni come in un rebus, si identifica
univocamente l'unica parola della lingua (mettiamo sia "gui" = "salmone")
che abbia il significato indicato approssimativamente dal radicale ("pesce")
e si pronunci come indicato dal componente fonetico ("gui").

È per questa doppia indicazione che che la scrittura cinese (come la
geroglifica egiziana, ecc.) non si definisce né "ideografica" né "fonetica"
ma "logografica".
Post by GCPillan
Non solo perché quella parte grafica viene detta in modi abissalmente
diversi,
Nota che quella parte grafica non è pronunciata. Ha ovviamente un nome ("yu"
= "pesce), utile per "fare lo spelling", ma non ha un suo suono.
Post by GCPillan
ma anche perché quei fonemi sono gli stessi di altri ideogrammi
con altri significati.
Questa è una cosa che non ha niente a che fare con la scrittura: il cinese è
una lingua dove abbondano gli omofoni, indipentemente da se e come lo
scrivi.
Post by GCPillan
Per esemplificare, userò l'alfabeto per indicare parti di carattere.
[a] = sakana (pesce)
[ae] = katsuo
[af] = aji
[ag] = sakè
[ah] = unagi
[ai] = tai
[aj] = maguro
[ak] = saba
[al] = ayu
[am] = funa
Questi sono tutti nomi di pesci, compreso sakè, il salmone.
Sakè, la bevanda, si scrive in tutt'altro modo, [bc].
Ciò significa che se in un menu vedo il carattere [az] posso
sbilanciarmi a dire che si tratta di un pesce [...]
Niente da eccepire. Aggiungo che puoi anche sbilanciarti a dire che [az] si
pronuncia in modo identico o simile al carattere [z].

Ma qui bisogna introdurre un'importante distinzione, di cui parlammo già
anni fa proprio qui: la distinzione fra pronuncia "kun" (cioè indigena
giapponese) e pronuncia "on" (cioè di origine cinese). Ogni kanji giapponese
ha normalmente entrambe le pronunce o, in altri termini, si usa per scrivere
due sinonimi: uno d'origine locale e l'altro preso dal cinese.

Prendendo il tuo kanji [ag] ("salmone"), non è alla pronuncia kun "sake" che
fa riferimento il componente [g] ma alla sua pronuncia on: "kei". E "kei"
non è altro che una leggera storpiatura della parola cinese per dire
"salmone": "gui" (pronunciato "kwei").

Sopra hai mostrato questo carattere [ag] in una lista di caratteri che hanno
in comune l'elemento [a] sulla sinistra, per mostrare che hanno tutti in
comune una caratteristica semantica: indicano qualche specie di pesce.

Sulla stessa falsariga vorrei mostrare l'altro lato della medaglia: metterò
questo stesso carattere in una lista di caratteri che hanno in comune
l'elemento [g] sulla destra, per mostrare che hanno tutti in comune una
caratteristica fonetica: la medesima pronuncia on: "kei" (e quindi la
medesima pronuncia cinese: "gui"):

[g]: feudo
[ag]: salmone ([a] = radicale "pesce")
[ng]: scettro ([n] = radicale "giada")
[og]: cannella ([o] = radicale "pianta")
[pg]: silicio ([p] = radicale "pietra")
[qg]: vestaglia ([q] = radicale "stoffa")
[rg]: stanza da letto ([r] = radicale "porta")

Se la pronuncia on di tutti questi caratteri è sempre "kei", la loro
pronuncia kun ovviamente varia ("ka", "sake", "tama", "katsura", "kyaku",
"uchiki", "neya"), in quanto i caratteri cinesi sono stati inventati per
scrivere il cinese, e solo successivamente adattati al giapponese.

--
Cingar


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GCPillan
2005-05-18 18:17:44 UTC
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Post by Cingar
Post by GCPillan
Post by Cingar
Se diamo ai termini il senso tecnico che oggi va per la maggiore in
grammatologia, una "scrittura ideografica" è un ossimoro che non può
esistere per definizione: "ideografia" è la trasmissione di significati
per mezzo di segni grafici che non rappresentano la lingua parlata, e
"scrittura" è la rappresentazione della lingua parlata per mezzo di
segni grafici.
D'accordo con questo significato. Ma perché mai non sarebbe possibile?
Non ho detto che non è possibile.
Che differenza ci sarebbe tra dire che la scrittura ideografica non può
esistere e dire che non è possibile la sua esistenza?
Post by Cingar
Post by GCPillan
Siamo in presenza di una trasmissione di significati per mezzo di segni
grafici che non rappresentano la lingua parlata... stando alla tua
definizione siamo in presenza di "ideografia".
Esatto. Ma *non* siamo in presenza di una "scrittura", cioè di
rappresentazione grafica della *lingua*.
Ricapitoliamo...

Tua definizione di ideografia:
"trasmissione di significati per mezzo di segni grafici che non
rappresentano la lingua parlata"

Tua definizione di scrittura:
"rappresentazione della lingua parlata per mezzo di segni grafici"

"La batteria si sta scaricando" è un concetto espresso con la lingua
parlata. Un rettangolino vuoto lampeggiante è lo stesso concetto
espresso con l'ideografia.

Sono soddisfatte entrambe le definizioni, no?

Quindi il concetto di "scrittura ideografica" può esistere ed esiste.

Ora, se vuoi specificare che una scrittura ideografica può esistere solo
per un linguaggio limitato, fallo pure, anche se mi sembra inutile
rimarcare un'ovvietà. Inoltre è una situazione comune a qualsiasi lingua
naturale visto che per esprimere ciò che nella nostra testa è limpido ed
evidente, siamo spesso costretti ad acrobazie letterarie notevolissime e
all'applicazione di logiche e comparazioni complesse.
Post by Cingar
Nota però che la parola "carattere" si usa solo per definire il logogramma
completo ("kanji" in giaponese). Le parti che lo compongono, fra cui il
radicale di cui stai parlando, si chiamano di solito "componenti". Qualcuno
li chiama anche "grafemi", che è però un termine molto controverso.
Mi pare di aver usato la parola appropriata: ho scritto "carattere
composto" che è anche un "carattere" intero per conto suo.
Post by Cingar
Esatto. E l'altro pezzo del carattere ha, al contrario, valenza solo
fonetica.
No. Neppure la seconda parte ha valore fonetico.
O almeno, puoi dire che ha valore fonetico come ripiego al fatto che ti
sei perso la storia con cui quel carattere composto è nato, cosa che
sicuramente avviene frequentemente, soprattutto se arriva dalla Cina.
Post by Cingar
Mettendo insieme le due informazioni come in un rebus, si identifica
univocamente l'unica parola della lingua (mettiamo sia "gui" = "salmone")
che abbia il significato indicato approssimativamente dal radicale ("pesce")
e si pronunci come indicato dal componente fonetico ("gui").
Non è così.
Le scritture di "sakè" salmone e di "sakè" bevanda non hanno
assolutamente nulla in comune.
Post by Cingar
Post by GCPillan
ma anche perché quei fonemi sono gli stessi di altri ideogrammi
con altri significati.
Questa è una cosa che non ha niente a che fare con la scrittura: il cinese è
una lingua dove abbondano gli omofoni, indipentemente da se e come lo
scrivi.
Come sarebbe a dire che non ha niente a che fare?
Il numero di omofoni vocali è molto maggiore degli omofoni grafici.
E questo distorce pesantemente il significato del tuo test.

Metti di avere due lingue artificiali con 100 concetti ciascuna.
Entrambe hanno 10 concetti omofoni e omografi. Nessun problema, dovremmo
dedurre il senso dal contesto. Ma una delle due ha ulteriori 40
omofoni non omografi. Questa è sicuramente meno fonetica dell'altra, no?
Post by Cingar
Niente da eccepire. Aggiungo che puoi anche sbilanciarti a dire che [az] si
pronuncia in modo identico o simile al carattere [z].
No, ma l'ho già detto prima.
Post by Cingar
Sopra hai mostrato questo carattere [ag] in una lista di caratteri che hanno
in comune l'elemento [a] sulla sinistra, per mostrare che hanno tutti in
comune una caratteristica semantica: indicano qualche specie di pesce.
Quindi sono ideografici. O no?
--
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Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
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Cingar
2005-05-19 09:15:36 UTC
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Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Post by Cingar
Se diamo ai termini il senso tecnico che oggi va per la maggiore in
grammatologia, [...]
D'accordo con questo significato. Ma perché mai non sarebbe possibile?
Non ho detto che non è possibile.
Che differenza ci sarebbe tra dire che la scrittura ideografica non può
esistere e dire che non è possibile la sua esistenza?
Non hai capito: la differenza che sto facendo è fra "ideografia" (cosa
esistente: le iconine sulla tua macchina fotografica) e "scrittura
ideografica" di una lingua (cosa di cui non esistono esempi nella storia
umana).
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Siamo in presenza di una trasmissione di significati per mezzo di segni
grafici che non rappresentano la lingua parlata... stando alla tua
definizione siamo in presenza di "ideografia".
Esatto. Ma *non* siamo in presenza di una "scrittura", cioè di
rappresentazione grafica della *lingua*.
Ricapitoliamo...
"trasmissione di significati per mezzo di segni grafici che non
rappresentano la lingua parlata"
"rappresentazione della lingua parlata per mezzo di segni grafici"
"La batteria si sta scaricando" è un concetto espresso con la lingua
parlata. Un rettangolino vuoto lampeggiante è lo stesso concetto
espresso con l'ideografia.
Sono soddisfatte entrambe le definizioni, no?
Ma no!

L'ideogrammino lampeggiante indica sì lo stesso *concetto* espresso dalla
frase "La batteria si sta scaricando" ma *non* esprime la frase in sé.

Dove sarebbero, nel rettangolino lampeggiante, l'articolo determinativo
femminile singolare, il sostantivo "batteria" al singolare, il pronome
riflessivo "si", il verbo "stare" coniugato alla terza persona singolare, il
verbo "scaricare" coniugato al gerundio?

Perché questo concetto dovrebbe corrispondere proprio alla frase "La
batteria si sta scaricando" e non invece a "Questa cazzo di pila è ormai
quasi andata a puttane" o a tante altre frasi che descrivono la stessa
realtà?
Post by GCPillan
Quindi il concetto di "scrittura ideografica" può esistere ed esiste.
Solo se riesci a farmi l'analisi grammaticale dell'iconina lampeggiante.
Post by GCPillan
Ora, se vuoi specificare che una scrittura ideografica può esistere solo
per un linguaggio limitato, fallo pure, anche se mi sembra inutile
rimarcare un'ovvietà.
Ovviamente quest'ovvietà non è così ovvia.
Post by GCPillan
Inoltre è una situazione comune a qualsiasi lingua
naturale visto che per esprimere ciò che nella nostra testa è limpido ed
evidente, siamo spesso costretti ad acrobazie letterarie notevolissime e
all'applicazione di logiche e comparazioni complesse.
Post by Cingar
Nota però che la parola "carattere" si usa solo per definire il logogramma
completo ("kanji" in giaponese). Le parti che lo compongono, fra cui il
radicale di cui stai parlando, si chiamano di solito "componenti". Qualcuno
li chiama anche "grafemi", che è però un termine molto controverso.
Mi pare di aver usato la parola appropriata: ho scritto "carattere
composto" che è anche un "carattere" intero per conto suo.
No. Usavi la parola "carattere" per riferirti a uno degli elementi del
carattere composto. Il fatto che il carattere sia composto non significa che
sia, ricorsivamente, composto di altri caratteri.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Esatto. E l'altro pezzo del carattere ha, al contrario, valenza solo
fonetica.
No. Neppure la seconda parte ha valore fonetico.
Sta lì solo ed esclusivamente a indicare che il suono della parola è "gui".
Se non ha valore fonetico, che valore ha?
Post by GCPillan
O almeno, puoi dire che ha valore fonetico come ripiego al fatto che ti
sei perso la storia con cui quel carattere composto è nato, cosa che
sicuramente avviene frequentemente, soprattutto se arriva dalla Cina.
Io non mi sono perso nessuna storia. Al massimo mi sarò spiegato male, boh.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Mettendo insieme le due informazioni come in un rebus, si identifica
univocamente l'unica parola della lingua (mettiamo sia "gui" = "salmone")
che abbia il significato indicato approssimativamente dal radicale ("pesce")
e si pronunci come indicato dal componente fonetico ("gui").
Non è così.
Le scritture di "sakè" salmone e di "sakè" bevanda non hanno
assolutamente nulla in comune.
T'ho già detto che "sake" è una pronuncia "kun" e che i componenti semantici
rappresentano la pronuncia "on".

Se questa fondamentale distinzione non puoi o vuoi capirla, mi spiace ma non
ho nessuna intenzione di ripetere una conversazione demenziale già fatta
anni fa.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
ma anche perché quei fonemi sono gli stessi di altri ideogrammi
con altri significati.
Questa è una cosa che non ha niente a che fare con la scrittura: il cinese è
una lingua dove abbondano gli omofoni, indipentemente da se e come lo
scrivi.
Come sarebbe a dire che non ha niente a che fare?
Il numero di omofoni vocali è molto maggiore degli omofoni grafici.
E questo distorce pesantemente il significato del tuo test.
Eh?
Post by GCPillan
Metti di avere due lingue artificiali con 100 concetti ciascuna.
Entrambe hanno 10 concetti omofoni e omografi. Nessun problema, dovremmo
dedurre il senso dal contesto. Ma una delle due ha ulteriori 40
omofoni non omografi. Questa è sicuramente meno fonetica dell'altra, no?
Eh?
Post by GCPillan
Post by Cingar
Niente da eccepire. Aggiungo che puoi anche sbilanciarti a dire che [az] si
pronuncia in modo identico o simile al carattere [z].
No, ma l'ho già detto prima.
E hai sbagliato.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Sopra hai mostrato questo carattere [ag] in una lista di caratteri che hanno
in comune l'elemento [a] sulla sinistra, per mostrare che hanno tutti in
comune una caratteristica semantica: indicano qualche specie di pesce.
Quindi sono ideografici. O no?
L'elemento [a] che indica una caratteristica semantica è "ideografico",
certo: è la metà ideografica del carattere. Ma il kanji nel suo complesso
no, perché l'altra metà è fonetica.

--
Cingar


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Karla
2005-05-19 11:28:37 UTC
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Post by Cingar
Non hai capito: la differenza che sto facendo è fra "ideografia" (cosa
esistente: le iconine sulla tua macchina fotografica) e "scrittura
ideografica" di una lingua (cosa di cui non esistono esempi nella storia
umana).
Cingar, avevi spiegato tutto bene anche per me che sono ignorante, e
adesso tutto si complica.

1)Pittogramma: disegno un albero--> significa "albero", tutti lo
capiscono ma ognuno lo pronuncia nella propria lingua.

2)Ideogramma: disegno che non rappresenta direttamente l'oggetto, ma un
concetto stabilito da un codice. E' capito da chi conosce il codice ma è
pronunciato in modo diverso.

I segnali (stradali ecc.) oscillano tra il pittogramma e l'ideogramma.
se vedo su un gabinetto una figura di donna o di uomo mi sembra più un
pittogramma, ma una freccia che indica l'uscita è un ideogramma.

I numeri (1,2,3..) sono ideogrammi.

Il sistema cinese è misto (fonetico e ideografico).

Il rebus, con soli disegni*, è un pittogramma che rappresenta non
l'oggetto ma il suono (fonogramma?) Lo capisce solo chi conosce la
lingua in cui è espresso.

* es. diegno di rosa + croce--->i Rosacroce

Tutto si potrebbe chiamare "scrittura" in senso lato, dai segni lasciati
involontariamente, alle scalfitture sulle rocce, ai pittogrammi ecc. ma
il termine verrebbe svuotato di significato.

3)La *scrittura*, in senso stretto, è solo quella che riproduce il suono
delle parole, come verrebbero pronunciate oralmente. Può essere letta
(pronunciata) da chi conosce le regole di pronuncia, ma capita solo da
chi ne conosce anche il significato (la lingua).

E' così?

K
P.S. Mi viene in mente una cosa analoga in matematica: l'antico pastore
che usa il bastone con le tacche e associa ogni pecora ad una tacca,
oppure chi usa il rosario per pregare, sa esattamente quante sono le
pecore o le avemarie dette, ma non ha compiuto l'operazione di "contare".
Cingar
2005-05-19 15:09:27 UTC
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Post by Karla
Post by Cingar
Non hai capito: la differenza che sto facendo è fra "ideografia" (cosa
esistente: le iconine sulla tua macchina fotografica) e "scrittura
ideografica" di una lingua (cosa di cui non esistono esempi nella storia
umana).
Cingar, avevi spiegato tutto bene anche per me che sono ignorante, e
adesso tutto si complica.
Avrei forse scritto meglio: "Gli ideogrammi esistono ma non è mai esistita
una scrittura ideografica".
Post by Karla
1)Pittogramma: disegno un albero--> significa "albero", tutti lo
[...]
E' così?
Sì. Nel senso che mi pare una buona sintesi di come la penso, non nel
senso che le cose stiano necessariamente come dico io.

--
Cingar
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
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CP
2005-05-21 15:16:08 UTC
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Post by Karla
Post by Cingar
Non hai capito: la differenza che sto facendo è fra "ideografia" (cosa
esistente: le iconine sulla tua macchina fotografica) e "scrittura
ideografica" di una lingua (cosa di cui non esistono esempi nella storia
umana).
Cingar, avevi spiegato tutto bene anche per me che sono ignorante, e
adesso tutto si complica.
1)Pittogramma: disegno un albero--> significa "albero", tutti lo
capiscono ma ognuno lo pronuncia nella propria lingua.
Ti trovi di fronte ad un "grammata" tratto da un "realia": sapresti
identificare esattamente in che cosa consiste la diversità tra i due? Non è
soltanto una questione di appartenenza o meno ad una classe di notazione: si
tratta anche di una questione di modalità di riproduzione grafica.
Post by Karla
2)Ideogramma: disegno che non rappresenta direttamente l'oggetto, ma un
concetto stabilito da un codice. E' capito da chi conosce il codice ma è
pronunciato in modo diverso.
No: pensa alla diversità di concetti esistente tra segni e di-segni, tanto
per cominciare... Fanno entrambi parte della categoria dei segni? Se sì,
questo che cosa significa? E, soprattutto, che cosa significa:
"rappresentare DIRETTAMENTE l'oggetto"? Ma soprattutto cosa significa
RAPPRESENTARE? Se rappresentare significa rendere idealmente presente,
allora significa evocare un'immagine mentale dell'oggetto, cioè creare un
referente, ma questo referente si agita soltanto all'interno del mio cranio,
come faccio ad evocarlo anche nel cranio altrui? Lo dovrei di-segnare. Ma
devo essere bravo a disegnarlo, altrimenti non riesco a fare capire che cosa
è! Bravo = capace di rendere il referente il più possibile visivamente
identico al proprio oggetto di riferimento. Uso dunque un realia = disegno
fotografico dell'oggetto da rappresentare. Caratteristiche del realia:
realismo assoluto dei tratti definenti ed omissibilità dei tratti peculiari
di un oggetto in favore dei tratti generici che lo definiscono come
rappresentante della classe cui appartiene, tridimensionalità dell'immagine,
irrilevanza dell'angolazione visuale.
Quando dal realia si passa al pitto-gramma, spariscono i tratti peculiari,
si riducono al minimo della soglia di riconoscibilità visuale (e qui c'è un
discorso delicatissimo da fare circa la definizione di questo effetto
soglia... lo faremo... lo faremo, te lo prometto...) i tratti generici (che
quindi diventano tratti essenziali), si elimina la tridimensionalità in
favore della bidimensionalità, diviene rilevantissima l'angolazione visuale
(e tra tutte quelle possibili verrà scelta quella che risulta la più
naturale, stando alla statistica degli approcci visivi, cioè quella
frontale, ma più frequentemente quella laterale di profilo, in quanto
maggiormente definente, oppure entrambe: si pensi, per esempio, alle figure
antropomorfe dei geroglifici egizi in cui il corpo ha l'angolo visuale
frontale ed i visi e i piedi sono di profilo..... postura decisamente
ridicola ed irreale ma, globalmente considerata, essa risulta la
maggiormente descritiva e semplice, dal punto di vista grafico).
Ora tocca a te, ragazza!
Inizia a parlarmi dell'effetto soglia di cui sopra.....
Post by Karla
I segnali (stradali ecc.) oscillano tra il pittogramma e l'ideogramma.
se vedo su un gabinetto una figura di donna o di uomo mi sembra più un
pittogramma, ma una freccia che indica l'uscita è un ideogramma.
Ti stai confondendo: ".... allora, Sig. Rossi,.... la vede quella grossa
rovere laggiù?.... Dopo 10 metri c'è una stradina, sulla destra..... Lei la
prenda, e dopo un km si troverà di fronte a casa mia." Ebbene, che cosa è
quella grossa rovere, per me ed il Sig. Rossi? Un segnale stradale
costituito da un cartello indicatore privato: relazione topografica tra
luogo di allocazione della pianta e destinazione del viaggio, per alcuni
soggetti soltanto.
E quello pubblico? E' il cartello stradale. Ma come è composto: che cosa è
un cartello stradale? E' il risultato di una funzione integrazionale tra i
seguenti elementi complementari: segno (codice presente sul cartello),
supporto (forma del cartello: a freccia, a disco, a triangolo, a rettangolo,
ecc.), contesto (allocazione topografica stradale).
Quindi i segnali stradali non oscillano affatto tra pittogrammi ed
ideogrammi, ma sono risultati di funzioni integrazionali nelle quali
ricadono dei codici di comunicazione di varia natura.

Per quanto riguarda il gabinetto poi, dì la verità, se sulla porta del
gabinetto delle donne e degli uomini vedessi rispettivamente scritto, entro
un cartiglio, DONNE e UOMINI, non farebbe alcuna differenza, rispetto
all'esempio che hai fatto, mentre se ci vedessi scritto sopra PORTA, ti
metteresti a sghignazzare..... eppure, quella è proprio una porta!!! E
invece no: con quella scritta sopra ed entro il contesto del locale, quella
non è soltanto una semplice porta: è un cartello indicatore, proprio come lo
è un cartello stradale.
Altra funzione integrazionale, anche qui, quindi.

Eh sì...... proprio sui gabinetti sei finita..... ti chiedi mai perchè????
Il tuo subconscio ti ha guidato.... a fiuto....
:-)))))
fino all'arcaico concetto di MARCATORE biochimico.

Eh già.... queste funzioni integrazionali, altro non sono che la nobile
evoluzione genetico-intellettuale, per esempio, dello sguizzo di piscio del
lupo capobranco contro la pianta per marcare il territorio: dalla
dichiarazione di proprietà la situazione si evolve fino all'indicazione
geografica.
In quel caso il territorio è marcato con una traccia biochimica, simbolo di
un codice genetico dominante; nel caso delle funzioni integrazionali,
invece, il marcatore è un codice di comunicazione multinotazionale di una
data comunità, attuato dal dominatore della stessa: l'autorità costituita.
Ma il concetto di base non cambia. Ogniuno di noi poi, ha il proprio
marcatore individuale entellettualisticamente evoluto: la firma, che appunto
sostituisce, molto civilmente, magari alla finale sottoscrizione di un atto
solenne di fronte a un notaio, l'arcaico sguizzo di piscio...
:-))))))
Questo modo di descrivere le funzioni integrazionali dei cartelli stradali
passa ovviamente attraverso la tappa concettuale intermedia del MARCHIO (di
proprietà, prima, di fabbrica e di qualità, poi). Infatti, quando non c'era
ancora alfabetizzazione diffusa, e quindi il concetto di calligrafia
personale connesso a quello di personalità della firma, molti potenti
analfabeti, per firmare (alias per marcare le proprie proprietà)
utilizzavano (a parte un segno a forma di croce, che sta a cavallo tra la
firma e il disegno di un marchio) sigilli a fuoco o a ceralacca (cioè dei
segni di marcatura). Per noi è forse il tratto paradossale di un mondo fatto
alla rovescia, ma, tuttora, in Cina, gli artisti che si dedicano sia alla
pittura, sia alla calligrafia, di cui la pittura è ancillare e volutamente
mantenuta in stato di bidimensionalità per una questione puramente
mentalistica di tradizione, non firmano di proprio pugno ma utilizzano un
sigillo personale inciso in dazuhan (scrittura arcaica Grande Sigillo). Dove
sta, quindi, la loro personalità? Nell'opera, non certo nella firma che, per
ispirare fiducia, deve essere sempre identica a sè stessa, e quindi affidata
alla stabilità formale di un timbro da sigillo! Allora chi è nel torto noi o
i cinesi, circa al firma???
Noi, tralatro cadiamo forse in contraddizione, se prima consideriamo la
firma personale in ragione della calligrafia in cui è scritta, ma
accettabile come genuina soltanto se non è mai la stessa pur provenendo dal
medesimo soggetto, e poi, per essere proprio sicuri della sua provenienza,
ne richiediamo l'autenticazione da parte di un pubblico ufficiale al fine di
evitarne la contestazione di paternità?

Se vuoi aprire un discorso anche su questo..... ok.
Post by Karla
I numeri (1,2,3..) sono ideogrammi.
O logogrammi? Gli ideogrammi.... esistono?
Post by Karla
Il sistema cinese è misto (fonetico e ideografico).
O pittogrammatico, logografico e fonetico?
Post by Karla
Il rebus, con soli disegni*, è un pittogramma che rappresenta non
l'oggetto ma il suono (fonogramma?) Lo capisce solo chi conosce la
lingua in cui è espresso.
* es. diegno di rosa + croce--->i Rosacroce
Il rebus (anche per come lo descrivi qui tu), è una figura logica molto
peculiare: si parte da una stringa di segni (soltanto realia, oppure realia
ed elementi notazionali), che vengono messi al vaglio di una funzione
composta di decodificazione (rappresentazione + memoria).

Nel tuo caso, per esempio, la funzione di lettura del rebus, non solo
produce la rappresentazione verbale degli oggetti che lo compongono, ma
orienta la memoria verso un altro oggetto in ragione di un legame di
somiglianza o di identità formale tra esso e gli oggetti di partenza.

Il rebus quindi non è un oggetto: è una tecnica di lettura di un oggetto
dato; una tecnica che consiste nell'utilizzare fonograficamente un
logogramma, cioè di esprimere una parola prendendo in prestito il simbolo
utilizzato per rappresentare un'altra parola (es. un inglese che usa il
realia od il pittogramma di un ape per scrivere il vero "be").
Questa tecnica si basa, però, su identità casuali, perciò è una consegunza
della scrittura, non un suo punto generativo. Del resto, se esso, come di
fatto fa, attua un fenomeno di traslazione di segni tra omofoni,
evidentemente la scrittura esiste già, altrimenti questa traslazione non
sarebbe possibile. ;-)
Post by Karla
Tutto si potrebbe chiamare "scrittura" in senso lato, dai segni lasciati
involontariamente, alle scalfitture sulle rocce, ai pittogrammi ecc. ma
il termine verrebbe svuotato di significato.
Esatto: bisogna distinguere tra notazione e scrittura, ma è un concetto che
la nostra mente fatica a comprendere (vedi un mio altro intervento nel
thread e cerca di dare risposte anche lì.... le sto aspettando!).
Post by Karla
3)La *scrittura*, in senso stretto, è solo quella che riproduce il suono
delle parole, come verrebbero pronunciate oralmente.
Infatti, anche se "pronunciate oralmente" è un pleonasmo: la pronucia non
può che essere orale.
Post by Karla
Può essere letta
(pronunciata) da chi conosce le regole di pronuncia, ma capita solo da
chi ne conosce anche il significato (la lingua).
E' così?
K
P.S. Mi viene in mente una cosa analoga in matematica: l'antico pastore
che usa il bastone con le tacche e associa ogni pecora ad una tacca,
oppure chi usa il rosario per pregare, sa esattamente quante sono le
pecore o le avemarie dette, ma non ha compiuto l'operazione di "contare".
Karla
2005-05-21 19:39:48 UTC
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Post by CP
Post by Karla
1)Pittogramma: disegno un albero--> significa "albero", tutti lo
capiscono ma ognuno lo pronuncia nella propria lingua.
Ti trovi di fronte ad un "grammata" tratto da un "realia": sapresti
identificare esattamente in che cosa consiste la diversità tra i due? Non è
soltanto una questione di appartenenza o meno ad una classe di notazione: si
tratta anche di una questione di modalità di riproduzione grafica.
Eh...io stavo cercando di capire quelle quattro cose superficiali che
ho scritto in modo impreciso, e tu mi dai una risposta che sembra un
trattato di semiologia e di psicologia della percezione! :-))


Credo di aver capito, da quanto hai detto, che cos'è un realia (ma il
"perfetto" realia della figura umana non dovrebbe essere la statua?) e
un grammata, ma non so quale sia la soglia di passaggio da uno all'altro.

Ti posso dire che la mia cagnetta, che odia i gatti, se le mostro una
figura di gatto, anche una foto a grandezza naturale, non reagisce.
Penso che la veda (forse), ma che non la percepisca.
Viceversa si è messa ad abbaiare come una pazza, quando ha visto un
fermaporta di ghisa a forma di gatto. Poi, avvicinatasi, l'ha annusato e
ha perso immediatamente ogni interesse.

Credo che la percezione dei vari grammata (dico bene?), anche i più
elementari, sia esclusiva dell'uomo, a meno che, per l'animale, non
diventi un riflesso condizionato.
Post by CP
Per quanto riguarda il gabinetto poi, dì la verità, se sulla porta del
gabinetto delle donne e degli uomini vedessi rispettivamente scritto, entro
un cartiglio, DONNE e UOMINI, non farebbe alcuna differenza, rispetto
all'esempio che hai fatto,
Ne senso che si tratta sempre di simboli? Però "DONNE" e "UOMINI" lo
capirebbero solo persone alfabetizzate che conoscessero l'italiano,
oppure chi conoscesse quelle due parole come se fossero ideogrammi.
Mi spiego: la mia nipotina di tre anni sapeva "leggere" e "scrivere"
alcune parole con le lettere magnetiche. Una volta ho scritto "Paolo" (
nome di mio fratello e padre della bambina) e lei ha "letto "papà", ed
insisteva nel dire che era scritto "papà". Cioè non leggeva affatto, ma
riconosceva le parole come se fossero ideogrammi.
Invece il significato dell'omino e della donna stilizzati lo capirebbero
quasi tutti.
Post by CP
Eh sì...... proprio sui gabinetti sei finita..... ti chiedi mai perchè????
Il tuo subconscio ti ha guidato.... a fiuto....
:-)))))
fino all'arcaico concetto di MARCATORE biochimico.
Accidenti!
In effetti, è la prima cosa che mi è venuta in mente! E dire che se le
riconoscessi veramente dal fiuto...scapperei a gambe levate da quelle
toelette! :-))

Scherzo, ma quello che hai scritto è molto interessante, anche se molto
approfondito rispetto alle mie conoscenze.

Ciao,

k
CP
2005-05-21 21:56:22 UTC
Permalink
Post by Karla
Post by CP
Post by Karla
1)Pittogramma: disegno un albero--> significa "albero", tutti lo
capiscono ma ognuno lo pronuncia nella propria lingua.
Ti trovi di fronte ad un "grammata" tratto da un "realia": sapresti
identificare esattamente in che cosa consiste la diversità tra i due? Non è
soltanto una questione di appartenenza o meno ad una classe di notazione: si
tratta anche di una questione di modalità di riproduzione grafica.
Eh...io stavo cercando di capire quelle quattro cose superficiali che
ho scritto in modo impreciso, e tu mi dai una risposta che sembra un
trattato di semiologia e di psicologia della percezione! :-))
Credo di aver capito, da quanto hai detto, che cos'è un realia (ma il
"perfetto" realia della figura umana non dovrebbe essere la statua?) e
un grammata, ma non so quale sia la soglia di passaggio da uno all'altro.
Sono piuttosto deluso: evidentemente non hai proceduto con la lettura o non
hai prestato attenzione a ciò che leggevi.

Infatti + avanti dicevo:

realia = disegno
fotografico dell'oggetto da rappresentare. Caratteristiche del realia:
realismo assoluto dei tratti definenti ed omissibilità dei tratti peculiari
di un oggetto in favore dei tratti generici che lo definiscono come
rappresentante della classe cui appartiene, tridimensionalità dell'immagine,
irrilevanza dell'angolazione visuale.

Quando dal realia si passa al pitto-gramma, spariscono i tratti peculiari,
si riducono al minimo della soglia di riconoscibilità visuale (e qui c'è un
discorso delicatissimo da fare circa la definizione di questo effetto
soglia... lo faremo... lo faremo, te lo prometto...) i tratti generici (che
quindi diventano tratti essenziali), si elimina la tridimensionalità in
favore della bidimensionalità, diviene rilevantissima l'angolazione visuale
(e tra tutte quelle possibili verrà scelta quella che risulta la più
naturale, stando alla statistica degli approcci visivi, cioè quella
frontale, ma più frequentemente quella laterale di profilo, in quanto
maggiormente definente, oppure entrambe: si pensi, per esempio, alle figure
antropomorfe dei geroglifici egizi in cui il corpo ha l'angolo visuale
frontale ed i visi e i piedi sono di profilo..... postura decisamente
ridicola ed irreale ma, globalmente considerata, essa risulta la
maggiormente descritiva e semplice, dal punto di vista grafico).
Ora tocca a te, ragazza!
Inizia a parlarmi dell'effetto soglia di cui sopra.....
Post by Karla
Ti posso dire che la mia cagnetta, che odia i gatti, se le mostro una
figura di gatto, anche una foto a grandezza naturale, non reagisce.
Penso che la veda (forse), ma che non la percepisca.
Viceversa si è messa ad abbaiare come una pazza, quando ha visto un
fermaporta di ghisa a forma di gatto. Poi, avvicinatasi, l'ha annusato e
ha perso immediatamente ogni interesse.
Non c'è stata conferma sensoriale dell'idea formatasi a livello visivo,
anzi, un senso ha negato ciò che il cervello aveva elaborato basando sulla
percezione dell'altro senso. E il fiuto, nei cani, si sa, ha l'ultima parola
su tutto.
e qui stai già parlando dell'effetto soglia..... devo essere maieutico.....
a socrate non ha fatto molto bene: gli ha fruttato un bicchiere di cicuta,
pare....
Post by Karla
Credo che la percezione dei vari grammata (dico bene?), anche i più
elementari, sia esclusiva dell'uomo, a meno che, per l'animale, non
diventi un riflesso condizionato.
Ci sono anche i cosiddetti supericonemi cui reagiscono in modo spropositato
sia gli insetti sia gli esseri umani quando li vedono alla TV od al cinema,
o a teatro, o, peggio, dal vero.....
Ma qui si entra nella psicologia e psicopatologia nella percezione dei
segnali.

...
Post by Karla
Scherzo, ma quello che hai scritto è molto interessante, anche se molto
approfondito rispetto alle mie conoscenze.
Allora approfondisci: c'è un mondo di meraviglie che ti attende, Alice!
Segui il coniglio bianco!!!
Post by Karla
Ciao,
k
GCPillan
2005-05-19 19:16:32 UTC
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Post by Cingar
Non hai capito: la differenza che sto facendo è fra "ideografia" (cosa
esistente: le iconine sulla tua macchina fotografica) e "scrittura
ideografica" di una lingua (cosa di cui non esistono esempi nella storia
umana).
Sicuro che sia io a non capire e non tu ad esprimerti confusamente?

Siccome l'ideografia è la scrittura con ideogrammi e la scrittura
ideografica è una scrittura con ideogrammi (dove sta la differenza?)
se esiste la prima esiste anche la seconda, indipendentemente dalla
forma e dall'esistenza di una forma orale.
Post by Cingar
L'ideogrammino lampeggiante indica sì lo stesso *concetto* espresso dalla
frase "La batteria si sta scaricando" ma *non* esprime la frase in sé.
Infatti è ideografia.
Io dico che esiste, tu hai scritto sopra che esiste. Direi che esiste.

Il concetto è che abbiamo una linguaggio con cui comunichiamo
indipendentemente da qualsivoglia riferimento alla lingua esistente.

Mi capita spesso di capire il senso di un simbolo tecnico per esperienza
diretta, senza leggere alcunché di scritto.
Post by Cingar
Post by GCPillan
Quindi il concetto di "scrittura ideografica" può esistere ed esiste.
Solo se riesci a farmi l'analisi grammaticale dell'iconina lampeggiante.
Vabbè, correggiamo tutti i dizionari.
Non sei il primo che sostiene che tutti i dizionari, tutti i
giornalisti, tutti gli autori e tutto il web è nell'errore.
Capita: sono vittima del sistema.
libri e in tutte le scuole
Post by Cingar
Post by GCPillan
Mi pare di aver usato la parola appropriata: ho scritto "carattere
composto" che è anche un "carattere" intero per conto suo.
No. Usavi la parola "carattere" per riferirti a uno degli elementi del
carattere composto.
Perché lo era.
Post by Cingar
Il fatto che il carattere sia composto non significa che
sia, ricorsivamente, composto di altri caratteri.
Non sempre, ma lo era nei casi che citavo.

La tua mi pare una contestazione sterile.
Muori dal desiderio di cogliermi in fallo almeno per un qualcosina.
Guarda che se anche avessi sbagliato, non è nulla di paragonabile
all'intera tua perversa teoria della non esistenza di una scrittura
ideografica giustificata da personalissime prove prive di valore
scientifico (indovino il suono di quattro caratteri cinesi rari).
Post by Cingar
Post by GCPillan
Post by Cingar
Esatto. E l'altro pezzo del carattere ha, al contrario, valenza solo
fonetica.
No. Neppure la seconda parte ha valore fonetico.
Sta lì solo ed esclusivamente a indicare che il suono della parola è "gui".
Se non ha valore fonetico, che valore ha?
Semantica.
Può avere un'origine ideografica.
Può avere un'origine fonetica.
Ma il suo valore è innanzitutto semantico.
Post by Cingar
Post by GCPillan
Post by Cingar
e si pronunci come indicato dal componente fonetico ("gui").
Non è così.
Le scritture di "sakè" salmone e di "sakè" bevanda non hanno
assolutamente nulla in comune.
T'ho già detto che "sake" è una pronuncia "kun" e che i componenti semantici
rappresentano la pronuncia "on".
Puoi anche dirlo altre mille volte se ti va.

Il primo "pezzo" (metti tu il nome adatto) del nome di molti pesci è un
"coso" metti tu il nome adatto) che indica il concetto di "pesce".

Che valenza ha questo "coso"?

Penso che chiunque abbia capito senza alcuna ombra di dubbio che quel
"coso" ha:

100% di valenza ideografica
0% di valenza fonetica.

Ammettiamo pure (ma così non è) che quel 100% di valenza ideografica
anneghi dentro un mare di simboli di valenza fonetica. Ti trovi davanti
ad una bistecca al sangue e siccome è circondata da salsine, patate e
insalata vieni a raccontarci: questo è un piatto vegetariano.
Post by Cingar
Se questa fondamentale distinzione non puoi o vuoi capirla, mi spiace ma non
ho nessuna intenzione di ripetere una conversazione demenziale già fatta
anni fa.
Ho la stessa opinione sulle tue motivazioni.

Ti inventi il metodo delle quattro forchettate a caso (pigli quattro
caratteri rari dall'Unicode) e concludi "il piatto è vegetariano: ho
individuato quattro suoni". Poi io prendo numerosi esempi di nomi di
pesci (ti faccio assaggiare la bistecca) e tu, dopo aver ammesso che,
sì, effettivamente quella era una bistecca ancora dici che quello è un
piatto vegetariano.
Post by Cingar
Post by GCPillan
Metti di avere due lingue artificiali con 100 concetti ciascuna.
Entrambe hanno 10 concetti omofoni e omografi. Nessun problema, dovremmo
dedurre il senso dal contesto. Ma una delle due ha ulteriori 40
omofoni non omografi. Questa è sicuramente meno fonetica dell'altra, no?
Eh?
Se ti sforzi e fai un po' di analisi statistica dovresti capire che
indovinare una sillaba tra decine è più facile che indovinare parole tra
decine di migliaia.
Post by Cingar
Post by GCPillan
Quindi sono ideografici. O no?
L'elemento [a] che indica una caratteristica semantica è "ideografico",
certo: è la metà ideografica del carattere. Ma il kanji nel suo complesso
no, perché l'altra metà è fonetica.
Ragionamento ineccepibile.

La bistecca, poiché rappresenta solo una misera metà della portata, non
lo rende il piatto "di carne". Il piatto rimane nel suo complesso
"vegetariano" perché l'altra metà è fatta di patate.

Passi per la bistecca complessivamente vegetariana.

Prendiamo ora la sirena.

Abbiamo il carattere "pesce" e il carattere "uomo".
Una bistecca e una salsiccia. Di soia?
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-20 14:36:22 UTC
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Post by GCPillan
Post by Cingar
Non hai capito: la differenza che sto facendo è fra "ideografia" (cosa
esistente: le iconine sulla tua macchina fotografica) e "scrittura
ideografica" di una lingua (cosa di cui non esistono esempi nella storia
umana).
Sicuro che sia io a non capire e non tu ad esprimerti confusamente?
In molti altri casi potrei anche avere dei dubbi ma in questo direi
proprio di no. Mi sono espresso chiaramente e se tu non capisci è
probabilmente perché non tenti nemmeno di farlo.
Post by GCPillan
Siccome l'ideografia è la scrittura con ideogrammi
Se l'ideografia fosse questo, avresti ovviamente ragione tu. Ma
l'ideografia non è scrittura. Non se usi il termine nel significato che
ha in grammatologia. Se lo usi secondo il senso che vuoi attribuirgli tu,
allora vuol dire ciò che hai deciso tu.
Post by GCPillan
e la scrittura
ideografica è una scrittura con ideogrammi (dove sta la differenza?)
se esiste la prima esiste anche la seconda, indipendentemente dalla
forma e dall'esistenza di una forma orale.
Post by Cingar
L'ideogrammino lampeggiante indica sì lo stesso *concetto* espresso dalla
frase "La batteria si sta scaricando" ma *non* esprime la frase in sé.
Infatti è ideografia.
Io dico che esiste, tu hai scritto sopra che esiste. Direi che esiste.
Peccato che io abbia scritto anche altre cose che dimostravano, se ce ne
fosse bisogno, che quella roba non è scrittura.
Post by GCPillan
Il concetto è che abbiamo una linguaggio con cui comunichiamo
indipendentemente da qualsivoglia riferimento alla lingua esistente.
Mi capita spesso di capire il senso di un simbolo tecnico per esperienza
diretta, senza leggere alcunché di scritto.
Capire il significato non è la stessa cosa che leggere. Stamattina in un
incrocio ho visto dei segni di pneumatico e dei frammenti di vetro e ho
*capito* che lì si era verificato un tamponamento. Poi ho aperto il
giornale e, nella cronaca locale, ho *letto* che effettivamente era
successo.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Quindi il concetto di "scrittura ideografica" può esistere ed esiste.
Solo se riesci a farmi l'analisi grammaticale dell'iconina lampeggiante.
Vabbè, correggiamo tutti i dizionari.
I dizionari devono dare *tutti* i significati di una parola, anche quelli
considerati impropri da questa o quella scienza. Il fatto che nel
dizionario ci sia la parola "geocentrismo" non è una dimostra che il sole
ruoti intorno alla terra ma solo che un tempo lo si credeva.

Le parole "ideogramma" e "ideografia" sono tutt'ora usate dai profani per
indicare ciò che i grammatologi chiamano "logogramma" e "logografia",
quidi il dizionario fa bene a riportare questo significato. Certo, farebbe
anche bene a separare chiaramente l'accezione comune e quella scientifica.
Post by GCPillan
Non sei il primo che sostiene che tutti i dizionari, tutti i
giornalisti, tutti gli autori e tutto il web è nell'errore.
Mai sostenuto nulla del genere.
Post by GCPillan
Capita: sono vittima del sistema.
libri e in tutte le scuole
Post by Cingar
Post by GCPillan
Mi pare di aver usato la parola appropriata: ho scritto "carattere
composto" che è anche un "carattere" intero per conto suo.
No. Usavi la parola "carattere" per riferirti a uno degli elementi del
carattere composto.
Perché lo era.
Che significa?
Post by GCPillan
Post by Cingar
Il fatto che il carattere sia composto non significa che
sia, ricorsivamente, composto di altri caratteri.
Non sempre, ma lo era nei casi che citavo.
Che significa?
Post by GCPillan
La tua mi pare una contestazione sterile.
Muori dal desiderio di cogliermi in fallo almeno per un qualcosina.
Non vedo perché dovrei morire dal desiderio di sparare sulla Croce Rossa.
Post by GCPillan
Guarda che se anche avessi sbagliato, non è nulla di paragonabile
all'intera tua perversa teoria della non esistenza di una scrittura
ideografica
Non è una mia perversa teoria, è ciò che sostengono tutti i linguisti che
si occupano di grammatologia. Se hai bisogno di bibliografia, non hai che
da chiedere.
Post by GCPillan
giustificata da personalissime prove prive di valore
scientifico (indovino il suono di quattro caratteri cinesi rari).
Quella non era una prova ma un semplice esempio per dimostrare
praticamente la prova.

La prova, quella vera, è che il 90% (do you understand novanta per cento?
Nove decimi? Nove su dieci?) dei caratteri cinesi contengono l'indicazione
della pronuncia.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Post by Cingar
Esatto. E l'altro pezzo del carattere ha, al contrario, valenza solo
fonetica.
No. Neppure la seconda parte ha valore fonetico.
Sta lì solo ed esclusivamente a indicare che il suono della parola è "gui".
Se non ha valore fonetico, che valore ha?
Semantica.
Può avere un'origine ideografica.
Può avere un'origine fonetica.
Ma il suo valore è innanzitutto semantico.
Mi spieghi che c'entrano i feudi con i salmoni, per favore?
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Post by Cingar
e si pronunci come indicato dal componente fonetico ("gui").
Non è così.
Le scritture di "sakè" salmone e di "sakè" bevanda non hanno
assolutamente nulla in comune.
T'ho già detto che "sake" è una pronuncia "kun" e che i componenti
semantici rappresentano la pronuncia "on".
Puoi anche dirlo altre mille volte se ti va.
Già. Comincio a convincermi dell'inutilità di insistere.
Post by GCPillan
Il primo "pezzo" (metti tu il nome adatto) del nome di molti pesci
Il primo pezzo del *carattere* con cui si scrive il nome di un pesce.
Post by GCPillan
è un "coso" metti tu il nome adatto)
"Componente semantico" o "radicale". Te lo puoi annotare, please?
Post by GCPillan
che indica il concetto di "pesce".
Che valenza ha questo "coso"?
Un coso che si chiama "componente *SEMANTICO*" secondo te che valenza ha?
Post by GCPillan
Penso che chiunque abbia capito senza alcuna ombra di dubbio che quel
100% di valenza ideografica
0% di valenza fonetica.
Esatto: quella metà del carattere è al 100% ideografica. Calcolatrice alla
mano, questo significa che il carattere è al 50% ideografico.
Post by GCPillan
Ammettiamo pure (ma così non è) che quel 100% di valenza ideografica
anneghi dentro un mare di simboli di valenza fonetica.
Il 90% dei caratteri cinesi è composto di due parti: una che, usando le
tue parole, ha "il 100% di valenza ideografica" e l'altro che ha il 100%
di valenza fonetica.

¿Entiendes? Non è difficile: metà così, metà cosà: metà "ideografico",
metà fonetico. Fifty fifty.
Post by GCPillan
Ti trovi davanti
ad una bistecca al sangue e siccome è circondata da salsine, patate e
insalata vieni a raccontarci: questo è un piatto vegetariano.
Questo è quello che stai facendo tu. L'insalata è la parte "ideografica" e
la bistecca, che non riesci a vedere nonostante te ne abbia cacciati in
gola quattro bocconi, è la parte "fonetica".
Post by GCPillan
Post by Cingar
Se questa fondamentale distinzione non puoi o vuoi capirla, mi spiace ma
non ho nessuna intenzione di ripetere una conversazione demenziale già
fatta anni fa.
Ho la stessa opinione sulle tue motivazioni.
Quale che sia la tua opinione in proposito, se non riesci a capire questa
fondamentale (e semplice) distinzione, non hai nessuna possibilità di dire
alcunché di sensato sull'argomento.
Post by GCPillan
Ti inventi il metodo delle quattro forchettate a caso (pigli quattro
caratteri rari dall'Unicode)
Ho preso quattro forchettate di carne per farti vedere che c'era la
bistecca.
No, quello lo concludi tu. Io concludo che è un piatto di carne e verdura.
Post by GCPillan
ho individuato quattro suoni". Poi io prendo numerosi esempi di nomi di
pesci (ti faccio assaggiare la bistecca) e tu, dopo aver ammesso che,
sì, effettivamente quella era una bistecca ancora dici che quello è un
piatto vegetariano.
Post by Cingar
Post by GCPillan
Metti di avere due lingue artificiali con 100 concetti ciascuna.
Entrambe hanno 10 concetti omofoni e omografi. Nessun problema, dovremmo
dedurre il senso dal contesto. Ma una delle due ha ulteriori 40
omofoni non omografi. Questa è sicuramente meno fonetica dell'altra, no?
Eh?
Se ti sforzi e fai un po' di analisi statistica dovresti capire che
indovinare una sillaba tra decine è più facile che indovinare parole tra
decine di migliaia.
L'analisi statistica l'hanno già fatta altri: il 90% dei caratteri cinesi
sono come quei quattro.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Quindi sono ideografici. O no?
L'elemento [a] che indica una caratteristica semantica è "ideografico",
certo: è la metà ideografica del carattere. Ma il kanji nel suo
complesso no, perché l'altra metà è fonetica.
Ragionamento ineccepibile.
La bistecca, poiché rappresenta solo una misera metà della portata, non
lo rende il piatto "di carne". Il piatto rimane nel suo complesso
"vegetariano" perché l'altra metà è fatta di patate.
Non è né un piatto vegetariano né un piatto di carne: è un piatto di carne
e patate.
Post by GCPillan
Passi per la bistecca complessivamente vegetariana.
Prendiamo ora la sirena.
Abbiamo il carattere "pesce" e il carattere "uomo".
Una bistecca e una salsiccia. Di soia?
Maro' che esempio autolesionista! :-)

Spiacente ma abbiamo ancora una bistecca e una patata: il segno "pesce" è
il componente semantico che ci dice che abbiamo a che fare con una
creatura marina, mente il segno "uomo" (che si pronuncia "ren") è il
componente *fonetico* ed è lì ad indicare la pronuncia: anche "sirena" si
pronuncia infatti "ren".

Ma sei solo stato sfigato nella scelta dell'esempio: di caratteri senza
indicazione fonetica ce n'è a iosa. Per esempio, la parola cinese per
"chuang" ("irrompere") si scrive con un carattere
(http://www.zhongwen.com/d/194/x244.htm) formato dai componenti "porta" e
"cavallo".

Ora: porta" si dice "men" e "cavallo" si dice "ma", quindi nessuno dei
indica ovviamente la pronuncia "chuang". Ci troviamo dunque di fronte a un
carattere formato solo da componenti semantici, simbolici: un *cavallo*
che *irrompe* in una casa passando per la *porta*.

Ma l'esistenza di simili caratteri *non* è una confutazione della "mia"
perversa teoria ma una cosa che ho già detto e ridetto. Ma ripetiamolo per
la millesima volta...

"Il 90% dei caratteri cinesi contiene l'indicazione della pronuncia."

Lo capisci anche tu, vero, che questo implica che il rimanente 10% dei
caratteri cinesi *non* contiene l'indicazione della pronuncia?

Ognuno di quei caratteri è "al 100% ideografico".

Ma questo *non* significa che la scrittura cinese nel suo complesso sia
"al 100% ideografica" perché, non so se te l'ho già detto, il 90% dei
caratteri cinesi contiene l'indicazione della pronuncia. E 90% è più di
10%.

--
Cingar
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
GCPillan
2005-05-20 22:38:07 UTC
Permalink
Post by Cingar
Post by GCPillan
Siccome l'ideografia è la scrittura con ideogrammi
Se l'ideografia fosse questo, avresti ovviamente ragione tu. Ma
l'ideografia non è scrittura.
Ne prendo atto. L'ideografia NON è scrittura.

Sbagliano lo Zingarelli, il Garzanti, il De Mauro...

Mi pare un pochino strano che tutte le mie fonti siano sbagliate.
Mi pare un pochino strano che tutti i cinesi e giapponesi che mi
raccontano qualcosa della loro lingua mi raccontino stupidaggini.
Mi pare un po' strano che ogni spiegazione che trovo su web sia
sbagliata. Molto strano!
Post by Cingar
Post by GCPillan
Post by Cingar
No. Usavi la parola "carattere" per riferirti a uno degli elementi del
carattere composto.
Perché lo era.
Che significa?
Significa che ho usato la parola "carattere" per riferirmi a uno degli
elementi del carattere composto perché quell'elemento era anche un
"carattere" a pieno titolo preso a sé stante.

Insomma, mi hai fatto un appunto ingiustificato.
Post by Cingar
Post by GCPillan
Post by Cingar
Il fatto che il carattere sia composto non significa che
sia, ricorsivamente, composto di altri caratteri.
Non sempre, ma lo era nei casi che citavo.
Che significa?
Significa che i caratteri composti che citavo ERANO tutti composti con
un altro carattere.

Prova a mettere da parte la tua presunzione da imparato e usa il
cervello. Un cerchio è una figura geometrica? Un triangolo è una figura
geometrica? Ora quando ho un triangolo circoscritto in un cerchio posso
dire che quel triangolo è una figura geometrica o no?
Post by Cingar
Non è una mia perversa teoria, è ciò che sostengono tutti i linguisti che
si occupano di grammatologia. Se hai bisogno di bibliografia, non hai che
da chiedere.
Una persona intelligente, quando deve spiegare qualcosa lo fa portando
autonomamente i riferimenti. E, ti anticipo, non tira fuori un passo di
un libro specialistico difficile da reperire, ma fa casi concreti,
tipicamente un link al web.

Anni fa un certo personaggio arrivava a sostenere che nella scrittura
tailandese si usavano correntemente i caratteri cinesi. Osai contestare
la cosa, essendo stato diverse volte in Tailandia e avendo visto
cartelli, giornali, libri, pubblicità, televisione quanto basta per
escludere la presenza di caratteri cinesi utilizzati correntemente.

Nicola Nobili replicò che la mia esperienza era priva di valore e la sua
fonte autorevolissima. Secondo lui i suoi libri di linguistica erano
inattaccabili. Si scoprì poi che si trattava di un vecchissimo tomo
universitario dove NON c'era scritta quella stupidaggine!
--
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Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
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Cingar
2005-05-23 10:49:19 UTC
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Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Siccome l'ideografia è la scrittura con ideogrammi
Se l'ideografia fosse questo, avresti ovviamente ragione tu. Ma
l'ideografia non è scrittura.
Ne prendo atto.
Come no...
Post by GCPillan
L'ideografia NON è scrittura.
Sbagliano lo Zingarelli, il Garzanti, il De Mauro...
Il Garzanti (on-line) sbaglia sì, e di brutto. Non ha neanche la voce
"logogramma", e la voce "ideogramma" contiene un esempio, "gli ideogrammi
cinesi", che più cannato non potrebbe essere. La voce "ideografia" non fa
che peggiorare le cose.

Il De Mauro (sempre on-line) invece non mi pare che sbagli granché: la
definizione di "logogramma" è ineccepibile, e la voce "ideogramma" è
espressa in modo un po' discutibile, ma gli esempi addotti aiutano a
chiarire il concetto. Poi però sbraca un po' sulla voce "ideografia".

Lo Zingarelli (12ª edizione) non lo ricordo esattamente, ma credo sia solo
leggermente più erroneo del De Mauro.

Bisogna però dire che dizionari in altre lingue, pur essendo anch'essi non
specialistici, riescono ad abbinare concisione con una correttezza molto
maggiore:

http://www.bartleby.com/61/9/I0020900.html
http://www.bartleby.com/61/10/I0021000.html
http://www.bartleby.com/61/20/L0232000.html

L'unica cosa discutibile è dove, nel terzo link, dice che un logogramma
esprime una parola "without expressing its pronunciation". In realtà, nelle
scritture logografiche attestate (cinese, egizia, sumera-babilonese, ecc.),
i logogrammi puramente ideografici (come i nostri simboli per i numeri) sono
più l'eccezione che la norma.

Nessuno dei quattri dizionari evidenzia chiaramente il carattere scientifico
del termine "logogramma" e quello popolare di "ideogramma". E, ovviamente,
nessuno dei essi dà una trattazione esaustiva di questi termini e dei
concetti che vi stanno dietro -- ma questo è logico: si tratta di dizionari
della lingua italiana e non di enciclopedie di linguistica o grammatologia.
Post by GCPillan
Mi pare un pochino strano che tutte le mie fonti siano sbagliate.
Pare strano anche a me. Fammi vedere queste fonti: magari le hai
interpretate male tu.
Post by GCPillan
Mi pare un pochino strano che tutti i cinesi e giapponesi che mi
raccontano qualcosa della loro lingua mi raccontino stupidaggini.
Questo mi pare già meno strano, supponendo che i tuoi amici cinesi e
giapponesi siano prevalentemente ingegneri elettronici, che saranno anche
bravissimi con i microchip ma comprensibilmente approssimativi sulla
linguistica.

E bisogna anche considerare le caratteristiche dell'allievo che si sono
trovati di fronte: un collega italiano senz'altro intelligente, ma cocciuto
come un mulo e sempre convinto di saperne più di chiunque altro.
Post by GCPillan
Mi pare un po' strano che ogni spiegazione che trovo su web sia
sbagliata. Molto strano!
Anche a me. Sicuro di usare lo stesso Google che uso io?
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Post by Cingar
No. Usavi la parola "carattere" per riferirti a uno degli elementi del
carattere composto.
Perché lo era.
Che significa?
Significa che ho usato la parola "carattere" per riferirmi a uno degli
elementi del carattere composto perché quell'elemento era anche un
"carattere" a pieno titolo preso a sé stante.
Il concetto l'avevo capito (uno stesso segno, per esempio quello che
rappresenta un pesce, può essere un carattere a sé stante o un pezzo di un
carattere): stavo facendo presente che non si usa il termine "carattere" nel
secondo caso.
Post by GCPillan
Insomma, mi hai fatto un appunto ingiustificato.
No. Ti ho fatto un appunto terminologico.

Del resto, è principalmente di correttezza terminologica che stiamo
parlando: se si tratta solo di capirci, scordati anche la mia obiezione su
"logografia non ideografia": capisco benissimo ciò che vuoi dire quale che
sia il termine usato.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Post by Cingar
Il fatto che il carattere sia composto non significa che
sia, ricorsivamente, composto di altri caratteri.
Non sempre, ma lo era nei casi che citavo.
Che significa?
Significa che i caratteri composti che citavo ERANO tutti composti con
un altro carattere.
"Da un segno che può essere l'unico componente di un altro carattere".
Post by GCPillan
Prova a mettere da parte la tua presunzione da imparato e usa il
cervello. Un cerchio è una figura geometrica? Un triangolo è una figura
geometrica? Ora quando ho un triangolo circoscritto in un cerchio posso
dire che quel triangolo è una figura geometrica o no?
Un triangolo è un poligono, giusto? Un esagono è un poligono, giusto? Però
un triangolo inscritto in un esagono *NON* è un poligono. Se tu me lo chiami
"poligono" io magari capisco anche di cosa mi stai parlando ma, SE STIAMO
PARLANDO DI GEOMETRIA, gradirei poter far notare che non si tratta di un
poligono senza beccarmi dell'imparato e del presuntuoso.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Non è una mia perversa teoria, è ciò che sostengono tutti i linguisti che
si occupano di grammatologia. Se hai bisogno di bibliografia, non hai che
da chiedere.
Una persona intelligente, quando deve spiegare qualcosa lo fa portando
autonomamente i riferimenti. E, ti anticipo, non tira fuori un passo di
un libro specialistico difficile da reperire, ma fa casi concreti,
tipicamente un link al web.
Non ho citato nessun passo di libri specialistici difficili da reperire. Ho
spiegato con mie parole ciò che so della scrittura cinese e, dove
necessario, ho dato dei link a esempi su web per contribuire a spiegare ciò
di cui parlavo.

Non ho bisogno di dare link o riferimenti a "prove" di ciò di cui sto
dicendo (a) perché sto dicendo cose risapute e chi vuole le "prove" se le
può trovare da solo con grande facilità e (b) perché francamente non mi
frega niente di essere creduto o meno.
Post by GCPillan
Anni fa un certo personaggio arrivava a sostenere che nella scrittura
tailandese si usavano correntemente i caratteri cinesi. [...]
E se in quell'occasione l'hai mandato a defecare, hai fatto benissimo.

Ma *IO* che *MINCHIA* c'entro con tutto ciò?

--
Cingar


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
GCPillan
2005-05-23 19:12:35 UTC
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Cingar,
Appurato che secondo te tutti i dizionari sbagliano e appurato che
secondo te io non dovrei chiamare "carattere" ciò che è davvero un
"carattere" a pieno titolo, mi pare che non ci sia molto da dire che
prendere atto della tua inutile presunzione.

I tuoi "appunti terminologici" sono l'ultima cosa che mi interessa.
Mi interessava capire quali caratteristiche hanno le lingue dette
comunemente ideografiche rispetto a quello che non lo sono.

Se poi tu, seguace di qualche linguista purista, non le vuoi chiamare
tali perché hanno una parte fonetica, liberissimo di farlo ma non cambia
la sostanza alle cose.

Un ombrello serve a ripararsi dalla pioggia anche se un purista dirà che
serve esclusivamente a ripararsi dal sole.
--
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Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
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Porfirio
2005-05-23 19:20:44 UTC
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Post by Cingar
In realtà, nelle
scritture logografiche attestate (cinese, egizia, sumera-babilonese, ecc.),
i logogrammi puramente ideografici (come i nostri simboli per i numeri) sono
più l'eccezione che la norma.
Interessante discussione. Potresti farmi qualche esempio riguardo
all'egizio?

Grazie

Porfirio Itzcoatl
Cingar
2005-05-24 11:32:32 UTC
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[...]
Post by Cingar
In realtà, nelle
scritture logografiche attestate (cinese, egizia, sumera-babilonese, ecc.),
i logogrammi puramente ideografici (come i nostri simboli per i numeri)
sono più l'eccezione che la norma.
Interessante discussione. Potresti farmi qualche esempio riguardo
all'egizio?
Esempio di scritte con un ideogramma? Mah, quel poco che so della scrittura
egiziana non mi permette di fare tanti esempi così sui due piedi.

Le uniche che mi vengono in mente sono "râ" ("sole", "giorno", "dio Râ", che
si scrive con un cerchietto con un punto in mezzo) e "ankh" ("vita", che si
scrive con il famoso geroglifico detto "chiave della vita" o "croce della
vita", che si usa ancora ai nostri giorni come gioiello, tatuaggio, ecc.) e
"nefer" ("bello", che si scrive con un carattere che a me pare un mandolino
visto di fronte).

Ma ce ne sono parecchie altre. All'interno di un testo i logogrammi
ideografici si riconoscono spesso dal cosiddetto "determinativo ideografico"
scritto sotto di essi: si tratta di una semplice barretta verticale che
indica che quel carattere va letto come parola a sé e non come segno
fonetico o determinativo semantico.

--
Cingar


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Porfirio
2005-05-24 14:05:13 UTC
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Post by Cingar
[...]
Post by Cingar
In realtà, nelle
scritture logografiche attestate (cinese, egizia, sumera-babilonese, ecc.),
i logogrammi puramente ideografici (come i nostri simboli per i numeri)
sono più l'eccezione che la norma.
Interessante discussione. Potresti farmi qualche esempio riguardo
all'egizio?
Esempio di scritte con un ideogramma? Mah, quel poco che so della scrittura
egiziana non mi permette di fare tanti esempi così sui due piedi.
Le uniche che mi vengono in mente sono "râ" ("sole", "giorno", "dio Râ", che
si scrive con un cerchietto con un punto in mezzo) e "ankh" ("vita", che si
scrive con il famoso geroglifico detto "chiave della vita" o "croce della
vita", che si usa ancora ai nostri giorni come gioiello, tatuaggio, ecc.) e
"nefer" ("bello", che si scrive con un carattere che a me pare un mandolino
visto di fronte).
Infatti m i aveva colpito la tua affermazione.....< i logogrammi puramente
ideografici (come i nostri simboli per i numeri)
sono più l'eccezione che la norma. > ....in contraddizione, ad esempio,
con la rappresentazione del pronome personale, comune di 1 pers, sing, nelle
sue qualita' di suffisso, indipendente, e dipendente, e tante altre forme
nelle quali l'idegramma fa la sua bella comparsa, o col trattino verticale,
oppure, anche se meno frequentemente, col determinativo appropriato.
Occorre poi ricordare che numerosi geroglifici assumono, secondo il
contesto, le funzioni di ideogramma, di fonogramma, o di determinativo, e
spesso, ( quando non c'e' un evidente pronome suffisso, ad es, che delimita
e fissa il significato della parola) nel tradurli si incappa in solenni
strafalcioni, dovuti appunto alla continuita' della scrittura e alle *
trasformiste* applicazioni degli ideogrammi e di quant'altro.


Saludos

Porfirio Itzcoatl
Post by Cingar
Ma ce ne sono parecchie altre. All'interno di un testo i logogrammi
ideografici si riconoscono spesso dal cosiddetto "determinativo ideografico"
scritto sotto di essi: si tratta di una semplice barretta verticale che
indica che quel carattere va letto come parola a sé e non come segno
fonetico o determinativo semantico.
--
Cingar
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Cingar
2005-05-24 16:01:54 UTC
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Post by Porfirio
[...]
Infatti m i aveva colpito la tua affermazione.....< i logogrammi puramente
ideografici (come i nostri simboli per i numeri) sono più l'eccezione
che la norma. >
È un'affermazione che ribadisco, soprattutto se stiamo parlando di
geroglifici egizi!

Considera che, nell'epoca classica, i segni della scrittura egizia erano
circa 700, e la maggior parte di questi non si usavano mai come ideogrammi
ma solo come determinativi e/o segni fonetici.

Quindi, le parole scritte con ideogrammi erano alla fin fine una o due
centinaia, su un vocabolario che, come per qualsiasi lingua, doveva essere
composto da molte migliaia di vocaboli.
Post by Porfirio
....in contraddizione, ad esempio,
con la rappresentazione del pronome personale, comune di 1 pers, sing, nelle
sue qualita' di suffisso, indipendente, e dipendente,
Vero: certi pronomi e molte altre parole "grammaticali" comunissime si
scrivevano in modo completamente ideografico.

Ma un numero ancora maggiore di parole "grammaticali", come preposizioni,
dimostrativi, negazioni, ecc. si scrivevano in modo *totalmente* fonetico:
cioè senza nemmeno i determinativi. (Categoria, questa delle parole scritte
solo foneticamente, che è molto più rara in sumerico e addirittura quasi
assente in cinese.)
Post by Porfirio
e tante altre forme
nelle quali l'idegramma fa la sua bella comparsa, o col trattino verticale,
oppure, anche se meno frequentemente, col determinativo appropriato.
Ma le parole scritte col determinativo (che saranno poi la maggior parte)
non le conto come ideografiche, visto che il determinativo era solo un
ausilio per aiutare a disambiguare la grafia fonetici (che, lo ricordo, non
indicava le vocali e presentava parecchie ambiguità anche per le
consonanti).

--
Cingar


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Porfirio
2005-05-25 14:25:45 UTC
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Post by Cingar
Post by Porfirio
[...]
Infatti m i aveva colpito la tua affermazione.....< i logogrammi puramente
ideografici (come i nostri simboli per i numeri) sono più l'eccezione
che la norma. >
È un'affermazione che ribadisco, soprattutto se stiamo parlando di
geroglifici egizi!
Non esserne cosi' sicuro, dal momento che numerosi geroglifici assumono
secondo il contesto funzione di ideogramma , fonogramma, o
determinativo.......vuoi un esempio?, prendi la parola " acqua", < mw> e'
rappresentata ideograficamente con tre < N fonetici > sovrapposti, i quali
rappresentano pure la sillaba del medesimo suono , ma determina anche tutte
le parole designanti acqua e liquidi in generale.............non parliamo
poi dei determinativi < ideografici>, frequentissimi, indicanti persone,
parti del corpo, animali, piante, elementi naturali, batelli, oggetti
diversi, abitazioni, .........
Post by Cingar
Considera che, nell'epoca classica, i segni della scrittura egizia erano
circa 700, e la maggior parte di questi non si usavano mai come ideogrammi
ma solo come determinativi e/o segni fonetici.
Addirittura, aggiungo io, il numero dei segni passo' col tempo a qualche
migliaio, ma tale inflazione e' spiegabile per il gioco speculativo degli
scribi * sacerdoti*, oramai i soli a poterli leggere.......

Io invertirei pure la situazione, tanto per far chiarezza, perche'
frequentissima, e direi che le parole indicate con ideogrammi, frequenti,
anziche' no, ma pronunciate diversamente, furono differenziate grazie ai
loro complementi fonetici....tanto per stare coi piedi per terra.......e non
far passare gli ideogrammi come un qualcosa relegato a casi
eccezionali..........e le parole indicate con ideogrammi erano tantissime.
Capitava poi il caso ancora diverso di omonimi seguiti dal determinativo
pittografico o ideogarfico rispettivo ........esempio: < mr>, ovvero
piramide, che se lo indicavi * solo * foneticamente* creavi confusione col
suo omofono * sofferenza* ( sempre < mr>) che fare allora? Semplice, bastava
l'aggiunta di un * ideogramma* per indicare la < piramide> o di un
pittogramma par indicare la < sofferenza>. Idem per la parola * ss*
......scriba o scrivere, secondo le occasioni, fonetico con aggiunta di
persona o papiro indicante astrazione.
Post by Cingar
Quindi, le parole scritte con ideogrammi erano alla fin fine una o due
centinaia, su un vocabolario che, come per qualsiasi lingua, doveva essere
composto da molte migliaia di vocaboli.
Le parole scritte con ideogrammi erano tante, ( se dai un rapido sguardo ai
bilitteri e triliteri, numerosissimi, non faticherai a notare che sono
rappresentazioni grafiche di azioni, cose, o quant'altro......ovvero
ideogrammi, che , come detto sopra possono assumere secondo le circostanze
valori diversi, fonetici, ideografici , con o senza determinativo
fonetico),
Post by Cingar
Post by Porfirio
....in contraddizione, ad esempio,
con la rappresentazione del pronome personale, comune di 1 pers, sing,
nelle
Post by Porfirio
sue qualita' di suffisso, indipendente, e dipendente,
Vero: certi pronomi e molte altre parole "grammaticali" comunissime si
scrivevano in modo completamente ideografico.
Una cosa comunque che mi sono spesso chiesto, e' perche' non abbiano
utilizzato un sistema * solo* fonetico, a loro gia' possibile, dal momento
che spessissimo dovevano con determinativi pre o post ideogramma, fissare
l'esatta pronuncia. Siccome la soluzione solo fonetica non mancava loro, a
quale scopo scrivere due , spesso tre volte la stessa parola gia' chiara coi
soli simboli fonetici......forse una certa eleganza, una qual forma
artistica? ....mah!
Post by Cingar
Ma un numero ancora maggiore di parole "grammaticali", come preposizioni,
cioè senza nemmeno i determinativi.
Non e' esatto, preposizioni con determinativi abbondano, es: < ht>,
indicate moto * da attraversamento* , mostra unideogramma posposto,
* hnt*, indicante posizione * davanti*, mostra un trilittero con
determinativo fonetico - n/t---------
H3, ( dietro, attorno a...) mostra un bilittero + determinativo fonetico, +
ideogramma ( faccia di uomo). .......jmytw......( dentro), bilittero con
fonetico determinat * m* ( uccello di fianco, volto di fronte)
Seguono poi.......tpm/ m-hnt/ .......tp-c......... davanti, avanti
che.....( ideogramma ), ......
m-hnw.......( all'interno di), con m - + bilittero hn + determinativo ( n-
t)......+ ideogramma finale indicante recinto, stanza, ecc---
e altre.......



Saludos

Porfirio Itzcoatl
Post by Cingar
--
Cingar
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Cingar
2005-05-25 16:11:39 UTC
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Post by Porfirio
Post by Cingar
Post by Porfirio
[...]
Infatti m i aveva colpito la tua affermazione.....< i logogrammi puramente
ideografici (come i nostri simboli per i numeri) sono più l'eccezione
che la norma. >
È un'affermazione che ribadisco, soprattutto se stiamo parlando di
geroglifici egizi!
Non esserne cosi' sicuro, dal momento che numerosi geroglifici assumono
secondo il contesto funzione di ideogramma , fonogramma, o
determinativo.......vuoi un esempio?, prendi la parola " acqua", < mw> e'
rappresentata ideograficamente con tre < N fonetici > sovrapposti, i quali
rappresentano pure la sillaba del medesimo suono , ma determina anche tutte
le parole designanti acqua e liquidi in generale.............non parliamo
poi dei determinativi < ideografici>, frequentissimi, indicanti persone,
parti del corpo, animali, piante, elementi naturali, batelli, oggetti
diversi, abitazioni, .........
Sì, ma credo che stiamo contando due cose ben diverse.

So bene che quasi tutti i geroglifi possono avere valore non fonetico, o
come logogrammi o come determininativi (forse anzi toglierei il "quasi").

Ma io non mi riferisvo ai singoli segni ma alle parole intere, e osservavo
che ben poche si scrivono in modo interamente ideografico, cioè senza segni
usati in modo fonetico. In cinese, so le parole che queste parole che si
scrivono in modo puramente ideografico sono circa il 10%.

Per l'egiziono non ho questo dato ma, facendo un rapido campionamento su una
pagina di dizionario a caso ho rilevato valori non molto dissimili.

La pagina è <http://hieroglyphs.net/0301/cgi/lookup.pl?ty=en&ch=a&cs=0>:
contiene 40 parole, e di queste solo 3 mi sembrano scritte con un puro
ideogramma (V16:Z1 [sA] "amulet", D36:Z1 [a] "arm", D36:D36-Z4 [awy]
"arms"), il che che equivale al 7,5% di quella pagina.

Conteggiando anche una parola composta di ideogramma e determinativo
(stranissimo, eh? A12-A1000 [mSa] "army") e tre parole composte di cui solo
alcune parti sono scrite ideograficamente (M17-Y5:N35-N5:Z1-A40 [imn-ra]
"Amun-Re", M23-X1:R4-X8 [Htp di nsw] "an offering the king gives"), si sale
al 17,5%.
Post by Porfirio
Post by Cingar
Considera che, nell'epoca classica, i segni della scrittura egizia erano
circa 700, e la maggior parte di questi non si usavano mai come ideogrammi
ma solo come determinativi e/o segni fonetici.
Addirittura, aggiungo io, il numero dei segni passo' col tempo a qualche
migliaio, ma tale inflazione e' spiegabile per il gioco speculativo degli
scribi * sacerdoti*, oramai i soli a poterli leggere.......
Per questo avevo specificato che parlavo dell'epoca classica.
Nell'ultimissimo periodo della scrittura geroglifica il numero dei segni è
stranamente decuplicato.

Oltre alla spigazione che dai tu (una specie di gioco esoterico), si
potrebbe pensare che, a un certo punto, i geroglifi fossero ormai una
scrittura più che altro decorativo: tutte le cose "serie" si scrivevano
ormai in greco, la lingua dei dominatori.
Post by Porfirio
Io invertirei pure la situazione, tanto per far chiarezza, perche'
frequentissima, e direi che le parole indicate con ideogrammi, frequenti,
anziche' no, ma pronunciate diversamente, furono differenziate grazie ai
loro complementi fonetici....
D'accordo ma, a quel punto, non erano più ideografiche...
Post by Porfirio
tanto per stare coi piedi per terra.......e non
far passare gli ideogrammi come un qualcosa relegato a casi
eccezionali..........
Eccezionali forse è eccessivo ma, se il mio campionamento è affidabile, si
tratta di non più del 10 o 20% delle parole che si scrivevano
ideograficamente. È un valore importante ma è decisamente troppo poco per
parlare di "scrittura ideografica".
Post by Porfirio
e le parole indicate con ideogrammi erano tantissime.
Capitava poi il caso ancora diverso di omonimi seguiti dal determinativo
Ripeto che non conto come "ideografiche" le parole con il determinativo.
Quelle erano composti semantico-fonetici.
Post by Porfirio
[...]
Le parole scritte con ideogrammi erano tante, ( se dai un rapido sguardo ai
bilitteri e triliteri, numerosissimi, non faticherai a notare che sono
rappresentazioni grafiche di azioni, cose, o quant'altro......
Questo che c'entra? È ovvio che i geroglifici sono in origine pittogrammi,
ma questo vale forse per tutte le scritture, incluso il nostro alfabeto.
Post by Porfirio
[...]
Una cosa comunque che mi sono spesso chiesto, e' perche' non abbiano
utilizzato un sistema * solo* fonetico, a loro gia' possibile, dal momento
che spessissimo dovevano con determinativi pre o post ideogramma, fissare
l'esatta pronuncia. Siccome la soluzione solo fonetica non mancava loro, a
quale scopo scrivere due , spesso tre volte la stessa parola gia' chiara coi
soli simboli fonetici......forse una certa eleganza, una qual forma
artistica? ....mah!
Mah. Forse lo stesso complesso di ragioni che fa sì che i cinesi si trovino
bene con i loro hanzi, o che gli inglesi si trovano bene con il loro
spelling ormai quasi "logografico".

In fondo, la scrittura fonetica ha dei vantaggi ma anche un certo numero di
svantaggi: per esempio i dialetti diventano diversi per iscritto tanto
quanto lo sono oralmente.

O forse questione di tradizione religiosa. Guarda caso, l'egiziano ha
iniziato a essere scritto foneticamente (con l'alfabeto copto, di
derivazione greca) proprio quando gli egiziani si sono convertiti al
Cristianesimo, cioè quando hanno abbandonato le tradizioni religiose a cui i
geroglifici erano legati.

--
Cingar


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Porfirio
2005-05-27 13:19:57 UTC
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Post by Cingar
Sì, ma credo che stiamo contando due cose ben diverse.
So bene che quasi tutti i geroglifi possono avere valore non fonetico, o
come logogrammi o come determininativi (forse anzi toglierei il "quasi").
D'accordo come determinativi, ma come logogrammi non l'ho capita........
Post by Cingar
Ma io non mi riferisvo ai singoli segni ma alle parole intere, e osservavo
che ben poche si scrivono in modo interamente ideografico, cioè senza segni
usati in modo fonetico.
*ogni* cosa del mondo ( tangibile), ogni azione, possono essere
rappresentate con una relativa figura, piu' o meno stilizzata, ma sempre
indice referente chiaro. Questa e' la base della scritura jeros egiziana
.....alla quale, poi, in funzione delle necessita' ( astrazione, particelle
, mancanti di figurazione propria), aggiungi segni fonetici, ma sempre *
ruotanti* attorno a immagini di partenza ideografiche. Poco importa se c'e'
il trattino, per indicare la purezza ideografica di quanto rappresentato,
( e fine li'....) in quanto l'aggiunta di pronomi ( fonetici ma anche
ideografici....), particelle, ecc, rendono meno immediata la comprensione
dell'immagine, salvo la conoscenza del codice di scrittura. Cio' lo puoi
vedere in quasi tuti i verbi,...... vedere, udire, camminare, scrivere,
donare, ecc......nei quali la * radice* e' l'immagine diremo assoluta, il
concetto immediato, ( ideografico) e tutto cio' che ruota attorno e' il
completamento dell'immagine, ovvero * astrazione*. Ma sempre con base
ideogrammatica, arricchita del concetto ( spesso fonetico) che nella sua
completezza deve esprimere.
Post by Cingar
Per l'egiziono non ho questo dato ma, facendo un rapido campionamento su una
pagina di dizionario a caso ho rilevato valori non molto dissimili.
contiene 40 parole, e di queste solo 3 mi sembrano scritte con un puro
ideogramma (V16:Z1 [sA] "amulet", D36:Z1 [a] "arm", D36:D36-Z4 [awy]
"arms"), il che che equivale al 7,5% di quella pagina.
Non devi farti trarre in inganno dal valore * assoluto*, un sostantivo, una
* cosa* e' facilmente identificabile con un nudo e crudo ideogramma, ( il
trattino ideografico sta ad indicare, per chiarezza, che quanto prima o
dopo non fanno parte del corpo della parole che il trattino definisce) ma
se ben noti, come dicevo sopra, la * radice* di ogni verbo e' un
ideogramma, al quale fa coronamento una serie di " entourage" a
completamento dell'idea espressa dal verbo. Idea, o azione, che nella quasi
globalita' richiama un pittogramma. L'aggiunta di determinativi avviene in
una fase * molto* successiva , ovvero circa 1500 anni dalle prime
stesure....e cio' e' sicuramente dovuto allo sviluppo sempre piu' dato alla
parte fonetica, non certo che l'ideogramma non fosse sufficiente da solo a
dare accurata rappresentazione di quanto si voleva scrivere. Un po' ( amio
modesto avviso, ) come il passaggio dalla fase scritturale puramente
consonantica delle scritture semite a quelle masoretiche per l'ebraico o con
diacritici per l'arabo, quando si voleva rendere unica la pronuncia,
causa ragioni di diffusione o diaspora.
Post by Cingar
Conteggiando anche una parola composta di ideogramma e determinativo
(stranissimo, eh? A12-A1000 [mSa] "army") e tre parole composte di cui
Perche' stranissimo? e' un ideogramma composto da due figure ( non e' uno
scandalo.....) indicante pluralita'. Lo stesso risultato si sarebbe ottenuto
senza il determinativo ideografico......indicante persona,...... solo l'uomo
armato coi tre segni indicanti moltitudine.
Spesso trovi poi in papiri o monumenti il trattino ideografico e il
determinativo sempre ideografico ( vedi S3, figlio, tp, Hr, ecc....) ma
usati come * fonogrammi*, ad indicare che la distinzione in numerosi casi
tra ideogramma e fonogramma e' imprecisa.e non ben classificabile in maniera
assoluta.
Post by Cingar
solo
alcune parti sono scrite ideograficamente (M17-Y5:N35-N5:Z1-A40 [imn-ra]
"Amun-Re", M23-X1:R4-X8 [Htp di nsw] "an offering the king gives"), si sale
al 17,5%.
Guarda, parti dalla prima ( bt), noterai con piacere che il segno
ideografico fa la sua bella comparsa, ( quelle gambette che indicano
partenza) ....il secondo ( sta) ha il suo bel pittogramma ( braccio).....
...il terzo ( Hry) , indicante posizione, ha il suo pitogramma nella
rappresentazione del cielo, necessaria in quanto esprimente collocazione
spaziale, essendo la radice (hry) parte di numerose definizioni ( anche
testicoli.......)...e via di seguito fino alla fine. Ovvio che per maggior
chiarezza * puoi * aggiungere determinativi, ma a solo vantaggio di coloro
che non avendo familiarita' con la scrittura necessitavano di
chiarificazioni fonetiche.
Post by Cingar
Per questo avevo specificato che parlavo dell'epoca classica.
Nell'ultimissimo periodo della scrittura geroglifica il numero dei segni è
stranamente decuplicato.
d'accordo, e tanti sono ancora non decifrati. ( il che avvalorerebbe una
loro funzione * ideografica*,
dal momento che la descrizione puramente fonetica e' liquidabile con 24
fonogrammi)
Post by Cingar
Oltre alla spigazione che dai tu (una specie di gioco esoterico), si
potrebbe pensare che, a un certo punto, i geroglifi fossero ormai una
scrittura più che altro decorativo: tutte le cose "serie" si scrivevano
ormai in greco, la lingua dei dominatori.
Mica tanto * solo decorativo* Era cosa seria scrivere sui monumenti e sulle
tombe o altro......anzi, piu' che seria.....forse un qualcosa di esoterico o
riservato a pochi potrebbe essere la risposta. Ma , ripeto, sono solo
supposizioni.
Post by Cingar
Post by Porfirio
Io invertirei pure la situazione, tanto per far chiarezza, perche'
frequentissima, e direi che le parole indicate con ideogrammi, frequenti,
anziche' no, ma pronunciate diversamente, furono differenziate grazie ai
loro complementi fonetici....
D'accordo ma, a quel punto, non erano più ideografiche...
L'ideogramma era sempre alla base, pur nell'indicare una soluzione o
finalita' diversa, esempio classico l'orecchio, indicante il sostantivo e
l'azione dell'udire, .......se scrivo < hj>, posso generare confusione col
verbo < h3j>, verbo debole, che in talune circostanze aspettuali puo'
ridursi a < hj>, che faccio allora? siccome come verbo ha il senso di *
discendere, arrivare, divenire*, e come < hj>, sostantivo, significa
marito, aggiungo per non generare confusione un * membro* duro, (
ideogramma) con tanto di testicoli in evidenza, ad indicare il significato
inequivocabile.
Post by Cingar
Post by Porfirio
tanto per stare coi piedi per terra.......e non
far passare gli ideogrammi come un qualcosa relegato a casi
eccezionali..........
Eccezionali forse è eccessivo ma, se il mio campionamento è affidabile, si
tratta di non più del 10 o 20% delle parole che si scrivevano
ideograficamente. È un valore importante ma è decisamente troppo poco per
parlare di "scrittura ideografica".
Non ho detto che e' * solo * ideografica, ho detto che l'ideografia e'
colonna portante di tale scritura, se levi l'ideogramma davvero ci capisci
piu' poco. Prova.....
Post by Cingar
Post by Porfirio
e le parole indicate con ideogrammi erano tantissime.
Capitava poi il caso ancora diverso di omonimi seguiti dal determinativo
Ripeto che non conto come "ideografiche" le parole con il determinativo.
Quelle erano composti semantico-fonetici.
....pittorico/ fonetici.
Post by Cingar
Post by Porfirio
[...]
Le parole scritte con ideogrammi erano tante, ( se dai un rapido sguardo
ai
Post by Porfirio
bilitteri e triliteri, numerosissimi, non faticherai a notare che sono
rappresentazioni grafiche di azioni, cose, o quant'altro......
Questo che c'entra? È ovvio che i geroglifici sono in origine pittogrammi,
ma questo vale forse per tutte le scritture, incluso il nostro alfabeto.
Questa ultima non mi e' chiara.



Saludos

Porfirio Itzcoatl
Post by Cingar
In fondo, la scrittura fonetica ha dei vantaggi ma anche un certo numero di
svantaggi: per esempio i dialetti diventano diversi per iscritto tanto
quanto lo sono oralmente.
O forse questione di tradizione religiosa. Guarda caso, l'egiziano ha
iniziato a essere scritto foneticamente (con l'alfabeto copto, di
derivazione greca) proprio quando gli egiziani si sono convertiti al
Cristianesimo, cioè quando hanno abbandonato le tradizioni religiose a cui i
geroglifici erano legati.
--
Cingar
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
GCPillan
2005-05-17 22:00:55 UTC
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Post by Cingar
Per esempio, ho scelto questi quattro caratteri a caso dalla sezione di
Mi pare un esperimento divertente ma poco significativo.

Se prendo quattro parole rare da un dizionario italiano probabilmente le
so pronunciare perfettamente (e non solo azzeccare vagamente come si
dicono) senza avere la più pallida idea di cosa significhino.

Inoltre non dimentichiamo che dato un concetto che si scrive in un certo
modo univoco in tutta la Cina, può essere detto in modi molto diversi
nelle diverse regioni. Al punto che Mandarino e Cantonese non sono
mutuamente comprensibili per via orale ma lo sono perfettamente in forma
scritta. Quando tu scrivi che *sai* che un certo carattere raro si dice
"yan" non hai risolto granché data l'enorme quantità di omofoni. Ovvero
tu puoi dire "yan" ma senza contesto nessuno capirà che hai letto il
carattere che significa "sbriciolare" mentre lo capirebbero se tu
scrivessi quel carattere.
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-18 14:33:19 UTC
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Post by GCPillan
Post by Cingar
Per esempio, ho scelto questi quattro caratteri a caso dalla sezione di
Mi pare un esperimento divertente ma poco significativo.
Se prendo quattro parole rare da un dizionario italiano probabilmente le
so pronunciare perfettamente (e non solo azzeccare vagamente come si
dicono) senza avere la più pallida idea di cosa significhino.
Ma questo nessuno lo mette in dubbio, per una scrittura alfabetica come la
nostra.

Quel che volevo mostrare (e che non per tutti è altrettanto scontato) è che
quasi altrettanto si può fare con la scrittura cinese, che dunque non
possiamo definire "ideografica".
Post by GCPillan
Inoltre non dimentichiamo che dato un concetto che si scrive in un certo
modo univoco in tutta la Cina, può essere detto in modi molto diversi
nelle diverse regioni. Al punto che Mandarino e Cantonese non sono
mutuamente comprensibili per via orale ma lo sono perfettamente in forma
scritta.
Questo è più leggenda che realtà. O meglio: la cosa è anche vera, ma è pur
vero che lo stesso succede, per esempio, fra italiano e francese. Io non
sarei in grado di seguire una lezione universitaria in francese, mentre sono
perfettamente in grado di leggermi un saggio in francese che tratta dello
stesso argomento.

In entrambi i casi, il fenomeno è solo parzialmente dovuto alla scrittura.
La ragione fondamentale per cui io capisco il francese scritto e un
cantonese capisce il mandarino scritto è che francese e italiano sono lingue
strettamente imparentate, così come lo sono mandarino e cantonese.

Ma se è un *giapponese* che tenta di leggere un testo in mandarino, non ci
capirà un cavolo esattamente come noi non capiamo un cavolo di un testo
scritto in turco. Al massimo capirà (o crederà di capire!) il significato di
singole parole.
Post by GCPillan
Quando tu scrivi che *sai* che un certo carattere raro si dice
"yan" non hai risolto granché data l'enorme quantità di omofoni.
Ho risolto parecchio invece.

Innanzi tutto, sono in grado di leggere a voce alta un testo che contiene
parole che non conosco (sia pure talvolta con qualche errore). Questo
significa, per fare un esempio pratico, che se sono un dottore in un
ambulatorio sono in grado di chiamare i pazienti leggendo il loro nome dalla
lista degli appuntamenti, anche se magari mi sfugge l'etimologia del loro
nome (etimologia di cui, d'altra parte, in quel momento non mi frega niente:
basta che entri il paziente giusto).

In secondo luogo, sono in grado di cercare la parola su un dizionario usando
il comodo ordine alfabetico, risparmiandomi la diabolica ricerca per
radicali e tratti. E t'assicuro che quando stai leggendo un testo col
dizionario, questo è un *notevole* risparmio di tempo, nell'ordine dei 5-10
minuti per ogni parola sconosciuta.
Post by GCPillan
Ovvero
tu puoi dire "yan" ma senza contesto nessuno capirà che hai letto il
carattere che significa "sbriciolare" mentre lo capirebbero se tu
scrivessi quel carattere.
A parte il mio esperimento artificiale, non dirò questa sillaba fuori
contesto ma all'interno della frase che sto leggendo, del nome e cognome che
sto chiamando, ecc.

--
Cingar


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
GCPillan
2005-05-18 18:58:00 UTC
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Post by Cingar
Post by GCPillan
Inoltre non dimentichiamo che dato un concetto che si scrive in un certo
modo univoco in tutta la Cina, può essere detto in modi molto diversi
nelle diverse regioni. Al punto che Mandarino e Cantonese non sono
mutuamente comprensibili per via orale ma lo sono perfettamente in forma
scritta.
Questo è più leggenda che realtà.
L'ho sentito dire da cinesi. Ora lo cerco su web...

In fact, speakers of Cantonese and Putonghua are not mutually
intelligible to each other. But because there is one standardized
writing system, they can communicate by writing.

Il sito è http://www.nickyee.com/ponder/cantonese.html
e ci ho trovato molte spiegazioni interessanti sull'evoluzione della
scrittura cinese e della sua valenza fonetica. A volte contraddicendo
quanto vai spiegando tu.
Post by Cingar
O meglio: la cosa è anche vera, ma è pur
vero che lo stesso succede, per esempio, fra italiano e francese.
No.
Dovrebbe essere, che so, un italiano e un inglese che non si capiscono
parlando ma che entrambi scrivono lo stesso concetto nello stesso modo.

Inglese [aivtuapols] scritto "II AA BOBES"
Italiano [òduemele] scritto "II AA BOBES"
Post by Cingar
Io non
sarei in grado di seguire una lezione universitaria in francese, mentre sono
perfettamente in grado di leggermi un saggio in francese che tratta dello
stesso argomento.
Questo è un altro problema che si spiega in altro modo:
1) sei meno preparato sull'ascolto che sulla lettura
(solitamente si studia più sui libri e meno ascoltando)
2) leggendo puoi dosare la velocità con cui elabori le parole.
(un vantaggio indiscutibile, dovresti porti di fronte ad uno schermo che
fa scorrere le parole alla stessa velocità con cui vengono dette)

Così come c'è chi capisce e parla l'inglese ma non sa leggerlo perché
l'ha appreso dal vivo senza andare a scuola, così ci sono molti cinesi
che parlano cinese senza saperlo scrivere, ma questo non nega il fatto
che la scrittura cinese permetta di tenere unite lingue oralmente
mutuamente incomprensibili.
Post by Cingar
In entrambi i casi, il fenomeno è solo parzialmente dovuto alla scrittura.
La ragione fondamentale per cui io capisco il francese scritto e un
cantonese capisce il mandarino scritto è che francese e italiano sono lingue
strettamente imparentate, così come lo sono mandarino e cantonese.
No, lo sono molto ma molto meno!

Proseguo citando il sito indicato sopra.

These two individuals however, are not equally disadvantaged when they
try to understand each other’s speech. Because the Cantonese speaker can
write and read Bai-hua, he has the vocabulary of Putonghua, while the
Putonghua speaker does not have the Cantonese vocabulary. There is a
more important difference. Cantonese preserves many archaic features of
spoken Chinese that date back to the Tang Dynasty (around 1000 A.D),
such as extensive diphthongs and more numerous tones – which is one
reason why Tang and Sung poetry sound better in Cantonese than Mandarin.
And so the Cantonese speaker has both a vocabulary and phonetic
advantage, because the Mandarin speaker is hearing words which don’t
exist in his vocabulary and whose sounds don’t exist in his dialect,
while the opposite is true for the Cantonese speaker. This is also the
reason why it is easier for Cantonese speakers to learn Mandarin, than
it is the other way around.
Post by Cingar
Post by GCPillan
Quando tu scrivi che *sai* che un certo carattere raro si dice
"yan" non hai risolto granché data l'enorme quantità di omofoni.
Ho risolto parecchio invece.
Innanzi tutto, sono in grado di leggere a voce alta un testo che contiene
parole che non conosco (sia pure talvolta con qualche errore).
No. Fai riferimento al sito di prima:

An interesting feature of the Chinese language is that because it is not
phonetic it is impossible to know how a word is supposed to be
pronounced when you see it for the first time.


Dunque, tu dici che "ci azzecchi" mentre un cinese dice che "è impossibile".

Proseguo...

To get around this, the Taiwanese have used a pronunciation guide known
as bopomofo and the mainland Chinese are using a pinyin system, both
with the aim of bridging Bai-hua and the spoken Putonghua (known as
Guo-Yu – “language of the country” in Taiwan).

Ora, se fosse vero che, come dici, sei "in grado di leggere a voce alta
un testo che contiene parole che non conosco" perché non ci riescono i
cinesi stessi? Perché hanno introdotto il bopomofo e il pinyin?

Sull'esempio del dottore e del dizionario non entro nel merito se non
per dire una cosa semplicissima. Noi ci presentiamo dicendo nome e
cognome. Il biglietto da visita lo riteniamo utile solo per i recapiti.
I giapponesi invece si presentano con il biglietto da visita perché
senza la rappresentazione grafica non potrebbero "comunicare" come si
chiamano se non con l'ausilio di una lavagna o di qualche minuto di
descrizione dei caratteri, spesso storici e poco comuni che compongono
il loro nome.
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-19 14:26:40 UTC
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Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Inoltre non dimentichiamo che dato un concetto che si scrive in un certo
modo univoco in tutta la Cina, può essere detto in modi molto diversi
nelle diverse regioni. Al punto che Mandarino e Cantonese non sono
mutuamente comprensibili per via orale ma lo sono perfettamente in forma
scritta.
Questo è più leggenda che realtà.
L'ho sentito dire da cinesi.
Il che non mi sembra un granché come referenza. Su un certo newsgroup leggo
(e scrivo) quotidianamente scemenze sulla lingua italiana scritte da
madrelingua italiani...
Post by GCPillan
Ora lo cerco su web...
In fact, speakers of Cantonese and Putonghua are not mutually
intelligible to each other. But because there is one standardized
writing system, they can communicate by writing.
Il fatto di usare "one standardized writing system" non è certo una garanzia
sufficiente per capirsi. Anche noi e i turchi usiamo lo stesso sistema di
scrittura, l'alfabeto latino, ma io i giornale scrito in turco mica lo
capisco. Idem per un giapponese con un giornale in cinese.
Post by GCPillan
Il sito è http://www.nickyee.com/ponder/cantonese.html
e ci ho trovato molte spiegazioni interessanti sull'evoluzione della
scrittura cinese e della sua valenza fonetica. A volte contraddicendo
quanto vai spiegando tu.
Post by Cingar
O meglio: la cosa è anche vera, ma è pur
vero che lo stesso succede, per esempio, fra italiano e francese.
No.
Dovrebbe essere, che so, un italiano e un inglese che non si capiscono
parlando ma che entrambi scrivono lo stesso concetto nello stesso modo.
L'inglese e l'italiano sono molto più diversi fra loro di quanto non lo
siano il mandarino e il cantonese. Fattene una ragione oppure cerca di
smentire la mia affermazione per mezzo di uno dei tanti dizionari o siti web
che riportano la pronuncia dei caratteri nelle due lingue.
Post by GCPillan
Inglese [aivtuapols] scritto "II AA BOBES"
Italiano [òduemele] scritto "II AA BOBES"
Anche in italiano e in inglese la stessa parola si scrive spesso in modo
uguale o quasi (computer=computer; sistema=system; orchestra=orchestra;
strumento=instrument), ma in tanti altri casi le parole sono irriconoscibili
(parola<>word; pensare<>think; anno<>year; cento<>hundred).

Esattamente la stessa cosa avviene fra mandarino e cantonese, con la
differenza che il numero di parole scritte (e dunque pronunciate) in modo
simile nelle due lingue è molto maggiore, paragonabile a quello di italiano
e francese.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Io non
sarei in grado di seguire una lezione universitaria in francese, mentre sono
perfettamente in grado di leggermi un saggio in francese che tratta dello
stesso argomento.
1) sei meno preparato sull'ascolto che sulla lettura
(solitamente si studia più sui libri e meno ascoltando)
2) leggendo puoi dosare la velocità con cui elabori le parole.
(un vantaggio indiscutibile, dovresti porti di fronte ad uno schermo che
fa scorrere le parole alla stessa velocità con cui vengono dette)
C'è un altro fattore, ben più importante: nella scrittura spesso si
riconosce chiaramente la parentela fra parole che nella pronuncia si sono
ormai differenziate in modo irriconoscibile.

Per iscritto, le tre parole francesi "Les anguilles chantent" assomigliano
alle tre parole italiane "Le anguille cantano" molto più di quanto la
quattro sillabe francesi /le-zã-gij-šã/ assomiglino alle sette sillabe
italiane /le-an-'gwil-le-'kan-ta-no/.
Post by GCPillan
Così come c'è chi capisce e parla l'inglese ma non sa leggerlo perché
l'ha appreso dal vivo senza andare a scuola, così ci sono molti cinesi
che parlano cinese senza saperlo scrivere, ma questo non nega il fatto
che la scrittura cinese permetta di tenere unite lingue oralmente
mutuamente incomprensibili.
Non le tiene unite ma ne accorcia un po' la distanza. Ma lo stesso vale per
tante altre scritture, inclusa la nostra.

Ma se questa similitudine di base proprio non c'è, hai voglia a usare lo
stesso sistema di scrittura: le lingue rimangono inintelleggibili anche per
iscritto.
Post by GCPillan
Post by Cingar
In entrambi i casi, il fenomeno è solo parzialmente dovuto alla scrittura.
La ragione fondamentale per cui io capisco il francese scritto e un
cantonese capisce il mandarino scritto è che francese e italiano sono lingue
strettamente imparentate, così come lo sono mandarino e cantonese.
No, lo sono molto ma molto meno!
Proseguo citando il sito indicato sopra.
These two individuals however, are not equally disadvantaged when they
try to understand each others speech. Because the Cantonese speaker can
write and read Bai-hua, he has the vocabulary of Putonghua, while the
Putonghua speaker does not have the Cantonese vocabulary.
Mutatis mutandis, lo stesso vale cambiando "cantonese" in "francese" e
"mandarino" in "italiano".

Noi italiani non possiamo intuire il significato di termini francesi come
"oui" o "avec". I francesi, invece, possono benissimo intuire il significato
di parole italiane come "sì" (che usano anche loro, solo scritta senza
accento) e persino "con" (che per loro è una parolaccia, ma che possono
riconoscere come preposizione perché fa da prefisso a tante parole d'origine
latina come "complanter" o "composer" dove non vuol certo dire "coglione").
Post by GCPillan
There is a
more important difference. Cantonese preserves many archaic features of
spoken Chinese that date back to the Tang Dynasty (around 1000 A.D),
such as extensive diphthongs and more numerous tones which is one
reason why Tang and Sung poetry sound better in Cantonese than Mandarin.
E lo stesso vale da noi, stavolta però cambiando "cantonese" in "italiano",
"mandarino" in "francese" e "cinese della dinastia Tang" in "latino".
Post by GCPillan
And so the Cantonese speaker has both a vocabulary and phonetic
advantage, because the Mandarin speaker is hearing words which dont
exist in his vocabulary and whose sounds dont exist in his dialect,
while the opposite is true for the Cantonese speaker. This is also the
reason why it is easier for Cantonese speakers to learn Mandarin, than
it is the other way around.
E da noi invece uno dei due vantaggi va a favore degli italiani e l'altro a
favore dei francesi.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Quando tu scrivi che *sai* che un certo carattere raro si dice
"yan" non hai risolto granché data l'enorme quantità di omofoni.
Ho risolto parecchio invece.
Innanzi tutto, sono in grado di leggere a voce alta un testo che contiene
parole che non conosco (sia pure talvolta con qualche errore).
An interesting feature of the Chinese language is that because it is not
phonetic it is impossible to know how a word is supposed to be
pronounced when you see it for the first time.
Ecco, questa per esempio è una pura e semplice cappellata, come mi pareva
d'aver già dimostrato con il mio miniesperimento con i caratteri Unicode
scelti a caso.
Post by GCPillan
Dunque, tu dici che "ci azzecchi" mentre un cinese dice che "è impossibile".
E, naturalmente, il fatto che lui sia cinese (ammesso che lo sia, uno che si
chiama Nick e scrive in un inglese perfetto) è un argomento valido per dire
che io ho torto nonostante abbia dimostrato il contrario... Vabbe'.
Post by GCPillan
Proseguo...
To get around this, the Taiwanese have used a pronunciation guide known
as bopomofo and the mainland Chinese are using a pinyin system, both
with the aim of bridging Bai-hua and the spoken Putonghua (known as
Guo-Yu language of the country in Taiwan).
Ora, se fosse vero che, come dici, sei "in grado di leggere a voce alta
un testo che contiene parole che non conosco" perché non ci riescono i
cinesi stessi?
Perché l'indicazione della pronuncia data dalla scrittura cinese è labile e
incerta, in quanto il sistema di scrittura è solo parzialmente fonetico e,
soprattutto, in quanto dopo quattro o cinque millenni di evoluzione fonetica
grafia e pronuncia si sono divaricate enormemente.

Ho parlato infatti di "indovinare" la pronuncia: mica ci si riesce sempre.
Post by GCPillan
Perché hanno introdotto il bopomofo e il pinyin?
Per trascrivere la pronuncia dei caratteri sui dizionari.

Cioè, esattamente per la stessa ragione per cui anche i dizionari di lingue
scritte con il *nostro* *alfabeto* hanno introdotto notazioni analoghe:

http://www.bartleby.com/61/12.html
http://www.garzantilinguistica.it/interna_ita.html?parola=29097
Post by GCPillan
Sull'esempio del dottore e del dizionario non entro nel merito se non
per dire una cosa semplicissima. Noi ci presentiamo dicendo nome e
cognome. Il biglietto da visita lo riteniamo utile solo per i recapiti.
I giapponesi invece si presentano con il biglietto da visita perché
senza la rappresentazione grafica non potrebbero "comunicare" come si
chiamano se non con l'ausilio di una lavagna o di qualche minuto di
descrizione dei caratteri, spesso storici e poco comuni che compongono
il loro nome.
Altolà, giovinotto! Io ho detto che si può intuire la pronuncia delle parole
scritte, non che sia possibile anche l'intuizione opposta!

Se è facile immaginare che il carattere "sbriciolare" si pronuncia "yan",
non è altrettanto facile (e anzi è forse impossibile) intuire che la parola
"yan" = "sbriciolare" si scriva in quel dato modo.

Inoltre, come ripeto, il caso del giapponese è *molto* più complicato,
perché loro usano solitamente ogni carattere per scrivere almeno *due*
parole completamente diverse: la parola cinese per cui è stato
originariamente inventato e una o più parole giapponesi che hanno grosso
modo lo stesso significato. Inoltre, la grafia dei nomi propri giapponese è
spesso veramente capricciosa, tanto che si direbbe che talvolta i genitori
la scelgano deliberatamente per stupire.

--
Cingar


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GCPillan
2005-05-19 19:25:57 UTC
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Post by Cingar
Post by GCPillan
L'ho sentito dire da cinesi.
Il che non mi sembra un granché come referenza. Su un certo newsgroup leggo
(e scrivo) quotidianamente scemenze sulla lingua italiana scritte da
madrelingua italiani...
Post by GCPillan
Ora lo cerco su web...
In fact, speakers of Cantonese and Putonghua are not mutually
intelligible to each other. But because there is one standardized
writing system, they can communicate by writing.
Il fatto di usare "one standardized writing system" non è certo una garanzia
sufficiente per capirsi. Anche noi e i turchi usiamo lo stesso sistema di
scrittura, l'alfabeto latino, ma io i giornale scrito in turco mica lo
capisco. Idem per un giapponese con un giornale in cinese.
Identica scrittura significa identica scrittura, non identico alfabeto!
UNA scrittura significa UNA scrittura UNICA non due scritture che si
assomigliano. Se non so l'inglese non capisco né il parlato né lo
scritto. Le similitudini non possono fare miracoli.

Comunque se hai voglia di contestare tutto quello che ho sentito dire in
Giappone e in Cina e tutto quello che sta scritto da uno che si è preso
la briga di documentare tutta la faccenda della scrittura cinese
significa che non ti interessa CAPIRE ma ti interessa AVER RAGIONE.

Hai ragione.
--
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Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
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Cingar
2005-05-20 08:39:31 UTC
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Post by GCPillan
[...]
Post by Cingar
Il fatto di usare "one standardized writing system" non è certo una
garanzia sufficiente per capirsi. Anche noi e i turchi usiamo lo stesso
sistema di scrittura, l'alfabeto latino, ma io i giornale scrito in
turco mica lo capisco. Idem per un giapponese con un giornale in
cinese.
Identica scrittura significa identica scrittura, non identico alfabeto!
UNA scrittura significa UNA scrittura UNICA non due scritture che si
assomigliano.
E allora vale anche per cantonese e mandarino! MANDARINO E CANTONESE *NON*
SI SCRIVONO NELLO STESSO MODO, e se qualcuno (cinese o eschimese che sia)
t'ha detto il contrario, t'ha detto una scemenza.
Post by GCPillan
Se non so l'inglese non capisco né il parlato né lo
scritto. Le similitudini non possono fare miracoli.
Idem per il cantonese.
Post by GCPillan
Comunque se hai voglia di contestare tutto quello che ho sentito dire in
Giappone e in Cina
Non è che io abbia voglia di "contestare": semplicemente ciò che tu puoi
aver sentito dire in Giappone e in Cina non ha il benché minimo valore.

O le cose le sai o eviti di declamare certezze sulla base di cose che hai
sentito dire chissà quando e da chissà chi.
Post by GCPillan
e tutto quello che sta scritto da uno che si è preso
la briga di documentare tutta la faccenda della scrittura cinese
Eh!? E dove sarebbe 'sta documentazione? M'hai mostrato una specie di blog
dove un tizio (che non sappiamo nemmeno se sa una parola in cinese) fa sue
riflessioni a ruota libera sulla scrittura cinese.

E le sue riflessioni sono talmente "documentate", che in tutta la pagina
non s'è nemmeno preso la briga di fare *un* esempio di frase che si scriva
nello stesso modo in mandarino e in cantonese.
Post by GCPillan
significa che non ti interessa CAPIRE ma ti interessa AVER RAGIONE.
Capire? Da te!? Avere ragione?

Io veramente *so* come funziona la scrittura cinese, e stavo tentando per
l'ennesima volta di *spiegartelo*. Se la cosa non t'interessa, lasciamo
pure perdere.
Post by GCPillan
Hai ragione.
Sì, e senza bisogno che me lo venga a dire tu, grazie.

--
Cingar
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ***@newsland.it
GCPillan
2005-05-20 22:41:03 UTC
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Post by Cingar
Non è che io abbia voglia di "contestare": semplicemente ciò che tu puoi
aver sentito dire in Giappone e in Cina non ha il benché minimo valore.
Ne prendo atto.
Essere andato a Hong Kong (dove si parla cantonese) ed aver osservato
che leggono e scrivono in mandarino non conta nulla. Aver osservato che
nei giornali multilingue esistono inglese e IL cinese non conta nulla.
Post by Cingar
O le cose le sai o eviti di declamare certezze sulla base di cose che hai
sentito dire chissà quando e da chissà chi.
Tu per me vali tanto quanto un cinese o un giapponese per quanto
riguarda questioni di cinese o di giapponese. Anzi, meno.

Inoltre un sito che tratta dell'argomento vale di più di quanto va
scrivendo un tizio qualsiasi su un NG qualsiasi.

Naturalmente su web si può trovar scritta qualsiasi stupidaggine.
Mi pare un po' strano però che Google indicizzi esclusivamente siti che
dicono le stupidaggini che mi bevo io e nessuno che dica le verità che
sostieni tu. Come si spiega?

Ce n'era uno in questo NG che era convinto di strane teorie
sull'inferiorità del cinese eccetera. Lui, pur ammettendo di non sapere
NULLA di giapponese, mi dava dell'ignorante quotidianamente perché io di
giapponese ho solo imparato una ventina di ideogrammi.

L'ho portato su un NG di linguistica. Anzi "IL" NG di linguistica
"sci.lang". Dove le sue perverse teorie sono state derise.
Post by Cingar
Io veramente *so* come funziona la scrittura cinese, e stavo tentando per
l'ennesima volta di *spiegartelo*. Se la cosa non t'interessa, lasciamo
pure perdere.
Me lo insegni come me lo insegnava Nicola Nobili.
Peccato che chi ne sa qualcosa ha poi deriso le sue spiegazioni.

Il titolo di "madrelingua" veniva sostituito da "stupido" non appena il
cinese di turno non lo appoggiava. Sai come è andata a finire?
Ha abbandonato il NG sci.lang perché popolato da cinesi ignoranti e
presuntuosi.
Post by Cingar
Post by GCPillan
Hai ragione.
Sì, e senza bisogno che me lo venga a dire tu, grazie.
Prego.

Nella mia vita ho incontrato qualche collega cinese che ignora i fatti
della sua lingua. Qualche collega giapponese che ignorava la sua.
Qualche sito web che dice un mare di stupidaggini, casualmente in comune
con quelle da me apprese dagli amici giapponesi.

Ma ora ho trovato il grande maestro, quello della verità assoluta.
Che però non sa portare alcunché a supporto delle sue verità.
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
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Cingar
2005-05-23 09:14:45 UTC
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Post by GCPillan
Post by Cingar
Non è che io abbia voglia di "contestare": semplicemente ciò che tu puoi
aver sentito dire in Giappone e in Cina non ha il benché minimo valore.
Ne prendo atto.
Come no...
Post by GCPillan
Essere andato a Hong Kong (dove si parla cantonese) ed aver osservato
che leggono e scrivono in mandarino non conta nulla.
Ma certo che non conta nulla, cacchio! Anche se vai a Helsinki osserverai
che tutti leggono e scrivono l'inglese, ma da questo non puoi trarre la
conclusione che finnico e inglese e siano la stessa lingua.

Il mandarino (o putonghua) è la lingua ufficiale di *tutta* la cina, Hong
Kong compresa. Nelle scuole di Hong Kong di ogno ordine e grado il mandarino
è materia obbligatoria. Ma, soprattutto, pressoché tutti i libri e i
giornali si stampano in mandarino. In cantonese si stampano al massimo
racconti, poesie, teatro popolare.

Prova ad andare a Pechino e vedere se leggono con altrettanta facilità un
testo in cantonese. O a Londra a vedere se tutti sanno leggere e scrivere il
finnico.
Post by GCPillan
Aver osservato che
nei giornali multilingue esistono inglese e IL cinese non conta nulla.
Più che non contare nulla, non capisco che significhi. Quando si dice "IL
cinese" s'intende il mandarino.
Post by GCPillan
Post by Cingar
O le cose le sai o eviti di declamare certezze sulla base di cose che hai
sentito dire chissà quando e da chissà chi.
Tu per me vali tanto quanto un cinese o un giapponese per quanto
riguarda questioni di cinese o di giapponese. Anzi, meno.
Quindi, non vedo a che scopo continuare la conversazione: continua a credere
al primo cinese che passa, se così t'aggrada.
Post by GCPillan
Inoltre un sito che tratta dell'argomento vale di più di quanto va
scrivendo un tizio qualsiasi su un NG qualsiasi.
Questa è bella, dài!!!

Allora trascrivo i miei post su un bel sito web, ed ecco fatto. Da pirla
qualsiasi divento un'autorità in materia a cui il Pillan crederà ciecamente.
Post by GCPillan
Naturalmente su web si può trovar scritta qualsiasi stupidaggine.
Ah, ecco.
Post by GCPillan
Mi pare un po' strano però che Google indicizzi esclusivamente siti che
dicono le stupidaggini che mi bevo io e nessuno che dica le verità che
sostieni tu. Come si spiega?
Come si spiega cosa?

Di siti web che spiegano il funzionamento della scrittura cinese ne ho visti
a iosa, e non me ne ricordo nemmeno uno che dica stupidaggini: al massimo
qualche inesattezza qua e là. Si tratta solo di leggerli con pazienza e di
cercare di *capire* quel che si legge.
Post by GCPillan
Ce n'era uno in questo NG che era convinto di strane teorie
sull'inferiorità del cinese eccetera. Lui, pur ammettendo di non sapere
NULLA di giapponese, mi dava dell'ignorante quotidianamente perché io di
giapponese ho solo imparato una ventina di ideogrammi.
L'ho portato su un NG di linguistica. Anzi "IL" NG di linguistica
"sci.lang". Dove le sue perverse teorie sono state derise.
E io che minchia c'entro con tutto ciò?
Post by GCPillan
Post by Cingar
Io veramente *so* come funziona la scrittura cinese, e stavo tentando per
l'ennesima volta di *spiegartelo*. Se la cosa non t'interessa, lasciamo
pure perdere.
Me lo insegni come me lo insegnava Nicola Nobili.
Ai tuoi amichetti internettari paragonaci tua sorella, grazie.
Post by GCPillan
Peccato che chi ne sa qualcosa ha poi deriso le sue spiegazioni.
Il titolo di "madrelingua" veniva sostituito da "stupido" non appena il
cinese di turno non lo appoggiava. Sai come è andata a finire?
Ha abbandonato il NG sci.lang perché popolato da cinesi ignoranti e
presuntuosi.
E con tutto ciò io che minchia c'entro?
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Hai ragione.
Sì, e senza bisogno che me lo venga a dire tu, grazie.
Prego.
Nella mia vita ho incontrato qualche collega cinese che ignora i fatti
della sua lingua. Qualche collega giapponese che ignorava la sua.
Non mi pare una cosa stupefacente. E c'è anche da tenere in conto la
possibilità che tu non abbia capito ciò che t'anno raccontato. O che tu
l'abbia capito benissimo ma ti diverta a fare il bastian contrario.
Post by GCPillan
Qualche sito web che dice un mare di stupidaggini, casualmente in comune
con quelle da me apprese dagli amici giapponesi.
Se vuoi ti trovo decine di siti web che sostengono che la terra è piatta. E
pure qualche amico giapponese che li avalla.
Post by GCPillan
Ma ora ho trovato il grande maestro, quello della verità assoluta.
Che però non sa portare alcunché a supporto delle sue verità.
A supporto delle risapute banalità che ho spiegato, ho portato parecchi
argomenti ed esempi, ho citato siti web, posso citare libri.

--
Cingar


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
GCPillan
2005-05-23 19:11:57 UTC
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Post by Cingar
Post by GCPillan
Post by Cingar
Non è che io abbia voglia di "contestare": semplicemente ciò che tu puoi
aver sentito dire in Giappone e in Cina non ha il benché minimo valore.
Ne prendo atto.
Come no...
Post by GCPillan
Essere andato a Hong Kong (dove si parla cantonese) ed aver osservato
che leggono e scrivono in mandarino non conta nulla.
Ma certo che non conta nulla, cacchio! Anche se vai a Helsinki osserverai
che tutti leggono e scrivono l'inglese, ma da questo non puoi trarre la
conclusione che finnico e inglese e siano la stessa lingua.
Il mandarino (o putonghua) è la lingua ufficiale di *tutta* la cina, Hong
Kong compresa. Nelle scuole di Hong Kong di ogno ordine e grado il mandarino
è materia obbligatoria. Ma, soprattutto, pressoché tutti i libri e i
giornali si stampano in mandarino. In cantonese si stampano al massimo
racconti, poesie, teatro popolare.
Prova ad andare a Pechino e vedere se leggono con altrettanta facilità un
testo in cantonese. O a Londra a vedere se tutti sanno leggere e scrivere il
finnico.
Post by GCPillan
Aver osservato che
nei giornali multilingue esistono inglese e IL cinese non conta nulla.
Più che non contare nulla, non capisco che significhi. Quando si dice "IL
cinese" s'intende il mandarino.
Post by GCPillan
Post by Cingar
O le cose le sai o eviti di declamare certezze sulla base di cose che
hai
Post by GCPillan
Post by Cingar
sentito dire chissà quando e da chissà chi.
Tu per me vali tanto quanto un cinese o un giapponese per quanto
riguarda questioni di cinese o di giapponese. Anzi, meno.
Quindi, non vedo a che scopo continuare la conversazione: continua a credere
al primo cinese che passa, se così t'aggrada.
Post by GCPillan
Inoltre un sito che tratta dell'argomento vale di più di quanto va
scrivendo un tizio qualsiasi su un NG qualsiasi.
Questa è bella, dài!!!
Allora trascrivo i miei post su un bel sito web, ed ecco fatto. Da pirla
qualsiasi divento un'autorità in materia a cui il Pillan crederà ciecamente.
Post by GCPillan
Naturalmente su web si può trovar scritta qualsiasi stupidaggine.
Ah, ecco.
Post by GCPillan
Mi pare un po' strano però che Google indicizzi esclusivamente siti che
dicono le stupidaggini che mi bevo io e nessuno che dica le verità che
sostieni tu. Come si spiega?
Come si spiega cosa?
Di siti web che spiegano il funzionamento della scrittura cinese ne ho visti
a iosa, e non me ne ricordo nemmeno uno che dica stupidaggini: al massimo
qualche inesattezza qua e là. Si tratta solo di leggerli con pazienza e di
cercare di *capire* quel che si legge.
Post by GCPillan
Ce n'era uno in questo NG che era convinto di strane teorie
sull'inferiorità del cinese eccetera. Lui, pur ammettendo di non sapere
NULLA di giapponese, mi dava dell'ignorante quotidianamente perché io di
giapponese ho solo imparato una ventina di ideogrammi.
L'ho portato su un NG di linguistica. Anzi "IL" NG di linguistica
"sci.lang". Dove le sue perverse teorie sono state derise.
E io che minchia c'entro con tutto ciò?
Post by GCPillan
Post by Cingar
Io veramente *so* come funziona la scrittura cinese, e stavo tentando
per
Post by GCPillan
Post by Cingar
l'ennesima volta di *spiegartelo*. Se la cosa non t'interessa, lasciamo
pure perdere.
Me lo insegni come me lo insegnava Nicola Nobili.
Ai tuoi amichetti internettari paragonaci tua sorella, grazie.
Post by GCPillan
Peccato che chi ne sa qualcosa ha poi deriso le sue spiegazioni.
Il titolo di "madrelingua" veniva sostituito da "stupido" non appena il
cinese di turno non lo appoggiava. Sai come è andata a finire?
Ha abbandonato il NG sci.lang perché popolato da cinesi ignoranti e
presuntuosi.
E con tutto ciò io che minchia c'entro?
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
Hai ragione.
Sì, e senza bisogno che me lo venga a dire tu, grazie.
Prego.
Nella mia vita ho incontrato qualche collega cinese che ignora i fatti
della sua lingua. Qualche collega giapponese che ignorava la sua.
Non mi pare una cosa stupefacente. E c'è anche da tenere in conto la
possibilità che tu non abbia capito ciò che t'anno raccontato. O che tu
l'abbia capito benissimo ma ti diverta a fare il bastian contrario.
Post by GCPillan
Qualche sito web che dice un mare di stupidaggini, casualmente in comune
con quelle da me apprese dagli amici giapponesi.
Se vuoi ti trovo decine di siti web che sostengono che la terra è piatta. E
pure qualche amico giapponese che li avalla.
Post by GCPillan
Ma ora ho trovato il grande maestro, quello della verità assoluta.
Che però non sa portare alcunché a supporto delle sue verità.
A supporto delle risapute banalità che ho spiegato, ho portato parecchi
argomenti ed esempi, ho citato siti web, posso citare libri.
--
Cingar
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Ho riportato il tuo pezzo per intero anche se solitamente non si fa.
Solo leggendolo interamente si capisce che ti manca la capacità di
capire un pezzo nella sua interezza, tant'è che rispondi alle singole
affermazioni perdendo di vista l'ironia generale del discorso.
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-24 09:14:45 UTC
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Post by GCPillan
[...]
Ho riportato il tuo pezzo per intero anche se solitamente non si fa.
Solo leggendolo interamente si capisce che ti manca la capacità di
capire un pezzo nella sua interezza, tant'è che rispondi alle singole
affermazioni perdendo di vista l'ironia generale del discorso.
"L'ironia generale del discorso" è quella che io chiamo "autoironia
involontaria" e si traduce sostanzialmente in questo: "Io la scrittura
cinese la conosco molto meglio di te perché una volta ho conosciuto un
giapponese".

Ci risentiamo alla prossima discussione sull'ingegneria elettronica, materia
che io conosco molto meglio di te perché una volta ho mangiato un gelato in
compagnia di un bidello del Politecnico.

--
Cingar


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
GCPillan
2005-05-25 23:12:40 UTC
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Post by Cingar
Post by GCPillan
[...]
Ho riportato il tuo pezzo per intero anche se solitamente non si fa.
Solo leggendolo interamente si capisce che ti manca la capacità di
capire un pezzo nella sua interezza, tant'è che rispondi alle singole
affermazioni perdendo di vista l'ironia generale del discorso.
"L'ironia generale del discorso" è quella che io chiamo "autoironia
involontaria" e si traduce sostanzialmente in questo: "Io la scrittura
cinese la conosco molto meglio di te perché una volta ho conosciuto un
giapponese".
Non solo il pezzo che ho riportato dimostra che mastichi solo un
pezzo di discorso per volta perdendo di vista la globalità,

ma questa tua risposta LO CONFERMA!

Dai miei discorsi non è mai emersa la stupidaggine che citi. Mai.
L'hai creata tu pizzicando singole parole da un contesto vasto.

Tanto per rinfrescarti la memoria, la questione dell'ideogramma "pesce"
che mi era stata raccontata a cena da una ragazza giapponese, avrebbe
potuto essere una stupidaggine, ma prima di dirla qui l'ho verificata
portando casi presi da un libretto sulla lingua giapponese. Libretto
superficiale per turisti, certo, ma il suo contenuto non è stato finora
contestato da nessuno, neppure da te.

Tanto per rinfrescarti la memoria, la questione dei dialetti mutuamente
incomprensibili, che mi era stata raccontata da un tizio fi Hong Kong,
non l'ho scritta senza averla prima verificata su web, tant'è che sei
arrivato pure a dire che era "ovvia" dopo averla inizialmente derisa.
Post by Cingar
Ci risentiamo alla prossima discussione sull'ingegneria elettronica, materia
che io conosco molto meglio di te perché una volta ho mangiato un gelato in
compagnia di un bidello del Politecnico.
A parte che la competenza di un cinese sulla sua lingua non è neppure
lontanamente paragonabile alla competenza di elettronica di un bidello
del Politecnico (e già questo rende il tuo paragone ridicolo), non è
assolutamente escluso che un bidello hobbista di montaggi elettronici
non sappia alcune cose che un ingegnere elettronico ignora. Anzi, è
praticamente certo! Dato l'elevato grado di astrazione di certi studi è
più facile che un appassionato sappia far funzionare un circuito
rispetto a un ingegnere elettronico.


Tu mi attribuisci un pensiero che nego risolutamente, ovvero:

"Io la scrittura cinese la conosco molto meglio di te perché una volta
ho conosciuto un giapponese".

Bimbo, non siamo un competizione sulla conoscenza della lingua cinese
perché io non ho mai sostenuto di sapere una sola parola.


Ma questa frase è un tuo autogol perché la si può adattare a te:

"Io posso dire qualsiasi cosa sulla scrittura cinese perché l'ho
studiata meglio di qualsiasi pechinese o cantonese che possa aver
scritto su web qualcosa sull'argomento".
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-26 10:21:08 UTC
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Post by GCPillan
[...]
Non solo il pezzo che ho riportato dimostra che mastichi solo un
pezzo di discorso per volta perdendo di vista la globalità,
ma questa tua risposta LO CONFERMA!
Bastava chiedermelo e te l'avrei confermato io.
Post by GCPillan
Dai miei discorsi non è mai emersa la stupidaggine che citi. Mai.
L'hai creata tu pizzicando singole parole da un contesto vasto.
Tu pensa a scrivere, io penso a leggere.
Post by GCPillan
Tanto per rinfrescarti la memoria, la questione dell'ideogramma "pesce"
che mi era stata raccontata a cena da una ragazza giapponese, avrebbe
potuto essere una stupidaggine, ma prima di dirla qui l'ho verificata
portando casi presi da un libretto sulla lingua giapponese. Libretto
superficiale per turisti, certo, ma il suo contenuto non è stato finora
contestato da nessuno, neppure da te.
E perché mai avrei dovuto contestarla? Hai semplicemente fatto un esempio
dell'aspetto più ovvio e risaputo della scrittura cinese: l'esistenza dei
*RADICALI*.

I nomi di pesce contengono il radicale "pesce", i nomi di malattia
contengono il radicale "malattia", i nomi di albero contengono il radicale
"albero", ecc.

Io mi sono limitato a fare un esempio della seconda cosa più ovvia e
risaputa della scrittura cinese: l'esistenza delle *FONETICHE* (o
"complementi fonetici").

Le parole pronunciate "ma" hanno la fonetica "cavallo" o "canapa" (pronuncia
"ma"), le parole pronunciate "ding" hanno la fonetica "chiodo" (pronuncia
"ding"), le parole pronunciate "bao" o "pao" hanno la fonetica "imballaggio"
(pronuncia "bao").

Una volta che uno ha capito questi due principi fondamentali, ha
sostanzialmente capito il funzionamento della scrittura cinese e sa perché
non la si definisce "ideografica". Tutto il resto sono dettagli per chi
vuole approfondire.

Tanto per rinfrescare la memoria a te, io ho capito e approvato il tuo
semplice esempio sui radicali, ma ancora devo avere il benché minimo segno
del fatto che tu abbia almeno percepito il mio altrettanto semplice esempio
sulle fonetiche.
Post by GCPillan
Tanto per rinfrescarti la memoria, la questione dei dialetti mutuamente
incomprensibili, che mi era stata raccontata da un tizio fi Hong Kong,
non l'ho scritta senza averla prima verificata su web, tant'è che sei
arrivato pure a dire che era "ovvia" dopo averla inizialmente derisa.
Per l'ultima volta, non l'ho derisa ma ho detto che non essa dipende dalle
caratteristiche della scrittura cinese ma piuttosto dalla similitudine dei
dialetti cinesi.

Ho anche cercato di approfondire, motivare o spiegare questa mia
affermazione, ma ovviamente l'ho fatto invano visto che tu non hai nemmeno
capito l'obiezione iniziale.
Post by GCPillan
Post by Cingar
Ci risentiamo alla prossima discussione sull'ingegneria elettronica, materia
che io conosco molto meglio di te perché una volta ho mangiato un gelato in
compagnia di un bidello del Politecnico.
A parte che la competenza di un cinese sulla sua lingua non è neppure
lontanamente paragonabile alla competenza di elettronica di un bidello
del Politecnico (e già questo rende il tuo paragone ridicolo), non è
assolutamente escluso che un bidello hobbista di montaggi elettronici
non sappia alcune cose che un ingegnere elettronico ignora. Anzi, è
praticamente certo! Dato l'elevato grado di astrazione di certi studi è
più facile che un appassionato sappia far funzionare un circuito
rispetto a un ingegnere elettronico.
"Io la scrittura cinese la conosco molto meglio di te perché una volta
ho conosciuto un giapponese".
Bimbo, non siamo un competizione sulla conoscenza della lingua cinese
perché io non ho mai sostenuto di sapere una sola parola.
Questo non c'entra niente. Nemeno io so il giapponese, eppure capisco
perfettamente il funzionamento della scrittura giapponese.

E un sacco di gente sa perfettamente come funzionano entrambe le scritture
senza sapere una parola di nessuna delle due lingue.
Post by GCPillan
"Io posso dire qualsiasi cosa sulla scrittura cinese perché l'ho
studiata meglio di qualsiasi pechinese o cantonese che possa aver
scritto su web qualcosa sull'argomento".
No, posso (e posso!) fare ciò semplicemente perché, per mio interesse
personale, mi sono preso la briga di informarmi su come funzionano queste
scritture e tutte le altre scritture del mondo. Sapere un po' di cinese
aiuta, senz'altro, ma t'assicuro che imparare il funzionamento di una
scrittura è cosa infinitamente più semplice e veloce che imparare una
qualsiasi lingua.

Se davvero t'interessa capire come funziona la scrittura cinese (o, più
verosimilmente, assicurarti d'averlo già capito), e non solo scassare il
piripillo a me, lo puoi capire da qualsiasi libriccino o sito web che tratta
dell'argomento. E ce ne sono infiniti.

Per esempio, la ventina di Q/A della FAQ del sito Zhongwen (citatato
innumerevoli volte in queste discussioni) bastano e avanzano per scoprire
tutto ciò che c'è da sapere sul cinese:

http://www.zhongwen.com/x/faq.htm

Per sapere come stanno le cose (come *stanno*, non come io o qualcun altro
riteniamo che stiano) sui dui argomenti di cui faticosamente si è parlato in
questa nostra discussione (come sono formati i caratteri cinesi e quanto
diversi siano i dialetti cinesi fra loro), bastano queste due Q/A:

http://www.zhongwen.com/x/faq6.htm
http://www.zhongwen.com/x/faq10.htm

--
Cingar


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
GCPillan
2005-05-20 22:50:45 UTC
Permalink
Cingar,
Provo a spiegarti ancora una volta come io vedo la questione delle
lingue diverse che condividono una scrittura standard uguale per
entrambe. Se trovi degli errori in quel che scrivo non hai che da
segnalarlo. E' tutta robaccia appresa a Hong Kong e su web.

Un lettore di un giornale scritto in putonghua (cinese standard) può
interpretarlo e leggerlo in cantonese così come può leggerlo in
putonghua. Se lo legge in cantonese sta parlando cantonese, se lo legge
in putonghua sta parlando mandarino. Un cantonese lo leggerà con la
dizione cantonese, a meno che debba farsi capire da un parlante mandarino.

Ciò significa che lo stesso identico giornale può essere letto a Beijing
come a Guangchou ed essere perfettamente capito dai pechinesi parlanti
mandarino e dai cantonesi parlanti cantonese.

Lo stesso identico giornale viene perfettamente compreso da parlanti due
lingue così distanti tra loro da essere difficilmente comprensibili.

Quando dico che sono incomprensibili non intendo essere assolutista.
Intendo dire che non si capisce un discorso evoluto, come un italiano
non capisce un tedesco. Non sto parlando di lingue simili con una
scrittura simile come italiano e francese. Sto parlando di lingue molto
più distanti oralmente e molto più vicine nello scritto, praticamente
coincidenti.

Ovviamente la situazione non è simmetrica.
Siccome la scrittura rappresenta il mandarino, il cantonese scritto
formalmente dovrà adeguarsi molto al mandarino, con il vantaggio di
poter essere letto senza difficoltà da chi NON conosce il cantonese ma
solo il mandarino.

Molto peggio capita per il pechinese che si trovasse ad ascoltare il
cantonese. Ma capirà perfettamente non appena il cantonese scrive.

Non è la stessa situazione che c'è tra un turco e un italiano.
Perché in Turchia non insegnano a scrivere in italiano e libri e
giornali non escono scritti in italiano. Se non capisco un turco mentre
parla, non potrò ricorrere alla possibilità di farmi scrivere in
italiano quel che dice.

Non è la stessa situazione che c'è tra un francese e un italiano.
Perché i vari dialetti cinesi sono spesso molto più distanti.

Solo negli ultimi decenni ha cominciato a prendere piede la scrittura
cantonese informale che però NON E' la scrittura cinese. Non si può
usare a scuola quando scrivi cinese, e sebbene usata nei giornali
popolari NON E' la scrittura che viene insegnata a scuola e che trovi
nei libri e nella maggior parte dei giornali. In altre parole, tutti i
cinesi che vanno a scuola hanno imparato a scrivere tutti allo stesso
modo, indipendentemente dalla loro madrelingua. Questo gli consente di
avere una scrittura comune anche tra lingue distanti tra loro.
Post by Cingar
Io veramente *so* come funziona la scrittura cinese, e stavo tentando per
l'ennesima volta di *spiegartelo*. Se la cosa non t'interessa, lasciamo
pure perdere.
Ovviamente l'argomento mi interessa. Altrimenti non sarei qui.

Quello che non mi piace è che tu dichiari tutto sbagliato quel che
dicono i cinesi e tutto giusto quel che dichiari tu.

Non ti pare d'essere un po' presuntuoso?

Io posso (a fatica) considerare la possibilità che la mia percezione
della situazione sia imperfetta e che tu possa chiarirla, ma non riesco
davvero a concepire che tutto quel poco che so sia tutto sbagliato!
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-23 09:52:45 UTC
Permalink
Post by Karla
Cingar,
Provo a spiegarti ancora una volta come io vedo la questione delle
lingue diverse che condividono una scrittura standard uguale per
entrambe. Se trovi degli errori in quel che scrivo non hai che da
segnalarlo. E' tutta robaccia appresa a Hong Kong e su web.
Un lettore di un giornale scritto in putonghua (cinese standard) può
interpretarlo e leggerlo in cantonese > così come può leggerlo in
putonghua.
Prima obiezione: questo non è vero.

Ovviamente può leggere pronunciando "alla cantonese", per ignoranza o per
scherzo. Ma anch'io posso farlo con il francese: "Kommènt kà và? Trèss biènn
mèrtci".
Post by Karla
Se lo legge in cantonese sta parlando cantonese,
Neanche per sogno! non più di quanto io parli italiano quando dico "Kommènt
kà và?"

Buona parte del dizionario e della grammatica del mandarino e del cantonese
sono identici salvo la pronuncia leggermente diversa (idem per francese e
italiano), ma una parte non indifferente delle due lingue è completamente
diversa.

Tanto per darti un'idea, le due lingue usano parole diverse (e dunque
*scritte* con caratteri diversi, e talvolta anche con una sintassi diversa)
per esprimere i concetti corrispondenti ai nostri verbi "essere", "esserci"
e "avere". A Hong Kong, poi, usano parole diverse (spesso prese
dall'inglese, e scritte con logogrammi di invenzione recente) per un sacco
di cose inerenti la vita moderna.
Post by Karla
se lo legge
in putonghua sta parlando mandarino. Un cantonese lo leggerà con la
dizione cantonese, a meno che debba farsi capire da un parlante mandarino.
Ciò significa che lo stesso identico giornale può essere letto a Beijing
come a Guangchou ed essere perfettamente capito dai pechinesi parlanti
mandarino e dai cantonesi parlanti cantonese.
Questo solo perché tutti i cantonesi parlano mandarino, e i giornali sono
scritti *solo* in mandarino.
Post by Karla
Lo stesso identico giornale viene perfettamente compreso da parlanti due
lingue così distanti tra loro da essere difficilmente comprensibili.
Lo stesso per noi: il piemontese è molto diverso dall'italiano, eppure tu
che sei piemontese leggi il giornale in italiano. Questo perché in Piemonte
a scuola si studia l'italiano, mica il piemontese.
Post by Karla
Quando dico che sono incomprensibili non intendo essere assolutista.
Intendo dire che non si capisce un discorso evoluto, come un italiano
non capisce un tedesco. Non sto parlando di lingue simili con una
scrittura simile come italiano e francese. Sto parlando di lingue molto
più distanti oralmente e molto più vicine nello scritto, praticamente
coincidenti.
Correggimi se sbaglio: le due lingue che stai confrontando con tanta
sicurezza tu *non* le conosci affatto, dico bene?
Post by Karla
Ovviamente la situazione non è simmetrica.
Siccome la scrittura rappresenta il mandarino,
No, dico, ma allora mi pigli in giro? Vedi che le cose le sai?
Post by Karla
il cantonese scritto
formalmente dovrà adeguarsi molto al mandarino, con il vantaggio di
poter essere letto senza difficoltà da chi NON conosce il cantonese ma
solo il mandarino.
Molto peggio capita per il pechinese che si trovasse ad ascoltare il
cantonese.
Perché a Pechino il cantonese non si studia...
Post by Karla
Ma capirà perfettamente non appena il cantonese scrive.
Ovvio. Per le ragioni che dicevamo settimana scorsa.
Post by Karla
Non è la stessa situazione che c'è tra un turco e un italiano.
Certo che no. Quella è la situazione di un giapponese che cerchi di leggere
il cinese.

Il nostro pechinese che cerca di leggere il cantonese si trova nella stessa
situzione di un francese che cerchi di leggere l'italiano. Con una piccola
differenza: i francesi l'italiano lo studiano spesso a scuola, i pechinesi
il cantonese lo studiano al massimo all'università se scelgono
"dialettologia".
Post by Karla
Perché in Turchia non insegnano a scrivere in italiano e libri e
giornali non escono scritti in italiano. Se non capisco un turco mentre
parla, non potrò ricorrere alla possibilità di farmi scrivere in
italiano quel che dice.
Non è la stessa situazione che c'è tra un francese e un italiano.
Perché i vari dialetti cinesi sono spesso molto più distanti.
Questo lo sai perché conosci almeno un po' due dialetti cinesi (quali) o
perché te l'ha detto un tuo amico cinese che non conosce nemmeno un po' due
dialetti neolatini?
Post by Karla
Solo negli ultimi decenni ha cominciato a prendere piede la scrittura
cantonese informale che però NON E' la scrittura cinese. Non si può
usare a scuola quando scrivi cinese, e sebbene usata nei giornali
popolari NON E' la scrittura che viene insegnata a scuola e che trovi
nei libri e nella maggior parte dei giornali. In altre parole, tutti i
cinesi che vanno a scuola hanno imparato a scrivere tutti allo stesso
modo, indipendentemente dalla loro madrelingua. Questo gli consente di
avere una scrittura comune anche tra lingue distanti tra loro.
Tutto corretto. Ma ti rendi conto che questo confuta completamente tutto ciò
che hai detto sulla scrittura cinese che sarebbe comprensibile a parlanti di
lingue diverse?
Post by Karla
Post by Cingar
Io veramente *so* come funziona la scrittura cinese, e stavo tentando per
l'ennesima volta di *spiegartelo*. Se la cosa non t'interessa, lasciamo
pure perdere.
Ovviamente l'argomento mi interessa. Altrimenti non sarei qui.
Quello che non mi piace è che tu dichiari tutto sbagliato quel che
dicono i cinesi e tutto giusto quel che dichiari tu.
E dove avrei dichiarato una cosa del genere!? Anzi! Io difendo solo la
concezione che i linguisti cinesi hanno da sempre della loro scrittura, e
rigetto le assurde fantasie "ideografiche" inventate dagli eruditi europei
settecenteschi che non sapevano una parola di cinese: fantasie che purtroppo
hanno ancora uno strascio nelle concezioni popolari degli europei del XXI
secolo. Fra parentesi, questa non è una mia posizione anticonformista ma
semplicemente ciò che ho appreso essere la concezione *unanime* dei
linguistici moderni dentro e fuori la Cina.

Ovvio che se capita *un* cinese, magari assolutamente digiuno di
linguistica, che dice *una* cazzata sulla lingua cinese, sarò anche libero
di farlo notare. O no?
Post by Karla
Non ti pare d'essere un po' presuntuoso?
Oh santa maro'! Tu me lo dici!?
Post by Karla
Io posso (a fatica) considerare la possibilità che la mia percezione
della situazione sia imperfetta e che tu possa chiarirla, ma non riesco
davvero a concepire che tutto quel poco che so sia tutto sbagliato!
Ma non è affatto così, mizzica! Leggi le mie prima risposta al tuo primo
messaggio in questo thread: ho sostanzialmente detto che avevi capito bene,
e mi stavo anzi rallegrando di quanto tu capissi meglio la faccenda rispetto
alla prima volta che ne parlammo.

--
Cingar


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
GCPillan
2005-05-23 19:25:00 UTC
Permalink
Post by Cingar
Post by Karla
Cingar,
Provo a spiegarti ancora una volta come io vedo la questione delle
lingue diverse che condividono una scrittura standard uguale per
entrambe. Se trovi degli errori in quel che scrivo non hai che da
segnalarlo. E' tutta robaccia appresa a Hong Kong e su web.
Un lettore di un giornale scritto in putonghua (cinese standard) può
interpretarlo e leggerlo in cantonese > così come può leggerlo in
putonghua.
Prima obiezione: questo non è vero.
Ovviamente può leggere pronunciando "alla cantonese", per ignoranza o per
scherzo. Ma anch'io posso farlo con il francese: "Kommènt kà và? Trèss biènn
mèrtci".
Post by Karla
Se lo legge in cantonese sta parlando cantonese,
Neanche per sogno! non più di quanto io parli italiano quando dico "Kommènt
kà và?"
Buona parte del dizionario e della grammatica del mandarino e del cantonese
sono identici salvo la pronuncia leggermente diversa (idem per francese e
italiano), ma una parte non indifferente delle due lingue è completamente
diversa.
Tanto per darti un'idea, le due lingue usano parole diverse (e dunque
*scritte* con caratteri diversi, e talvolta anche con una sintassi diversa)
per esprimere i concetti corrispondenti ai nostri verbi "essere", "esserci"
e "avere". A Hong Kong, poi, usano parole diverse (spesso prese
dall'inglese, e scritte con logogrammi di invenzione recente) per un sacco
di cose inerenti la vita moderna.
Post by Karla
se lo legge
in putonghua sta parlando mandarino. Un cantonese lo leggerà con la
dizione cantonese, a meno che debba farsi capire da un parlante mandarino.
Ciò significa che lo stesso identico giornale può essere letto a Beijing
come a Guangchou ed essere perfettamente capito dai pechinesi parlanti
mandarino e dai cantonesi parlanti cantonese.
Questo solo perché tutti i cantonesi parlano mandarino, e i giornali sono
scritti *solo* in mandarino.
Post by Karla
Lo stesso identico giornale viene perfettamente compreso da parlanti due
lingue così distanti tra loro da essere difficilmente comprensibili.
Lo stesso per noi: il piemontese è molto diverso dall'italiano, eppure tu
che sei piemontese leggi il giornale in italiano. Questo perché in Piemonte
a scuola si studia l'italiano, mica il piemontese.
Post by Karla
Quando dico che sono incomprensibili non intendo essere assolutista.
Intendo dire che non si capisce un discorso evoluto, come un italiano
non capisce un tedesco. Non sto parlando di lingue simili con una
scrittura simile come italiano e francese. Sto parlando di lingue molto
più distanti oralmente e molto più vicine nello scritto, praticamente
coincidenti.
Correggimi se sbaglio: le due lingue che stai confrontando con tanta
sicurezza tu *non* le conosci affatto, dico bene?
Post by Karla
Ovviamente la situazione non è simmetrica.
Siccome la scrittura rappresenta il mandarino,
No, dico, ma allora mi pigli in giro? Vedi che le cose le sai?
Post by Karla
il cantonese scritto
formalmente dovrà adeguarsi molto al mandarino, con il vantaggio di
poter essere letto senza difficoltà da chi NON conosce il cantonese ma
solo il mandarino.
Molto peggio capita per il pechinese che si trovasse ad ascoltare il
cantonese.
Perché a Pechino il cantonese non si studia...
Post by Karla
Ma capirà perfettamente non appena il cantonese scrive.
Ovvio. Per le ragioni che dicevamo settimana scorsa.
Post by Karla
Non è la stessa situazione che c'è tra un turco e un italiano.
Certo che no. Quella è la situazione di un giapponese che cerchi di leggere
il cinese.
Il nostro pechinese che cerca di leggere il cantonese si trova nella stessa
situzione di un francese che cerchi di leggere l'italiano. Con una piccola
differenza: i francesi l'italiano lo studiano spesso a scuola, i pechinesi
il cantonese lo studiano al massimo all'università se scelgono
"dialettologia".
Post by Karla
Perché in Turchia non insegnano a scrivere in italiano e libri e
giornali non escono scritti in italiano. Se non capisco un turco mentre
parla, non potrò ricorrere alla possibilità di farmi scrivere in
italiano quel che dice.
Non è la stessa situazione che c'è tra un francese e un italiano.
Perché i vari dialetti cinesi sono spesso molto più distanti.
Questo lo sai perché conosci almeno un po' due dialetti cinesi (quali) o
perché te l'ha detto un tuo amico cinese che non conosce nemmeno un po' due
dialetti neolatini?
Post by Karla
Solo negli ultimi decenni ha cominciato a prendere piede la scrittura
cantonese informale che però NON E' la scrittura cinese. Non si può
usare a scuola quando scrivi cinese, e sebbene usata nei giornali
popolari NON E' la scrittura che viene insegnata a scuola e che trovi
nei libri e nella maggior parte dei giornali. In altre parole, tutti i
cinesi che vanno a scuola hanno imparato a scrivere tutti allo stesso
modo, indipendentemente dalla loro madrelingua. Questo gli consente di
avere una scrittura comune anche tra lingue distanti tra loro.
Tutto corretto. Ma ti rendi conto che questo confuta completamente tutto ciò
che hai detto sulla scrittura cinese che sarebbe comprensibile a parlanti di
lingue diverse?
Post by Karla
Post by Cingar
Io veramente *so* come funziona la scrittura cinese, e stavo tentando
per
Post by Karla
Post by Cingar
l'ennesima volta di *spiegartelo*. Se la cosa non t'interessa, lasciamo
pure perdere.
Ovviamente l'argomento mi interessa. Altrimenti non sarei qui.
Quello che non mi piace è che tu dichiari tutto sbagliato quel che
dicono i cinesi e tutto giusto quel che dichiari tu.
E dove avrei dichiarato una cosa del genere!? Anzi! Io difendo solo la
concezione che i linguisti cinesi hanno da sempre della loro scrittura, e
rigetto le assurde fantasie "ideografiche" inventate dagli eruditi europei
settecenteschi che non sapevano una parola di cinese: fantasie che purtroppo
hanno ancora uno strascio nelle concezioni popolari degli europei del XXI
secolo. Fra parentesi, questa non è una mia posizione anticonformista ma
semplicemente ciò che ho appreso essere la concezione *unanime* dei
linguistici moderni dentro e fuori la Cina.
Ovvio che se capita *un* cinese, magari assolutamente digiuno di
linguistica, che dice *una* cazzata sulla lingua cinese, sarò anche libero
di farlo notare. O no?
Post by Karla
Non ti pare d'essere un po' presuntuoso?
Oh santa maro'! Tu me lo dici!?
Post by Karla
Io posso (a fatica) considerare la possibilità che la mia percezione
della situazione sia imperfetta e che tu possa chiarirla, ma non riesco
davvero a concepire che tutto quel poco che so sia tutto sbagliato!
Ma non è affatto così, mizzica! Leggi le mie prima risposta al tuo primo
messaggio in questo thread: ho sostanzialmente detto che avevi capito bene,
e mi stavo anzi rallegrando di quanto tu capissi meglio la faccenda rispetto
alla prima volta che ne parlammo.
--
Cingar
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Riporto tutto anche se non è mia abitudine.
Da quel che scrivi è chiaro che tu, avendo studiato cinese, ti senti in
una botte di ferro rispetto a chi, come me, non l'ha studiato. E ti
senti tranquillo anche se chi, come me, si documenta prima di scrivere
qualcosa.

Da questo deriva la tua presunzione.
Che io non posso avere per definizione perché parto da una situazione di
RICERCA, con una volontà di CAPIRE e non vengo certo qui a spacciarmi
per esperto visto che dichiaratamente non lo sono e la linguistica è il
mio settore. Tu ti senti superiore a chiunque, compresi i cinesi che
sminuisci perché "non linguisti". Ma non occorre essere linguisti per
dire con ragionevolezza "il testo è stampato in putonghua ma io lo leggo
in cantonese". Tant'è che sa rispondere anche alla domanda: "Ma ti
limiti a pronunciare i caratteri in cantonese o nel tuo cervello
interpreti in cantonese?" La risposta la prendo per valida anche da un
non linguista perché anche lui usa la lingua.

Io sono costretto a fidarmi di quel che mi raccontano cinesi e
giapponesi e di quel che trovo scritto su web.
E questo scatena la mia ricerca, la mia voglia di capire.

Tu no, tu pensi di saperla più lunga.

I fatti che ho scritto, tutti i fatti che ho scritto, non solo nascono
"per sentito dire" ma sono avvalorati da diversi siti web che, per la
vastità, dettaglio e precisione sugli argomenti trattati non si prestano
certo ad essere catalogati come ammasso di stupidaggini scritte da un
perditempo. Sono inoltre avvalorati da discussioni avvenute in lingua
inglese tra persone che chiedevano e cinesi che rispondevano. Se anche
ci fosse stato un cinese a sostenere una stupidaggine in risposta ad un
interrogativo sulla sua lingua, sarebbe stato altamente improbabile
ottenere il silenzio da parte degli altri cinesi frequentatori.

Io non porto ciò che so, porto ciò che appare ragionevolmente certo.

Mettiamo la questione del grado di somiglianza tra dialetti paragonati
alla distanza tra lingue europee. Tra i vari siti che trattano il tema
uno mi pare essere di assoluta serietà: http://www.glossika.com porta
tutti gli indici di mutua intelligibilità tra dialetti diversi e spiega
accuratamente come questi vengono computati e come questi vanno
interpretati. Uno studio di tal genere non può, a mio parere, essere
frutto di un appassionato che spara quel che gli passa per la testa. Tu
vuoi irridere i loro numeri? Accomodati.

Mettiamo la questione sui giornali scritti in cantonese. Tu neghi che
esistano, ma è facile trovarne in rete con una banale ricerca, per
esempio sul sito che ospita discussioni sul cinese per chi sta imparando
il cinese. http://www.chinese-forums.com/

Mettiamo la questione dei due cinesi che non si capiscono a voce ma che
si capiscono appena si mettono a scrivere. L'avevi etichettata una
leggenda metropolitana, ricordi? Ma vedo sopra che nel caso che ti ho
fatto del pechinese che non capisce il cantonese ma capisce
perfettamente quel che scrive rispondi "Ovvio".
Ora è diventato "ovvio" quel che giorni fa era "leggenda"?
Ah, allora quel che mi hanno raccontato era "leggenda"?
Non lo era. Quindi non ho motivo di dubitare di loro, ma di te.
Dubito di te perché smentisci te stesso, dubito di te perché spacci per
vere situazioni che sono facilmente verificabili come non vere.

Quindi non sei del tutto irrecuperabile.
E' che parti dall'alto della tua presunzione: hai studiato cinese e stai
parlando con uno che non lo sa e quindi non fai neppure attenzione a
quel che scrivo e ti abbandoni a facili derisioni su cui poi sei
costretto a ritrattare. Ma non è il mio obiettivo, rimani pure della tua
idea. Un NG però è utile quando tutti imparano qualcosa, io da te sui
meccanismi della lingua (la terminologia specialistica non mi interessa,
mi basta quella comune) e tu impari da me qualche fatto che arriva
dall'esperienza o dalla ricerca.
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-24 11:15:59 UTC
Permalink
Post by GCPillan
[...]
Riporto tutto anche se non è mia abitudine.
Come non è tua abitudine trasformare qualsiasi discussione in psicodramma,
vero?
Post by GCPillan
Da quel che scrivi è chiaro che tu, avendo studiato cinese, ti senti in
una botte di ferro rispetto a chi, come me, non l'ha studiato.
Grazie al cazzo. Sennò perché la gente perderebbe tempo a studiare?
Post by GCPillan
E ti
senti tranquillo anche se chi, come me, si documenta prima di scrivere
qualcosa.
Da questo deriva la tua presunzione.
Tu confondi la cognizione di causa con la presunzione.

I presuntuosi solitamente dicono "Non hai capito un cazzo". Io, invece, ho
tentato invano di dirti che hai capito più o meno *tutto* (e ci mancherebbe
altro, visto di quali banalità stiamo parlando) ma ho cercato di aggiungere
o correggere un paio di nozioni a mio avviso importanti.

Chi è pieno di presunzione qui sei solo tu, che pretendi (o fingi, o credi)
di dialogare senza nemmeno ascoltare (o fingendo di non ascoltare, o
convinto di ascoltare) ciò che l'interlocutore dice. Tant'è che spesso ti
ostini a sostenere cose su cui sono d'accordo.
Post by GCPillan
Che io non posso avere per definizione perché parto da una situazione di
RICERCA, con una volontà di CAPIRE e non vengo certo qui a spacciarmi
per esperto visto che dichiaratamente non lo sono e la linguistica è il
mio settore. Tu ti senti superiore a chiunque, compresi i cinesi che
sminuisci perché "non linguisti". Ma non occorre essere linguisti per
dire con ragionevolezza "il testo è stampato in putonghua ma io lo leggo
in cantonese". Tant'è che sa rispondere anche alla domanda: "Ma ti
limiti a pronunciare i caratteri in cantonese o nel tuo cervello
interpreti in cantonese?" La risposta la prendo per valida anche da un
non linguista perché anche lui usa la lingua.
Io sono costretto a fidarmi di quel che mi raccontano cinesi e
giapponesi e di quel che trovo scritto su web.
E questo scatena la mia ricerca, la mia voglia di capire.
Ma quale voglia di capire, fa' il piacere.
Post by GCPillan
Tu no, tu pensi di saperla più lunga.
Visto che ciò di cui stiamo parlando è l'ABC, non pretendo di saperla né
lunga né corta, ma semplicemente di saperla.
Post by GCPillan
I fatti che ho scritto, tutti i fatti che ho scritto, non solo nascono
"per sentito dire" ma sono avvalorati da diversi siti web che, per la
vastità, dettaglio e precisione sugli argomenti trattati non si prestano
certo ad essere catalogati come ammasso di stupidaggini scritte da un
perditempo. Sono inoltre avvalorati da discussioni avvenute in lingua
inglese tra persone che chiedevano e cinesi che rispondevano. Se anche
ci fosse stato un cinese a sostenere una stupidaggine in risposta ad un
interrogativo sulla sua lingua, sarebbe stato altamente improbabile
ottenere il silenzio da parte degli altri cinesi frequentatori.
Io non porto ciò che so, porto ciò che appare ragionevolmente certo.
A dire il vero, non mi pare tu porti nulla a parte un rancore contro
qualcuno o qualcosa che non credo di essere io.
Post by GCPillan
Mettiamo la questione del grado di somiglianza tra dialetti paragonati
alla distanza tra lingue europee. Tra i vari siti che trattano il tema
uno mi pare essere di assoluta serietà: http://www.glossika.com
Dev'essere off-line: io ci vedo solo una riga in russo che dice "Dannaja
Stranica Razrabatyvaestja" (che non so che vuol dire).
Post by GCPillan
porta
tutti gli indici di mutua intelligibilità tra dialetti diversi e spiega
accuratamente come questi vengono computati e come questi vanno
interpretati. Uno studio di tal genere non può, a mio parere, essere
frutto di un appassionato che spara quel che gli passa per la testa. Tu
vuoi irridere i loro numeri? Accomodati.
Ma che cavolo devo irridere, se non so nemmeno di che stai parlando?

Tu che li hai visti, spiegami: gli "indici di mutua intelliggibilità" tra
cantonese e mandarino sono più o meno grandi di quelli tra italiano o
francese?

Perché, naturalmente, il sito riporta *anche* questi "indici di mutua
intelliggibilità", vero!? Oppure tu li conosci da altra fonte, vero!? Sennò
perché cavolo me li avresti citati per contestare la mia affermazione che
mandarino e cantonese s'assomigliano quanto italiano e francese!?
Post by GCPillan
Mettiamo la questione sui giornali scritti in cantonese. Tu neghi che
esistano,
Hai ragione. Almeno la gazzetta della parrochia esisterà: quella la
pubblicano anche in monzese.

Ciò che nego è che si stampino giornali quotidiani in cantonese, e libri di
interesse non locale. Ma, naturalmente, se negli ultimi anni qualcuno ha
fatti partire un progetto pilota di quotidiano cantonese non sarà venuto ad
avvertire me.

Ma, a proposito, tu non dicevi che cantonese e mandarino per iscritto sono
uguali? Come fanno dunque a esistere "giornali cantonesi" e "giornali
mandarini"? Hai cambiato idea?
Post by GCPillan
ma è facile trovarne in rete con una banale ricerca, per
esempio sul sito che ospita discussioni sul cinese per chi sta imparando
il cinese. http://www.chinese-forums.com
Non vedo nessun (link a) giornali cantonesi.

Ma sarà anche facile, come dici tu, trovarne giornali cantonesi in rete. Sta
di fatto che tutti i link a giornali presentati come "Cantonese newspapers"
che ho trovato puntano a giornali che poi si rivelano regolarmente scritti
in mandarino (anche se, magari con caratteri tradizionali, come usa a Hong
Kong), cioè non contengono nessuno di quelli caratteri esclusivamente
cantonesi (e si tratta di pronomi come "egli", di verbi come "essere" o
"avere", del suffisso per indicare il plurale, e di altre cosette non
precisamente rare).

Facciamo così: tu che sai, mostrami un giornale, possibilmente non
parrocchiale, scritto in cantonese.
Post by GCPillan
Mettiamo la questione dei due cinesi che non si capiscono a voce ma che
si capiscono appena si mettono a scrivere. L'avevi etichettata una
leggenda metropolitana, ricordi?
Sei tu che non ricordi (o, più probabilmente, che non leggi) quel che
scrivo.

Ho solo detto che questo fenomeno dipende in minima parte dalla scrittura e
dipende invece soprattutto dal fatto che le due lingue sono molto simili,
anche se foneticamente ormai distanti. Tant'è, ho detto, che lo stesso
identico fenomeno succede con le lingue italiana e francese.
Post by GCPillan
[...]
Ora però, se mi vuoi scusare, stacco, perché ritengo che sia perfettamente
inutile continuare questa *apparente* conversazione in cui io parlo con te e
tu parli con un immaginario interlocutore che ti dice assurdità a raffica.

E tu mi scuserai ma è difficile immaginare che questo immaginario
interlocutore possa essere altri che il fantasma di Nicola Nobili,
soprattutto dopo che l'hai ripetutamente nominato.

Mi spiace doverti deludere ma io non posso sostituire il tuo perduto
nemicamico. Elaborati 'sto cazzo di lutto!

--
Cingar


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
GCPillan
2005-05-25 23:05:24 UTC
Permalink
Post by Cingar
Post by GCPillan
[...]
Riporto tutto anche se non è mia abitudine.
Come non è tua abitudine trasformare qualsiasi discussione in psicodramma,
vero?
Ma quale psicodramma?

Qui l'alterato sei tu, con l'abbondante uso di termini volgari a
segnalare il tuo inutile nervosismo.

Il dramma lo crei tu, con quella presunzione ai limiti del risibile. Con
quegli insistenti "io so e tu non sai" oppure "le tue fonti non valgono
nulla, il tuo sito è spento" e via di questo passo. Per te ammettere un
errore dev'essere un dramma. Come se lo sbaglio negasse lo studio.

Per me non c'è proprio nulla di drammatico.
Scrivo quelle poche cose che so, dopo averle controllate.
Se scrivo cose sbagliate mi aspetto che qualcuno le corregga, non che
cerchi disperatamente di negare l'attendibilità di qualsiasi voce io
abbia sentito o qualsiasi sito web io abbia consultato.
Tanto, se scrivo cose sbagliate non mi succede nulla: non ho una
competenza linguistica da difendere.


Per sdrammatizzare ti ho condensato un campioncino della tua lacrimevole
commedia, ovvero le frasi tipiche della tua presunzione...


[...] ciò che tu puoi aver sentito dire in Giappone e in Cina non ha il
benché minimo valore.

[...] M'hai mostrato una specie di blog dove un tizio (che non sappiamo
nemmeno se sa una parola in cinese) fa sue riflessioni a ruota libera
sulla scrittura cinese.

[...] non mi pare tu porti nulla [di documentazione]

[il sito ...] Dev'essere off-line.

[...] Io veramente *so* come funziona la scrittura cinese

[...] se tu non capisci è probabilmente perché non tenti nemmeno di
farlo.

[...] Non vedo perché dovrei morire dal desiderio di sparare sulla Croce
Rossa.

[...] Se vuoi ti trovo decine di siti web che sostengono che la terra è
piatta. E pure qualche amico giapponese che li avalla.

[...] Grazie al cazzo. Sennò perché la gente perderebbe tempo a studiare?


Per stanotte mi limito alle risate sul tuo modo di argomentare,
appena avrò tempo risponderò alle questioni linguistiche.
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-26 11:10:26 UTC
Permalink
Post by GCPillan
Post by Cingar
Post by GCPillan
[...]
Riporto tutto anche se non è mia abitudine.
Come non è tua abitudine trasformare qualsiasi discussione in psicodramma,
vero?
Ma quale psicodramma?
È così che chiamo, sicuramente erroneamente, quelle discussioni demenziali
in cui uno dice "Dopo il giovedì viene il venerdì" e l'altro ribatte
"Discutiamone". Ma forse sarebbe più appropriato parlare di "Teatro
dell'assurdo".
Post by GCPillan
Qui l'alterato sei tu, con l'abbondante uso di termini volgari a
segnalare il tuo inutile nervosismo.
Il dramma lo crei tu, con quella presunzione ai limiti del risibile.
La mia (giusta) presunzione e il mio (comprensibile) nervosismo, derivano
dalla consapevolezza di essermi limitato ad affermare dei *dati* di fatto.
E, bada bene, dei dati di fatto semplicissimi e risaputissimi, a proposito
della scrittura della lingua più parlata al mondo: qualcosa a cui chiunque
può trovare conferma in pochi minuti.

Ma a questi dati di fatto risaputissimi, tu ti ostini a ribattere
"Discutiamone". E nemmeno cordialmente, ma con i modini irritanti che ti
hanno reso famoso su Usenet.
Post by GCPillan
Con quegli insistenti "io so e tu non sai"
Peggio: non solo io so ma addirittura sospetto fortemente sappia benissimo
pure tu.
Post by GCPillan
oppure "le tue fonti non valgono nulla, il tuo sito è spento"
- Guarda questo sito.
- Ci ho provato, ma è spento.
- Discutiamone.

E poi magari uno non dovrebbe dire "cazzo", "minchia" e "porca miseria"...
Post by GCPillan
e via di questo passo. Per te ammettere un
errore dev'essere un dramma. Come se lo sbaglio negasse lo studio.
Ma io non ho commesso errori! E non perché io sia perfetto o sapiente ma
solo perché persino un asino pasticcione come me non riuscirebbe a
sbagliarsi su banalità simili.
Post by GCPillan
Per me non c'è proprio nulla di drammatico.
Scrivo quelle poche cose che so, dopo averle controllate.
Se scrivo cose sbagliate mi aspetto che qualcuno le corregga, non che
cerchi disperatamente di negare l'attendibilità di qualsiasi voce io
abbia sentito o qualsiasi sito web io abbia consultato.
Tanto, se scrivo cose sbagliate non mi succede nulla: non ho una
competenza linguistica da difendere.
Per sdrammatizzare ti ho condensato un campioncino della tua lacrimevole
commedia, ovvero le frasi tipiche della tua presunzione...
- Dopo il giovedì viene i venerdì.
- Discutiamone: un cinese m'ha detto che dopo il giovedì viene il martedì.
Post by GCPillan
[...] ciò che tu puoi aver sentito dire in Giappone e in Cina non ha il
benché minimo valore.
- Il mandarino e il cantonese non sono identici.
- Discutuamone: un cantonese m'ha detto di sì perché lui legge il giornale
in mandarino.
Post by GCPillan
[...] M'hai mostrato una specie di blog dove un tizio (che non sappiamo
nemmeno se sa una parola in cinese) fa sue riflessioni a ruota libera
sulla scrittura cinese.
- Ho la documentazione: un cinese m'ha detto che dopo il giovedì viene il
martedì.
Post by GCPillan
[...] non mi pare tu porti nulla [di documentazione]
- Guarda questo sito.
Post by GCPillan
[il sito ...] Dev'essere off-line.
- Discutiamone.

- Non sono d'accordo sulle tue *opinioni* sulla scrittura cinese.
Post by GCPillan
[...] Io veramente *so* come funziona la scrittura cinese
- Discutiamone.

- Dopo il giovedì viene il venerdì, guarda qualsiasi calendario.
- Non capisco perché tu debba essere così arrogante.
Post by GCPillan
[...] se tu non capisci è probabilmente perché non tenti nemmeno di
farlo.
- Tu muori dal desiderio di farmi pesare che hai un calendario.
Post by GCPillan
[...] Non vedo perché dovrei morire dal desiderio di sparare sulla Croce
Rossa.
- Il sole gira intorno alla terra, me l'ha detto un giapponese!
Post by GCPillan
[...] Se vuoi ti trovo decine di siti web che sostengono che la terra è
piatta. E pure qualche amico giapponese che li avalla.
- Discutiamone.

- Tu dici che il venerdì viene dopo il giovedì solo perché hai studiato il
calendario.
Post by GCPillan
[...] Grazie al cazzo. Sennò perché la gente perderebbe tempo a studiare?
- Discutiamone.
Post by GCPillan
Per stanotte mi limito alle risate sul tuo modo di argomentare,
appena avrò tempo risponderò alle questioni linguistiche.
Sì, sogni d'oro, Ionesco del Canavese.

--
Cingar


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
GCPillan
2005-05-26 20:07:05 UTC
Permalink
Cingar,
visto che hai proposto un bello "Stop agli psicodrammi"
perché non la pianti di drammatizzare ogni cosa?

Ce la fai a tornare alle semplici affermazioni che ti contesto?



UNO: l'esistenza delle scritture ideografiche.
Secondo me esistono, secondo te no.


DUE: la scrittura che unisce due lingue tra loro difficilmente
comprensibili come pechinese e cantonese.
Una realtà riconosciuta secondo me, una leggenda secondo te.


TRE: i giornali scritti in cantonese.
Secondo te sono scritti *solo* in mandarino, secondo me no.
Post by Cingar
La mia (giusta) presunzione e il mio (comprensibile) nervosismo, derivano
dalla consapevolezza di essermi limitato ad affermare dei *dati* di fatto.
Quali dati di fatto?

Secondo me la tua *opinione* su queste tre questioni è ben lontana
dall'essere classificabile come *dato* di fatto.
Post by Cingar
E, bada bene, dei dati di fatto semplicissimi e risaputissimi, a proposito
della scrittura della lingua più parlata al mondo: qualcosa a cui chiunque
può trovare conferma in pochi minuti.
Stranamente io, in pochi minuti, riesco a trovare solo *smentite* a
questi presunti *dati* di fatto.
Post by Cingar
Ma a questi dati di fatto risaputissimi, tu ti ostini a ribattere
"Discutiamone". E nemmeno cordialmente, ma con i modini irritanti che ti
hanno reso famoso su Usenet.
Io trovo irritanti i tuoi modi.
Perché tu parti dal presupposto di *sapere* e la tua argomentazione più
frequente è fatta di "tu non sai" e "le te fonti non contano nulla".

Io non ho mai tenuto questo atteggiamento.
Post by Cingar
E poi magari uno non dovrebbe dire "cazzo", "minchia" e "porca miseria"...
Esatto. Io non lo dico. E sarei io quello irritante?
Post by Cingar
Ma io non ho commesso errori!
E non a tuo dire non sei neppure presuntuoso.
Lo sei indipendentemente dal fatto che tu li abbia commessi.
Post by Cingar
Post by GCPillan
Per sdrammatizzare ti ho condensato un campioncino della tua lacrimevole
commedia, ovvero le frasi tipiche della tua presunzione...
- Dopo il giovedì viene i venerdì.
- Discutiamone: un cinese m'ha detto che dopo il giovedì viene il martedì.
Taglio il resto delle tue battute sarcastiche.
Difficile guarire i presuntuosi!
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-27 12:58:42 UTC
Permalink
Post by Karla
Cingar,
visto che hai proposto un bello "Stop agli psicodrammi"
perché non la pianti di drammatizzare ogni cosa?
Ce la fai a tornare alle semplici affermazioni che ti contesto?
UNO: l'esistenza delle scritture ideografiche.
Secondo me esistono, secondo te no.
DUE: la scrittura che unisce due lingue tra loro difficilmente
comprensibili come pechinese e cantonese.
Una realtà riconosciuta secondo me, una leggenda secondo te.
TRE: i giornali scritti in cantonese.
Secondo te sono scritti *solo* in mandarino, secondo me no.
E alè: "Discutiamone".

GCPillan, cercherò di essere più chiaro: io non ho nessuna intenzione di
discutere con te di questi argomenti. A proposito, veniamo ai dettagli.

Punto 1. Il fatto che la scrittura cinese non sia ideografica è per me un
dato di fatto o, se preferisci, un assioma. Permetti che io non abbia né
voglia né interesse di discutere dati di fatto e assiomi? Ho capito che tu,
al contrario, consideri ciò una mia opinione, e per giunta sbagliata, e sei
naturalmente liberissimo di pensarla così, ma capisci che ciò non implica
che io sia obbligato a discuterne? Ho già abbondantemente spiegato la mia
opinione (diciamo così) e ho già chiaramente fatto capire che non accetto di
metterla in discussione. Che altro abbiamo da dirci?

Punto 2. Qui più che altro si tratta di una incomprensione tua: non ho mai
affermato ciò che mi attribuisci. Dal momento che la discussione si è svolta
per iscritto, è in un archivio pubblico, e ho già avuto modo di smentire
questa cosa, non vedo che altro ci sia da discutere. Ovviamente, anche in
questo caso sei liberissimo interpretare ciò che ho detto come meglio credi.

Punto 3. È l'unico punto su cui ho fatto un'affermazione di cui non sono e,
logicamente, non posso essere sicuro: io non ho mai visto o sentito parlare
di giornali in cantonese, ma ciò non toglie che ne possa esistere uno a mia
insaputa. Io non posso ovviamente provare la non esistenza di qualcosa e, se
anche potessi, non ne avrei in questo caso nessuna voglia. Ma visto che, per
ragioni a me inspiegabili, a te questa voglia pare non mancare, liberissimo
di cercare un giornale in cantonese. Se lo troverai (e, ovviamente, se sarà
*tutto* in cantonese, non solo con qualche termine pittoresco nella sezione
umoristica), non avrò problemi a prenderne atto. Ma, anche in questo caso,
non vedo la necessità di discuterne: o 'sto giornale esiste o non esiste.

Ciò detto, firmato e sottoscritto, per quanto mi riguarda la conversazione
può finire qui.

--
Cingar


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
GCPillan
2005-05-27 23:07:50 UTC
Permalink
Post by Cingar
GCPillan, cercherò di essere più chiaro: io non ho nessuna intenzione di
discutere con te di questi argomenti. A proposito, veniamo ai dettagli.
[...]

Sei una contraddizione vivente!
Non so se hai notato cosa ho fatto io in passato quando non avevo
intenzione di discutere: non rispondevo! Come ora ai tuoi "dettagli".
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
GCPillan
2005-05-26 22:44:33 UTC
Permalink
Abbandonando il teatrino del "so tutto io" di Cingar,
torniamo a verificare i cosiddetti *dati* di fatto secondo Cingar.

Io avevo scritto:
[...] la scrittura cantonese informale NON E' la scrittura
cinese [...] sebbene usata nei giornali popolari


Cingar ha scritto:
.................................................
i giornali sono scritti *solo* in mandarino.
.................................................


Dove sta la verità? I giornali sono scritti *solo* in mandarino oppure
la scrittura informale cantonese viene usata nei giornali popolari?


Cingar insiste a negare che i giornali popolari usino la scrittura
cantonese informale... Arriva a darmi ragione ironicamente:
.................................................
Almeno la gazzetta della parrochia esisterà:
.................................................
Post by Cingar
Visto che ciò di cui stiamo parlando è l'ABC, non pretendo di
saperla né lunga né corta, ma semplicemente di saperla.
dei dati di fatto semplicissimi e risaputissimi, a proposito
della scrittura della lingua più parlata al mondo: qualcosa
a cui chiunque può trovare conferma in pochi minuti.
Cerchiamo conferma in pochi minuti :-)
Pochi minuti con Google...

..............................................................
It is not uncommon to see the front page of a Cantonese paper
written in hanyu, while the entertainment sections are, at least
partly, in Cantonese.
..............................................................
http://www.nationmaster.com/encyclopedia/Cantonese-%28linguistics%29

Traduzione spiccia...
E' comune vedere la prima pagina scritta in mandarino mentre le sezioni
di intrattenimento sono scritte almeno parzialmente in Cantonese.

Quel sito non è un blog scritto da un ignorante presuntuoso ma una
dettagliatissima enciclopedia sull'argomento "cantonese".

Inoltre nel documento: sunzi1.lib.hku.hk/hkjo/view/5/500028.pdf
si trova uno studio sull'uso della nuova scrittura cantonese e il caso
della sua diffusione dovuta ai GIORNALI POPOLARI. Per esempio l'Apple
Daily. Non è classificabile come bollettino parrocchiale: è il secondo
quotidiano più venduto di Hong Kong. Che per dimensione e rilevanza non
è paragonabile a Monza.

..............................................................
The Apple Daily even supplies readers with their ‘Chinese Hong Kong
characters for Apple Daily Web Page’ to read their Web site in
Cantonese. With this shareware readers keep abreast of new characters
and the time needed to finalise the graphic form of a new character is
much shortened. Readers can also download Cantonese characters without
bothering to coin them in the first place. This is a typical case in
which computers enhance local literacy and facilitate the cultural
autonomy of dialect speakers.
..............................................................

Traduzione spiccia...
L'Apple Daily fornisce persino ai suoi lettori i caratteri necessari per
leggere il sito in cantonese. Caso tipico in cui i computer contribuisco
all'alfabetizzazione e l'autonomia culturale dei parlanti dialetto.


Andiamo ora su un forum dove si discute di lingua cinese...
..............................................................
Most of the respected newspapers in Hong Kong, such as ??, basically
write in standard written Chinese. Less repected papers and tabloids,
like the Apple Daily, are more lax with the language, allowing Cantonese
words or grammar to creep in
..............................................................
http://www.chinese-forums.com/archive/index.php/t-2637.html

Traduzione spiccia...
La maggior parte dei giornali rispettabili sono scritti in cinese
standard ma i meno rispettati e i tabloid (GIORNALI POPOLARI) sono più
permissivi lasciando filtrare parole e grammatica cantonese.


Sempre dalla prima pagina dei risultati di Google trovo...
..............................................................
Cantonese speakers have also developed an informal slang or phonetic
characters. These characters are used in addition to traditional Chinese
characters in an informal setting, such as in comics or entertainment
sections of NEWSPAPERS or MAGAZINES. The informal characters are used to
sound out the Cantonese dialect. Often, you cannot find these characters
in the dictionary. People from China, Taiwan or other countries have to
learn to recognize these characters before they can read all sections of
Hong Kong-based news papers.
..............................................................

Traduzione spiccia...
I parlanti cantonese hanno sviluppato uno slang di caratteri fonetici
che usano nella scrittura informale come i fumetti o le sezioni di
intrattenimento di giornali e riviste.


Mi fermo qui.
In pochi minuti ho trovato ben QUATTRO CONFERME a quanto affermavo o, da
un altro punto di vista QUATTRO SMENTITE ai "dati di fatto" di Cingar.

Spero vorrà risparmiarci la tiritera che i siti sono spenti, che non
nominano mai un giornale e che sono scritti da incompetenti :-)

Il *dato* di fatto scritto da Cingar che *sa* il cinese è e rimane:

..............................................................
i giornali sono scritti *solo* in mandarino.
..............................................................

Ma certo Cingar, hai sempre ragione tu. Cosa vuoi che ne sappia un
cinese di cinese quando legge un giornale cinese? Quel che posso aver
sentito dire in Giappone e in Cina non ha il benché minimo valore :-)

Il valore vero è solo nel verbo di Cingar:
..............................................................
i giornali sono scritti *solo* in mandarino.
..............................................................
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-27 12:10:32 UTC
Permalink
Post by GCPillan
Abbandonando il teatrino del "so tutto io" di Cingar,
torniamo a verificare i cosiddetti *dati* di fatto secondo Cingar.
[...] la scrittura cantonese informale NON E' la scrittura
cinese [...] sebbene usata nei giornali popolari
.................................................
i giornali sono scritti *solo* in mandarino.
.................................................
Dove sta la verità? I giornali sono scritti *solo* in mandarino oppure
la scrittura informale cantonese viene usata nei giornali popolari?
Cingar insiste a negare che i giornali popolari usino la scrittura
.................................................
.................................................
Post by Cingar
Visto che ciò di cui stiamo parlando è l'ABC, non pretendo di
saperla né lunga né corta, ma semplicemente di saperla.
dei dati di fatto semplicissimi e risaputissimi, a proposito
della scrittura della lingua più parlata al mondo: qualcosa
a cui chiunque può trovare conferma in pochi minuti.
Cerchiamo conferma in pochi minuti :-)
Pochi minuti con Google...
..............................................................
It is not uncommon to see the front page of a Cantonese paper
written in hanyu, while the entertainment sections are, at least
partly, in Cantonese.
..............................................................
http://www.nationmaster.com/encyclopedia/Cantonese-%28linguistics%29
Traduzione spiccia...
E' comune vedere la prima pagina scritta in mandarino mentre le sezioni
di intrattenimento sono scritte almeno parzialmente in Cantonese.
Quel sito non è un blog scritto da un ignorante presuntuoso ma una
dettagliatissima enciclopedia sull'argomento "cantonese".
Inoltre nel documento: sunzi1.lib.hku.hk/hkjo/view/5/500028.pdf
si trova uno studio sull'uso della nuova scrittura cantonese e il caso
della sua diffusione dovuta ai GIORNALI POPOLARI. Per esempio l'Apple
Daily. Non è classificabile come bollettino parrocchiale: è il secondo
quotidiano più venduto di Hong Kong. Che per dimensione e rilevanza non
è paragonabile a Monza.
..............................................................
The Apple Daily even supplies readers with their Chinese Hong Kong
characters for Apple Daily Web Page to read their Web site in
Cantonese. With this shareware readers keep abreast of new characters
and the time needed to finalise the graphic form of a new character is
much shortened. Readers can also download Cantonese characters without
bothering to coin them in the first place. This is a typical case in
which computers enhance local literacy and facilitate the cultural
autonomy of dialect speakers.
..............................................................
Traduzione spiccia...
L'Apple Daily fornisce persino ai suoi lettori i caratteri necessari per
leggere il sito in cantonese. Caso tipico in cui i computer contribuisco
all'alfabetizzazione e l'autonomia culturale dei parlanti dialetto.
Andiamo ora su un forum dove si discute di lingua cinese...
..............................................................
Most of the respected newspapers in Hong Kong, such as ??, basically
write in standard written Chinese. Less repected papers and tabloids,
like the Apple Daily, are more lax with the language, allowing Cantonese
words or grammar to creep in
..............................................................
http://www.chinese-forums.com/archive/index.php/t-2637.html
Traduzione spiccia...
La maggior parte dei giornali rispettabili sono scritti in cinese
standard ma i meno rispettati e i tabloid (GIORNALI POPOLARI) sono più
permissivi lasciando filtrare parole e grammatica cantonese.
Sempre dalla prima pagina dei risultati di Google trovo...
..............................................................
Cantonese speakers have also developed an informal slang or phonetic
characters. These characters are used in addition to traditional Chinese
characters in an informal setting, such as in comics or entertainment
sections of NEWSPAPERS or MAGAZINES. The informal characters are used to
sound out the Cantonese dialect. Often, you cannot find these characters
in the dictionary. People from China, Taiwan or other countries have to
learn to recognize these characters before they can read all sections of
Hong Kong-based news papers.
..............................................................
Traduzione spiccia...
I parlanti cantonese hanno sviluppato uno slang di caratteri fonetici
che usano nella scrittura informale come i fumetti o le sezioni di
intrattenimento di giornali e riviste.
Mi fermo qui.
In pochi minuti ho trovato ben QUATTRO CONFERME a quanto affermavo o, da
un altro punto di vista QUATTRO SMENTITE ai "dati di fatto" di Cingar.
Io, francamente, sono sbalordito. Ma proprio sbalordito!

Citi un sacco di roba che conferma pienamente che i giornali di Hong Kong
sono scritti solo in mandarino. Tutte le citazioni sono concordi nel dire
che, al massimo, capita che faccia capolino qualche cantonesismo ("allowing
Cantonese words or grammar to creep in") nelle sezioni umoristiche e di
svago. Una delle citazioni dice persino che un giornale che usa un po' più
cantonesismi degli altri è stato costretto inventarsi e a mettere a
disposizione dei lettori degli speciali caratteri fonetici, in quanto molte
parole cantonesi non sono mai state messe per iscritto prima.

E, citando *questa* roba pretendi anche di aver ragione. Sei *convinto* di
aver ragione!

Mah, io non so più che cosa dire... Altro che Ionesco!

--
Cingar


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
FB
2005-05-27 12:31:31 UTC
Permalink
On Fri, 27 May 2005 12:10:32 GMT, Cingar wrote:

[...]
Post by Cingar
Io, francamente, sono sbalordito. Ma proprio sbalordito!
[...]
Post by Cingar
E, citando *questa* roba pretendi anche di aver ragione. Sei *convinto* di
aver ragione!
Mah, io non so più che cosa dire... Altro che Ionesco!
Ti rendi conto che fa apposta. Sì?


Ciao, FB
--
After a year of speculation, inventor Dean Kamen unveiled his mysterious
"It", which is a battery-powered two-wheel people mover. Many believe it
will completely revolutionize the way people get hit by cars.
(Saturday Night Live)
GCPillan
2005-05-27 23:07:26 UTC
Permalink
Post by Cingar
Io, francamente, sono sbalordito. Ma proprio sbalordito!
Citi un sacco di roba che conferma pienamente che i giornali di Hong Kong
sono scritti solo in mandarino.
Eh? Stai scherzando?

Ti ho portato QUATTRO, ripeto QUATTRO, fonti diverse, indipendenti e
autorevoli che SMENTISCONO quel che affermi sopra.
Te ne posso trovare pure altre.
Post by Cingar
E, citando *questa* roba pretendi anche di aver ragione. Sei *convinto* di
aver ragione!
Ragionandoci su direi proprio di sì. Prova a ragionare un momento!

Supponi che qualcuno ti venga a raccontare che nei quotidiani italiani
si scrive *solo* di politica. Tu dirai che non è vero, che si parla
*anche* d'altro. Porti prove e dimostrazioni sulla presenza
di sport e spettacoli nei maggiori quotidiani italiani.

Ma il tuo interlocutore dice: "Io, francamente, sono sbalordito. Ma
proprio sbalordito! Citi un sacco di roba che conferma pienamente che i
giornali italiani scrivono *solo* di politica."

Forse ti manca un po' la logica e tanto il senso della misura!

O forse non sai cosa significa *solo*?
Hai un cesto con sei mele gialle e tre mele rosse.
Hai il coraggio di dire che nel cesto ci sono *solo* mele gialle?
Post by Cingar
Mah, io non so più che cosa dire... Altro che Ionesco!
Tu non dovresti più dire nulla da qualche giorno, dovresti solo
limitarti a riflettere sul significato della tua frase:
.................................................
i giornali sono scritti *solo* in mandarino.
.................................................

Se uno studio sulla diffusione della scrittura informale cantonese cita
la presenza della stessa scrittura nei giornali popolari sta forse
dicendo in quei giornali c'è *solo* mandarino?

Se in alcuni giornali popolari si scrive in cantonese significa che NON
si scrive *solo* in mandarino.

Lo capirebbe anche un bambino.

E l'hai capito probabilmente anche tu, solo che sei troppo
presuntuoso per ammettere un errore.
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Cingar
2005-05-30 18:15:50 UTC
Permalink
Post by GCPillan
[...]
Tu non dovresti più dire nulla da qualche giorno,
Direi che hai ragione. Un po' di silenzio non mi farà certo male.
Post by GCPillan
dovresti solo
.................................................
i giornali sono scritti *solo* in mandarino.
.................................................
Eh già, che scemo che sono: con quel "solo" pensavo di aver detto "*ogni*
giornale cinese è scritto in mandarino", e invece avevo inteso dire "un
qualsiasi giornale cinese è *completamente* scritto in mandarino". Grazie
per avermi spiegato che cosa ho detto.
Post by GCPillan
Se uno studio sulla diffusione della scrittura informale cantonese cita
la presenza della stessa scrittura nei giornali popolari sta forse
dicendo in quei giornali c'è *solo* mandarino?
Se in alcuni giornali popolari si scrive in cantonese significa che NON
si scrive *solo* in mandarino.
Lo capirebbe anche un bambino.
E l'hai capito probabilmente anche tu, solo che sei troppo
presuntuoso per ammettere un errore.
Ma sì, basta con questa presunzione! Ho fatto di tutto per non ammetterlo ma
è vero: mi hai proprio messo nel sacco: come hai abilmente dimostrato, ci
sono un sacco di giornali "scritti in cantonese".

Del resto, non so proprio perché me ne stupivo. Non ci sono forse anche qui
in Italia un sacco di giornali "scritti in piemontese", come per esempio La
Stampa di Torino?

Come dite? La Stampa è scritta in italiano? Ma nooooooooooo, cosa andate
dicendo!? Sta calmo, GC, non t'alterare, permetti che glielo spieghi io.

Guardate qui: nell'ultimo numero della rubrica "Storie di città" (27 maggio
2005) compare la parola "bigat" <1>, e spero nessuno vorrà negare che sia un
termine piemontese! E non è un caso isolato se, nella stessa rubrica, il 3
settembre 2004 si legge "ciorgna d'vulp" <2>, e il 22 aprile del 2005
compaiono nientepopodimeno che "badola", "ciula", "ingegn creator" e "ste lì
a mitonè" <3>.

Qualcuno potrebbe credere che questa rubrica sia un caso isolato: niente di
più falso! Anche nella rubrica "Sportineria" del 13 maggio 2004 c'è scritto
"rubatà <4>, e nella rubrica "Internet News" del 10 dicembre 2004 si legge
"turgia" <5>. Nell'editoriale "Un'aliena a Mosca..." del 30 maggio 2005 (un
editoriale, eh, mica cavoletti!) si legge un piemontesissimo "spatuss" <6>.

Ma se qualche arrogante osasse ancora mettere in dubbio che La Stampa è
scritta in piemontese, si ricrederà leggendo l'apoteosi finale, cioè
l'articolo "Quando i letterati piemontesi erano birichini" del 9 agosto
2004, dove compare il seguente florilegio di piemontèis: "Sor Baron",
"Crudel destin", "L'educassion", "La prima vòlta", "Ij buratin", "La
carafin-a rota", "Ij bogianen", "Miserie 'd monsù Travet", "birichinòira",
"'L Birichin", "Ij delit ëd na bela fija" <7>.

Già che ci sono, mi scuso anche per il grossolano sbaglio che ho fatto
paragonando la differenza fra mandarino e cantonese con quella fra francese
e italiano. Temo di essere stato tratto in errore da una serie di
similitudini, sicuramente fortuite e insignificanti:

1a) Il mandarino e il cantonese appartengono entrambi al ramo cinese delle
lingue sinotibetane, derivando entrambi dal cinese antico. Fra queste due
lingue cinesi moderne e la "ursprache" da cui derivano esistono delle
corrispondenze fonetiche regolari, che permettono a un orecchio allenato
(come può esserlo quello di un pechinese dopo mesi o anni vissuti a Hong
Kong) di riconoscere una parola nell'altra lingua anche senza averla mai
sentita prima. Bisogna aggiungere che una forma standardizzata del cinese
antico, detta "wenyan", ha continuato a essere usata come lingua letteraria
in tutta la Cina fino a tempi relativamente recenti, quindi i moderni
dialetti cinesi, mandarino e cantonese inclusi, abbondano di termini e forme
stereotipe prese dal wenyan.
1b) L'italiano e il francese appartengono entrambi al ramo romanzo delle
lingue indeuropee, derivando entrambi dal latino. Fra queste due lingue
romanze moderne e la "ursprache" da cui derivano esistono delle
corrispondenze fonetiche regolari, che permettono a un orecchio allenato
(come può esserlo quello di un parigino dopo mesi o anni vissuti a Firenze)
di riconoscere una parola nell'altra lingua anche senza averla mai sentita
prima. Bisogna aggiungere che una forma standardizzata del latino, detta
"latino classico", ha continuato a essere usata come lingua letteraria in
tutta l'Europa fino a tempi relativamente recenti, quindi le moderne lingue
romanza, italiano e francese inclusi, abbondano di termini e forme
stereotipe prese dal latino letterario.

2a) Il cantonese ha una fonetica abbastanza conservatrice, cioè riproduce in
buona misura la pronuncia del cinese antico, mentre il mandarino ha subito
una evoluzione fonetica molto spinta che ha portato, fra l'altro, alla
caduta di molte consonanti finali e alla palatalizzazione di molte
consonanti iniziali; per questa ragione, chi parla una delle due lingue
difficilmente riesce a comprendere chi parla l'altra se non ha l'orecchio
esercitato, nonostante l'intrinseca similitudine di cui al punto 1a.
2b) L'italiano ha una fonetica abbastanza conservatrice, cioè riproduce in
buona misura la pronuncia del latino, mentre il francese ha subito una
evoluzione fonetica molto spinta che ha portato, fra l'altro, alla caduta di
molte consonanti finali e alla palatalizzazione di molte consonanti
iniziali; per questa ragione, chi parla una delle due lingue difficilmente
riesce a comprendere a comprendere chi parla l'altra se non ha l'orecchio
esercitato, nonostante l'intrinseca similitudine di cui al punto 1b.

3a) Il cantonese e il mandarino si scrivono entrambi con i caratteri cinesi,
i cui componenti fonetici sono basati sulla pronuncia del cinese antico.
L'indicazione fonetica offerta dai caratteri cinesi è dunque molto
approssimativa per il cantonese e ancor più per il mandarino. In compenso, i
caratteri cinesi hanno il grande vantaggio di ridurre o annullare, nello
scritto, le differenze di pronuncia fra le due lingue, quasi fossero una
"macchina del tempo fonetica" che riporta indietro le lingue di centinaia o
migliaia di anni. Per queste ragioni, è infinitamente più facile per un
mandarino capire un testo cantonese leggendolo che non sentendolo
pronunciare.
3b) L'italiano e il francese si scrivono entrambi con l'alfabeto latino, con
grafia parzialmente etimologica basata sulla pronuncia del latino.
L'indicazione fonetica offerta dalla grafia è dunque molto approssimativa
per l'italiano e ancor più per il francese. In compenso, questa grafia
etimologizzante ha il grande vantaggio di ridurre o annullare, nello
scritto, le differenze di pronuncia fra le due lingue, quasi fosse una
"macchina del tempo fonetica" che riporta indietro le lingue di centinaia o
migliaia di anni. Per queste ragioni, è infinitamente più facile per un
italiano capire un testo franceses leggendolo che non sentendolo
pronunciare.

Ma per fortuna che GCPillan, dopo giorni e giorni di ricerche, ha trovato un
sito web che dà i numeri <8>, e ha scoperto infatti che l'intelliggibilità
reciproca fra mandarino e cantonese è solo due pi greco erre, mentre quella
fra italiano e francese è nientemeno che la radice quadra di ipotenusa al
quadrato fratto due. E questo, ovviamente, basta e avanza rende il mio
paragone del tutto fuorviante.

Dopo questa duplice batosta, seguirò il saggio consiglio di Giancarlo e mi
ritirerò per un periodo sabbatico di meditazione e di ripasso. Leggerò molti
giornali piemontesi mangiando molti mandarini.

CIAO A TUTTI.

--
Cingar (Marco Cimarosti)


Note a piè di post:
<1>
http://www.lastampa.it/_settimanali/torino7/Rubriche/storiecitta/default_NG.asp
<2>
http://www.lastampa.it/_settimanali/torino7/Rubriche/storiecitta/archivio/storiecitta_040903.asp
<3>
http://www.lastampa.it/_settimanali/torino7/Rubriche/storiecitta/archivio/storiecitta_050422.asp
<4>
http://www.lastampa.it/_settimanali/torino7/Rubriche/sportineria/archivio/sportineria_050513.asp
<5>
http://www.lastampa.it/_settimanali/torino7/Rubriche/internetnews/archivio/internetnews_041210.asp
<6> http://www.lastampa.it/redazione/editoriali/ngeditoriale9.asp
<7> http://www.lastampa.it/_web/_RUBRICHE/Libri/articolo/articolo040809.asp
<8> Numeri molto interessanti -sia detto senza ironia alcuna- ma che hanno
la piccola pecca di essere basati, almeno per quanto riguarda il confronto
con l'intelliggibilità fra lingue europee, sulle stime elaborate dai
linguisti del SIL per il loro "The Ethnologue", che fino alla 13ª edizione
(http://sirio.deusto.es/abaitua/konzeptu/nlp/top100.htm) era famoso, per
esempio, per attribuire all'italiano solo 37 milioni di parlanti, a causa
appunto dei discutibilissimi criteri adottati per misurare
l'intelleggibilità fra lingue.


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
GCPillan
2005-05-30 18:44:40 UTC
Permalink
Post by Cingar
Eh già, che scemo che sono: con quel "solo" pensavo di aver detto "*ogni*
giornale cinese è scritto in mandarino", e invece avevo inteso dire "un
qualsiasi giornale cinese è *completamente* scritto in mandarino". Grazie
per avermi spiegato che cosa ho detto.
Guarda che la frase:
..................................................
i giornali sono scritti *solo* in mandarino.
..................................................
non si presta ad alcuna interpretazione ambigua.

Hai avuto più occasioni e più giorni per eventuali spiegazioni
"interpretative" ma hai scelto invece di reiterare il concetto.
Sbagliando ripetutamente e fingendo che fossi io a non capire.
Oggi fingi che intendevi dire altro. Quanto sei ridicolo.
Post by Cingar
Del resto, non so proprio perché me ne stupivo. Non ci sono forse anche qui
in Italia un sacco di giornali "scritti in piemontese", come per esempio La
Stampa di Torino?
Ovviamente non t'arrendi mai!
Post by Cingar
Come dite? La Stampa è scritta in italiano? Ma nooooooooooo, cosa andate
dicendo!? Sta calmo, GC, non t'alterare, permetti che glielo spieghi io.
Guardate qui: nell'ultimo numero della rubrica "Storie di città" (27 maggio
2005) compare la parola "bigat" <1>, e spero nessuno vorrà negare che sia un
termine piemontese!
Io ho parlato di intere sezioni di giornale, interi articoli, non di
singole parole. Ma vedo che fingi di non capire e tenti di intorbidire
il mio discorso.

La presenza di cantonese informale nei quotidiani di larga tiratura ha
una portata tale da avere un effetto degno di nota. Altrettanto non si
può dire di qualche parola nella rubrica di Bruno Gambarotta.

Non vale la pena leggere il resto della tua penosa arrampicata sugli
specchi. La Stampa sarebbe paragonabile ai giornali scritti in cantonese
SOLO SE quotidianamente riportasse INTERE SEZIONI scritte INTERAMENTE in
piemontese. Cosa che, come tutti sanno, non è. Tant'è che nessuno ti
citerà La Stampa come giornale scritto in piemontese, né come esempio di
diffusione del piemontese.

Per una volta, faresti miglior figura ad ammettere di aver imparato
qualcosa che non sapevi. Per esempio...

1) Che la scrittura cinese, avendo una componente ideografica, ha
portato un grande contributo ad unificare lingue e dialetti tra loro
molto più distanti e incomprensibili nella forma orale di quanto lo
siano italiano e francese. Vuoi proseguire a negarlo?

2) La scrittura cinese standard NON viene letta in modo univoco
(mandarino) ma può benissimo essere letta (io direi interpretata) in
altro dialetto, per esempio il cantonese. Vuoi proseguire a negarlo?

3) Due cinesi che non si capiscono oralmente possono ricorre alla
scrittura per capirsi. Vuoi proseguire a etichettarlo "leggenda"?

4) Esiste ed è ampiamente utilizzata anche la scrittura informale
cantonese: nei giornali, nelle trascrizioni, nella pubblicità, nei
sottotitoli. Situazione assolutamente non paragonabile al piemontese.
Vuoi insistere con questo paragone insensato?

Ovviamente non leggo la tua "sbrodolata di bile" con cui cerchi di
rimediare alle palesi stupidaggini scritte nei giorni scorsi.
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
GCPillan
2005-05-30 19:10:37 UTC
Permalink
Post by Cingar
Post by GCPillan
[...]
Tu non dovresti più dire nulla da qualche giorno,
Direi che hai ragione. Un po' di silenzio non mi farà certo male.
Peccato che tu non abbia cominciato subito preferendo sparare altre
Post by Cingar
Post by GCPillan
.................................................
i giornali sono scritti *solo* in mandarino.
.................................................
al tentare di paragonare un VASTO utilizzo della scrittura informale
cantonese con la presenza di qualche parola piemontese sulla Stampa.
Post by Cingar
Eh già, che scemo che sono: con quel "solo" pensavo di aver detto "*ogni*
giornale cinese è scritto in mandarino", e invece avevo inteso dire "un
qualsiasi giornale cinese è *completamente* scritto in mandarino". Grazie
per avermi spiegato che cosa ho detto.
Potevi correggerti già una settimana fa quando ti ho fatto notare che
scrivevi un'assurdità. Ma hai preferito reiterare...

Ora, invece dei tuoi periodici annunci del tuo silenzio, perché non
cominci? Ti ricordo la sequenza ridicola del tuo argomentare...

1) quel che dicono i tuoi amici cinesi non vale nulla
2) il sito che citi è spento
3) il sito non riporta certo gli indici di mutua intelligibilità
4) ti rovescio addosso tutto quel che so di teorico sulle lingue
così ti faccio credere che:

5) i cinesi non conoscono i fatti della loro lingua
6) il sito forse era acceso, ma non ammetto che la
mia ironia era stupida e fuori luogo
7) gli indici nel sito ci sono ma io li derido ironizzandoci
8) io so tutto e il resto del mondo è in errore.

Ma perché non ti sei accontentato di quando, percependo la tua
presunzione, ti davo ragione incondizionata?
Post by Cingar
Ma per fortuna che GCPillan, dopo giorni e giorni di ricerche, ha trovato un
sito web che dà i numeri <8>, e ha scoperto infatti che l'intelliggibilità
reciproca fra mandarino e cantonese è solo due pi greco erre, mentre quella
fra italiano e francese è nientemeno che la radice quadra di ipotenusa al
quadrato fratto due. E questo, ovviamente, basta e avanza rende il mio
paragone del tutto fuorviante.
Non è solo un sito a dire cose molto diverse da quel che sostieni tu.
Quel sito è solo quello più preciso e approfondito che ho trovato.
Appare perlomeno singolare che degli studiosi di tutti i vari e
molteplici dialetti cinesi riescano ad unirsi per creare un sito
dettagliatissimo che dice il falso sulla materia? E a che pro?
Post by Cingar
Dopo questa duplice batosta, seguirò il saggio consiglio di Giancarlo e mi
ritirerò per un periodo sabbatico di meditazione e di ripasso. Leggerò molti
giornali piemontesi mangiando molti mandarini.
Duplice? Se ho contato bene hai sostenuto cinque o sei stupidaggini per
qualche settimana! Più che leggere devi riposare il cervello e fare
esercizi di logica e un corso di comunicazione.
Post by Cingar
CIAO A TUTTI.
Guarda che quando argomenti con intelligenza sei graditissimo. Che tu
abbia ragione o torto, sono solo le argomentazioni serie e razionali che
qui interessano. Non la solita solfa:
"La tua esperienza non vale nulla, citami una prova"
"Il tuo sito dice stupidaggini, la verità è la mia!"

Chissà perché tutti i siti che trovo io dicono stupidaggini mentre le
cosiddette tue prove sono solo le tue parole,

Quando insisti a difendere un errore irrecuperabile sei patetico.

Spero di notare un atteggiamento più costruttivo quando ti rileggerò.
--
____________________________________

Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
CP
2005-05-18 18:21:11 UTC
Permalink
"Cingar" <***@libero.it> ha scritto nel messaggio news:***@usenet.libero.it...
......
Post by Cingar
Se trasmetti le idee senza passare per i suoni, non stiamo parlando di
scrittura ma di qualche altro tipo di codice.
Complimenti! Pieno centro sul nodo gordiano!!! :-)
Sono felice....
Post by Cingar
Un tipo di codice, oltretutto,
le cui uniche attestazioni conosciute sono codici molto rudimentali (tipo i
segnali stradali, o i quipu) che possono trasmettono solo alcuni concetti
elementari.
Post by CP
Parlare di formule senza distinguere la teoria del messaggio
(intelligenza
Post by CP
artificiale) e da quella del segnale (teoria matematica delle
comunicazioni), non potrebbe dare adito ad errori madornali?
Per verificare se un'idea è stata correttamente trasferita mediante un
segnale (verifica di correttezza del rapporto tra messaggio e segnale)
si
Post by CP
è costretti ad usare come messaggio un'istruzione eseguibile,
altrimenti,
Post by CP
se si usasse una definizione, non se ne verrebbe più fuori, non trovi?
Il fatto è che non ha nessuna importanza se le "idee" vengono trasmesse
correttamente o meno. Anzi, non ha nessuna importanza nemmeno se esistono o
meno delle "idee" da trasmettere. La scrittura, ripeto, rappresenta solo i
"The Jaberwocky" By Lewis Carroll
Grazie mille per l'esegesi, ne tengo conto subito in nota! :-)

Tuttavia la questione del corretto trasferimento delle idee ha un'importanza
determinante nell'uso della lingua, altrimenti non avrebbe senso parlare,
non trovi?

Ma hai ragione: il senso delle cose dette non investe il
problema, esclusivamente formale, del rapporto tra scrittura e lingua finchè
si resta in un rapporto di gestione della questione, il quale sia
esclusivamente fonetico: appena si entra nell'arcaico nucleo pittogrammatico
di certe scritture, il discorso, invece, parzialmente cambia: la lettura
restra sempre una soltanto, anche se silente, ma l'operazione mentale di
evocazione del significato può partire dal segno direttamente, anzichè
transitare attreverso l'immagine acustica da esso evocabile.

Segni segni segni..... segno segno segno..... forse distribuivi questo
vocabolo troppo alla leggera?
Non lo so ma credo che un concetto molto interessante da indagare sia quello
di ideogramma.
Insigni linguisti cinesi dicono che gli ideogrammi non esistono perchè i
caratteri totalmente astratti portano la mente ad evocare direttamente
l'immagine acustica del vocabolo di riferimento, anzichè il relativo
referente (come invece fanno i pittogrammi). Che ne pensi?
Cingar
2005-05-18 19:17:45 UTC
Permalink
Post by CP
......
Post by Cingar
Se trasmetti le idee senza passare per i suoni, non stiamo parlando di
scrittura ma di qualche altro tipo di codice.
Complimenti! Pieno centro sul nodo gordiano!!! :-)
Sono felice....
Lieto di compiacerti.
Post by CP
[...]
Post by Cingar
meno delle "idee" da trasmettere. La scrittura, ripeto, rappresenta solo i
"The Jaberwocky" By Lewis Carroll
Grazie mille per l'esegesi, ne tengo conto subito in nota! :-)
Tuttavia la questione del corretto trasferimento delle idee ha
un'importanza
Post by CP
determinante nell'uso della lingua, altrimenti non avrebbe senso parlare,
non trovi?
Certo ma...
Post by CP
Ma hai ragione: il senso delle cose dette non investe il
problema, esclusivamente formale, del rapporto tra scrittura e lingua
Appunto.
Post by CP
finchè si resta in un rapporto di gestione della questione, il quale sia
esclusivamente fonetico: appena si entra nell'arcaico nucleo
pittogrammatico
Post by CP
di certe scritture, il discorso, invece, parzialmente cambia: la lettura
restra sempre una soltanto, anche se silente, ma l'operazione mentale di
evocazione del significato può partire dal segno direttamente, anzichè
transitare attreverso l'immagine acustica da esso evocabile.
Io non direi. Riprendendo un esempio fatto in un altro messaggio, in cinese
la parola "salmone" si scrive con un logogramma composto dei componenti
"pesce" e "feudo". Passi per "pesce", ma come può il concetto di "feudo"
evocare il significato "salmone" senza passare per i suoni? L'unica cosa che
le parole cinesi "feudo" e "salmone" hanno in comune è che si pronunciano
entrambe "gui".
Post by CP
Segni segni segni..... segno segno segno..... forse distribuivi questo
vocabolo troppo alla leggera?
Se cerchi la genericità, ti ci vogliono termini generici.
Post by CP
Non lo so ma credo che un concetto molto interessante da indagare sia quello
di ideogramma.
Insigni linguisti cinesi dicono che gli ideogrammi non esistono perchè i
caratteri totalmente astratti portano la mente ad evocare direttamente
l'immagine acustica del vocabolo di riferimento, anzichè il relativo
referente (come invece fanno i pittogrammi). Che ne pensi?
Boh. Bisogna vedere che cosa quei linguisti cinesi intendevano per
"ideogrammi". In sinologia il termine si usa per due cose ben diverse: (1)
un termine tradizionale per chiamare i caratteri cinesi (uso questo ormai
obsoleto: oggi si chiamano "logogrammi", oppure "caratteri cinesi", calco
sul termine indigeno "hanzi" = "kanji") e (2) come sinonimo di "componente
diagrammatico", che è uno dei due tipi fondamentali di elementi di base con
cui si analizzano i caratteri cinesi (l'altro tipo è il "componente
pittografico" o "pittogramma").

--
Cingar


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
CP
2005-05-18 18:21:12 UTC
Permalink
"Xelloss" <***@gmail.com> ha scritto nel messaggio news:EI8ie.605$***@tornado.fastwebnet.it...
....
Post by Xelloss
A parte gli scherzi, è chiaro che si scrive per leggere, ma data l'esistenza
di omografi (e in vari casi di intere frasi dal significato ambiguo), non
credo che l'invertibilità della funzione di codifica sia richiesta per una
scrittura.
A che servirebbe scrivere se il processo di scrittura fosse in-invertibile
mediante la lettura del discorso precedentemente scritto? Vi sarebbe
comunque scrittura, in tal caso?

...
Post by Xelloss
Post by CP
Post by Xelloss
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Questo ammesso che la lettura corretta implichi la comprensione del
messaggio insito nel testo, così come accade nella lettura di testi composti
con caratterari, ma ciò non è affatto richiesto se si è in presenza di un
testo alfabetico che può essere letto alla perfezione a prescindere dal
livello di comprensione che se ne ha.
No vedi, sbagli ancora prospettiva... in nessun punto io ho parlato di
lettura.
La lettura è funzione inversa della scrittura, o mi sbaglio?
Stavamo parlando di scrittura?
Tu, dunque, dove volevi esattamente arrivare?
Post by Xelloss
Tra l'altro mettendo di mezzo la lettura ti potresti trovare a situazioni
paradossali, come quella di un testo scritto in giapponese, con ideogrammi e
furagana, poco comprensibile a un giapponese ignorante (che comunque è in
grado di leggerlo scandendo i caratteri sillabici), ma abbastanza
comprensibile per un cinese che riesce a decifrare gli ideogrammi ma non li
sa leggere in giapponese.
Non parlerei genericamente di paradosso: anche a scuola ci insegnavano che
"I vitelli dei romani sono belli" in latino significa "vai o vitello al
suono del dio romano della guerra". Ovvio che vi siano lingue di etnie
simili, nelle quali si trovano stringhe identiche (o caratteri identici) con
significati diversi. Talvolta addirittura questo si verifica con lingue
anche completamente diverse.... pensa alla curva italiana ed alla kurva
ungherese.
Post by Xelloss
Nota che secondo la mia definizione possono esistere scritture degeneri che
fanno collassare tutte le idee nella stessa stringa; questo però è voluto
(per motivi di generalità); d'altra parte il concetto di scrittura come
approssimazione più o meno precisa di un insieme di idee è suffragato,
credo, dall'esperienza comune.
Non capisco.
Post by Xelloss
Post by CP
Parlare di formule senza distinguere la teoria del messaggio
(intelligenza
Post by Xelloss
Post by CP
artificiale) e da quella del segnale (teoria matematica delle
comunicazioni), non potrebbe dare adito ad errori madornali?
Per verificare se un'idea è stata correttamente trasferita mediante un
segnale (verifica di correttezza del rapporto tra messaggio e segnale)
si
Post by Xelloss
Post by CP
è
costretti ad usare come messaggio un'istruzione eseguibile, altrimenti, se
si usasse una definizione, non se ne verrebbe più fuori, non trovi?
Non utilizziamo termini specifici senza averli definiti: formule, messaggio,
segnale... Peraltro la scrittura non prevede fault-tolerance, se non come
estensione, e termina nel momento in cui si posa la penna - non continua per
vedere se poi chi legge ha capito quello che volevamo dire.
Non è ciò che ho appena detto? :-(
Post by Xelloss
Scrittura è qualcosa che collega un significato a un significante, e
purtroppo (o per fortuna?) non c'è garanzia che il lettore possa recuperare
il significato originale.
La scrittura è un significante di secondo grado (quello di primo grado è la
lingua): con la lettura si trasforma il significante di secondo grado in
significante di primo grado (il significante originario). Quindi la
scrittura non collega il significato al significante: è la lettura che
collega il significante di secondo grado al significante di primo grado. Il
collegamento del significante di primo grado col significato lo fa
(eventualmente) la mente (del lettore o dell'ascoltatore) operando su una
base dati di referenti.
Questa idea non è una bizzaria della mia mente ma una definizione del
grammatologo Jaques Derrida.
A me pare molto sensata..... La trovi nel testo "Della Grammatologia", ed.
JackaBooks, ovviamente dello stesso autore sopra citato.
Post by Xelloss
Post by CP
Per verificare se un'idea è stata correttamente trasferita mediante un
segnale (verifica di correttezza del rapporto tra messaggio e segnale)
si
Post by Xelloss
Post by CP
è
costretti ad usare come messaggio un'istruzione eseguibile, altrimenti, se
si usasse una definizione, non se ne verrebbe più fuori, non trovi?
La considerazione non è mia ma di Claude Elwood Shannon e la puoi trovare in
"Teoria matematica delle comunicazioni". Ed anche questa mi pare molto
sensata. Una vasta dissertazione dei fondamenti di questa teoria si può
trovare nell'ancora più strenuamente matematico testo: Teoria
dell'Informazione di Giuseppe Longo, ed. Boringhieri. (Uno dei tanti.....)
Post by Xelloss
Non ho dubbi che il mio punto di vista astruso e schematico continuerà a non
garbarti; tuttavia nessuna delle tue obiezioni mi convince e semmai i punti
deboli del mio ragionamento sono altri...
Non mi ritengo un polemista: tuttalpiù sono un povero illuso.
Post by Xelloss
Saluti.
--
Xelloss
Wolfgang
2005-05-16 21:37:11 UTC
Permalink
Post by Xelloss
Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi funzione
f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa dell'alfabeto A.
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Non vado d'accordo con il termine «alfabeto», che sostituirei con
«sistema di segni» per rendere conto all'esistenza di scritture
ideografiche.

Inoltre metterei la freccia in direzione opposta, giacché un'idea
può essere espressa in vari modi, mentre una scrittura che meriti
tale denominazione deve comunicare al lettore univocamente questa
idea.

Ma cos'è un idea? Se ti ho capito bene, non volevi limitare la
tua definizione alle lingue per poter estendere il concetto della
scrittura a notazioni di qualsiasi tipo, ad esempio ai segni
matematici e le note musicali. Ma paghi cara -troppo cara a mio
avviso- questa generalizzazione, vedendoti costretto a sostituire
la ben definita lingua con un concetto tanto vago quanto è l'idea.

Ciao, Wolfgang
Xelloss
2005-05-16 22:10:17 UTC
Permalink
Post by Wolfgang
Non vado d'accordo con il termine «alfabeto», che sostituirei con
«sistema di segni» per rendere conto all'esistenza di scritture
ideografiche.
E' il termine utilizzato correntemente in linguistica, logica e informatica
per un qualsiasi insieme di simboli (non necessariamente alfabetici).
Post by Wolfgang
Inoltre metterei la freccia in direzione opposta, giacché un'idea
può essere espressa in vari modi, mentre una scrittura che meriti
tale denominazione deve comunicare al lettore univocamente questa
idea.
Non hai tutti i torti: anzi, mi hai praticamente letto nel pensiero (cfr.
altrove in questo thread "i punti deboli del mio ragionamento sono
altri...").
Ma che la scrittura comunichi univocamente le idee è un'utopia - esistono
molti esempi di frasi variamente interpretabili, non sempre per colpa di un
cattivo uso della lingua; la stessa poesia è frutto in molti casi di un uso
raffinato di questa "imprecisione".
Tagliamo la testa al toro e invece di funzione parliamo di una più generica
relazione. Una codifica sarà allora una funzione che trasforma idee in
stringhe rispettando la relazione di scrittura.
Post by Wolfgang
Ma cos'è un idea? Se ti ho capito bene, non volevi limitare la
tua definizione alle lingue per poter estendere il concetto della
scrittura a notazioni di qualsiasi tipo, ad esempio ai segni
matematici e le note musicali. Ma paghi cara -troppo cara a mio
avviso- questa generalizzazione, vedendoti costretto a sostituire
la ben definita lingua con un concetto tanto vago quanto è l'idea.
Hai capito bene, ma nel verso sbagliato. Mi sono accorto che la mia
definizione fosse sufficientemente generale per definire una scrittura della
matematica, o della musica, soltanto a posteriori (comunque prima di inviare
il messaggio). Questo non stupisce per nulla: di certo non esiste linguaggio
di utilizzo più generale del linguaggio naturale, con cui parliamo
comunemente di matematica, di musica e di tutte le altre discipline.

Saluti.
--
Xelloss
Cingar
2005-05-17 09:30:11 UTC
Permalink
Post by Xelloss
Post by Wolfgang
Non vado d'accordo con il termine «alfabeto», che sostituirei con
«sistema di segni» per rendere conto all'esistenza di scritture
ideografiche.
E' il termine utilizzato correntemente in linguistica, logica e informatica
per un qualsiasi insieme di simboli (non necessariamente alfabetici).
Per la linguistica, ti sbagli di grosso!
Post by Xelloss
[...]
Non hai tutti i torti: anzi, mi hai praticamente letto nel pensiero (cfr.
altrove in questo thread "i punti deboli del mio ragionamento sono
altri...").
Ma che la scrittura comunichi univocamente le idee è un'utopia - esistono
molti esempi di frasi variamente interpretabili, non sempre per colpa di un
cattivo uso della lingua; la stessa poesia è frutto in molti casi di un uso
raffinato di questa "imprecisione".
Vedo allora che t'ho letto nel pensiero anch'io (vedi altri messaggi).
Post by Xelloss
Tagliamo la testa al toro e invece di funzione parliamo di una più generica
relazione. Una codifica sarà allora una funzione che trasforma idee in
stringhe rispettando la relazione di scrittura.
L'unica grossa falla logica è quell'"idee". La scrittura trasmette *suoni*.
Post by Xelloss
Post by Wolfgang
Ma cos'è un idea? Se ti ho capito bene, non volevi limitare la
tua definizione alle lingue per poter estendere il concetto della
scrittura a notazioni di qualsiasi tipo, ad esempio ai segni
matematici e le note musicali. Ma paghi cara -troppo cara a mio
avviso- questa generalizzazione, vedendoti costretto a sostituire
la ben definita lingua con un concetto tanto vago quanto è l'idea.
Hai capito bene, ma nel verso sbagliato. Mi sono accorto che la mia
definizione fosse sufficientemente generale per definire una scrittura della
matematica, o della musica, soltanto a posteriori (comunque prima di inviare
il messaggio).
E nota che questa generalità è *il* difetto della tua definizione. È un po'
come definire un'automobile "Un oggetto solido in grado di spostarsi su una
superficie": definizione che vale per qualsiasi automobile, d'accordo, ma
che ha il difetto di potersi applicare anche a un rinoceronte o a una
valanga.

--
Cingar


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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
CP
2005-05-18 18:21:02 UTC
Permalink
Post by Wolfgang
Post by Xelloss
Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi funzione
f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa dell'alfabeto A.
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Non vado d'accordo con il termine «alfabeto», che sostituirei con
«sistema di segni» per rendere conto all'esistenza di scritture
ideografiche.
Cioè?
Post by Wolfgang
Inoltre metterei la freccia in direzione opposta,
Opposta a che cosa?
Post by Wolfgang
giacché un'idea
può essere espressa in vari modi,
Modi sta per codici?
Post by Wolfgang
mentre una scrittura che meriti
tale denominazione deve comunicare al lettore univocamente questa
idea.
La scrittura non comunica alcuna idea: comunica immagini acustiche. E
neppure queste ultime cominicano idee: è il database relazionale dato dal
vocabolario + i realia ed attivato dalle operazioni mentali di
riconoscimento del suono di una stringa come sintesi estrema di una
definizione che costruisce l'idea.
Post by Wolfgang
Ma cos'è un idea?
E' il prodotto della mente. E la mente è una funzione del cervello. E il
cervello è un organo del corpo.
Post by Wolfgang
Se ti ho capito bene, non volevi limitare la
tua definizione alle lingue per poter estendere il concetto della
scrittura a notazioni di qualsiasi tipo, ad esempio ai segni
matematici e le note musicali.
Cruciale: diversità tra notazione e scrittura.....
sviluppo logico....?
Post by Wolfgang
Ma paghi cara -troppo cara a mio
avviso- questa generalizzazione, vedendoti costretto a sostituire
la ben definita lingua con un concetto tanto vago quanto è l'idea.
....passo...
Post by Wolfgang
Ciao, Wolfgang
Perdonami, ma la soluzione del problema non sta tutta nel fatto di accettare
o
meno, ma comunque, motovatamente in modo scientifico, la categoria
IDEOGRAMMA?

I filosofi tedeschi ci si incaponiscono sopra (nel mantenerla in vita)
quando i linguisti cinesi, che sono i più diretti interessati dal fenomeno,
la hanno radicalmente rifiutata in onore di una concezione puramente
funzionale della scrittura in rapporto alla lingua (quella di "induttore
fonetico").

Quindi mi sto tormentando chiedendomi: se i
cinesi, molto lapalissianamente, la hanno rifiutata, che cosa vanno
cercando, i tedeschi? Forse una discendenza delle genti della terra da
una popolazione extraterreste i cui individui, sopra gli occhi, al posto
della fronte, hanno un monitor biologico su cui compaiono, per la
comunicazione interpersonale, dei segni, e poco
più sotto vi è una bocca dietro la quale sta una gola dotata di corde
vocali mai usate? E anche se fosse? Che cosa cambierebbe? Qualora il piccolo
extraterrestre cominciasse a parlare si invertirebbe semplicemente, per
questione storico-evoluzionistica, il grado dei due significanti e sarebbe
la lingua il significante di secondo grado. Ma questa è fantascienza:
sappiamo com'è la realtà. Quindi qual è il problema di fondo?
Non capisco!
Aiutami!
Wolfgang
2005-05-18 20:42:17 UTC
Permalink
Post by CP
Post by Wolfgang
Post by Xelloss
Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi
funzione f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa
dell'alfabeto A.
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Non vado d'accordo con il termine «alfabeto», che sostituirei con
«sistema di segni» per rendere conto all'esistenza di scritture
ideografiche.
Cioè?
Qualunque scrittura che non si basi su un alfabeto. Nelle nostre
lingue occidentali se ne trovano alcuni elementi sparsi, ad esempio
le cifre e i segni aritmetici.
Post by CP
Post by Wolfgang
Inoltre metterei la freccia in direzione opposta,
Opposta a che cosa?
Opposta alla direzione della freccia che figura nella definizione
di Xelloss sopraccitata.
Post by CP
Post by Wolfgang
giacché un'idea può essere espressa in vari modi,
Modi sta per codici?
Sí.
Post by CP
Post by Wolfgang
mentre una scrittura che meriti tale denominazione deve
comunicare al lettore univocamente questa idea.
La scrittura non comunica alcuna idea: comunica immagini
acustiche. E neppure queste ultime cominicano idee: è il database
relazionale dato dal vocabolario + i realia ed attivato dalle
operazioni mentali di riconoscimento del suono di una stringa
come sintesi estrema di una definizione che costruisce l'idea.
Perfettamente d'accordo. Volevo però sottoporre a una critica la
definizione di Xelloss, accettando a tal fine i suoi concetti,
che non condivido affatto.
Post by CP
Post by Wolfgang
Ma cos'è un idea?
E' il prodotto della mente. E la mente è una funzione del
cervello. E il cervello è un organo del corpo.
Volevo che me lo dicesse Xelloss. Visto che nel frattempo la sua
risposta l'hai non solo letta, ma anche commentata, ti sarai accorto
che lui è consapevole dei punti deboli della sua definizione.
Post by CP
Post by Wolfgang
Se ti ho capito bene, non volevi limitare la tua definizione alle
lingue per poter estendere il concetto della scrittura a notazioni
di qualsiasi tipo, ad esempio ai segni matematici e le note musicali.
Cruciale: diversità tra notazione e scrittura...
sviluppo logico...?
Non lo so. Avevo comunque l'impressione che per Xelloss notazione
e scrittura fossero sinonimi. Ma non sono io ad aver postulato una
relazione tra idea e scrittura.
Post by CP
Post by Wolfgang
Ma paghi cara -troppo cara a mio avviso- questa generalizzazione,
vedendoti costretto a sostituire la ben definita lingua con un
concetto tanto vago quanto è l'idea.
...passo...
L'unica frase mia che trovi la tua approvazione?
Post by CP
Perdonami, ma la soluzione del problema non sta tutta nel fatto di
accettare o meno, ma comunque, motivatamente in modo scientifico,
la categoria IDEOGRAMMA?
A mio parere la distinzione tra ideogramma e stringa di lettere è
del tutto irrilevante, giacché leggiamo (e capiamo) in modo identico
la cifra «2» e la stringa «due». Nella definizione di Xelloss ci
voleva invece un «alfabeto» affinché una scrittura fosse tale.
Post by CP
I filosofi tedeschi ci si incaponiscono sopra (nel mantenerla
in vita) quando i linguisti cinesi, che sono i più diretti
interessati dal fenomeno, la hanno radicalmente rifiutata in
onore di una concezione puramente funzionale della scrittura
in rapporto alla lingua (quella di "induttore fonetico").
Quindi mi sto tormentando chiedendomi: se i cinesi, molto
lapalissianamente, la hanno rifiutata, che cosa vanno cercando,
i tedeschi? Forse una discendenza delle genti della terra da una
popolazione extraterreste i cui individui, sopra gli occhi, al
posto della fronte, hanno un monitor biologico su cui compaiono,
per la comunicazione interpersonale, dei segni, e poco più sotto
vi è una bocca dietro la quale sta una gola dotata di corde vocali
mai usate? E anche se fosse? Che cosa cambierebbe? Qualora il
piccolo extraterrestre cominciasse a parlare si invertirebbe
semplicemente, per questione storico-evoluzionistica, il grado dei
due significanti e sarebbe la lingua il significante di secondo
grado. Ma questa è fantascienza: sappiamo com'è la realtà. Quindi
qual è il problema di fondo?
Non capisco!
Neanch'io
Post by CP
Aiutami!
Temo di non poterti aiutare, giacché non condivido né la definizione
di Xelloss né le idee dei predetti filosofi tedeschi. Per me una
scrittura è la codificazione del sistema fonologico di una lingua
e basta. Mi sono solo messo nei panni di chi accetta i concetti di
Xelloss per dimostrargli l'assurdità della sua definizione. Tutto qua.

Ciao, Wolfgang
Xelloss
2005-05-18 23:09:20 UTC
Permalink
Post by Wolfgang
Temo di non poterti aiutare, giacché non condivido né la definizione
di Xelloss né le idee dei predetti filosofi tedeschi. Per me una
scrittura è la codificazione del sistema fonologico di una lingua
e basta. Mi sono solo messo nei panni di chi accetta i concetti di
Xelloss per dimostrargli l'assurdità della sua definizione. Tutto qua.
Su questo voglio risponder{ti|vi} domani, perché sebbene le critiche mosse
alla mia definizione siano sensate, le alternative proposte non sono
particolarmente più convincenti. In particolare spostare il problema della
relazione sintassi-semantica a un altro concetto, denominato "lingua", giova
veramente a qualcosa?

Saluti.
--
Xelloss
CP
2005-05-19 19:32:59 UTC
Permalink
"Xelloss" <***@gmail.com> ha scritto nel messaggio news:GWPie.3896$***@tornado.fastwebnet.it...
...
Post by Xelloss
Su questo voglio risponder{ti|vi} domani, perché sebbene le critiche mosse
alla mia definizione siano sensate, le alternative proposte non sono
particolarmente più convincenti. In particolare spostare il problema della
relazione sintassi-semantica a un altro concetto, denominato "lingua", giova
veramente a qualcosa?
Quando non la si può fare terra terra si deve faticare accontentandosi,
tuttalpiù, di essere schematici. In caso contrario perchè complicare?
Si sa, per comunicare i messaggi ci vogliono i segnali propagati,
dall'emittente al ricevente, attraverso i canali di trasmissione.

Il nodo cruciale di tutta la faccenda, a questo punto, è chiedersi, come per
l'ideogramma, se anche il messaggio non sia un'allucinazione simbolica che
la mente produce autoreferenziandosi. Infatti, se le idee si formano, nel
cervello, mediante lo scorrere di energia elettrochimica lungo determinati
percorsi sinaptici, già tali dinamismi elettrochimici sono idea e, quindi,
potenziale messaggio da trasmettere.

Cosa può, quindi, perturbare la comunicazione? Alterare il contenuto del
messaggio? Un difetto strutturale del codice od un difetto nella conoscenza
(ignoranza parziale) del medesimo?
CP
2005-05-19 19:33:01 UTC
Permalink
"Wolfgang" <***@ariannuccia.de> ha scritto nel messaggio news:***@ariannuccia.de...
...
Post by Wolfgang
Post by CP
Post by Wolfgang
Non vado d'accordo con il termine «alfabeto», che sostituirei con
«sistema di segni» per rendere conto all'esistenza di scritture
ideografiche.
Cioè?
Qualunque scrittura che non si basi su un alfabeto.
Perchè? L'alfabeto, non è, pure esso, un sistema di segni?
E se non lo è, che cosa è?
Post by Wolfgang
Nelle nostre
lingue occidentali se ne trovano alcuni elementi sparsi, ad esempio
le cifre e i segni aritmetici.
1 - Caratterari
2 - Sillabari
3 - Consonantari
4- Alfabeti

(mi dispiace, ma gli alfabeti continuano ad esistere anche se ad alcuni non
piacciono....)

Già 1, 2 e 3 non sono alfabeti e fanno parte di sistemi di ausilio grafico a
lingue maggioritarie del pianeta.

1234: 2 letture possibili, cioè....

I^ - uno, due, tre, quattro = leggo la stringa come cifra
II^ - milleduecentotrentaquattro = leggo la stringa come numero

4 = IV = quattro ? Sì. Allora 4, IV e quattro sono cifre diverse che
rappresentano il medesimo numero: il quattro.

Se questo non fosse vero non si potrebbero nemmeno leggere allo stesso modo:

c 6 o non c 6 +, alle 16.30, in piazza 4/5 per il pistol8 di addio al
celibato? (lettura su base plurinotazionale)

e

ci sei o non ci sei più, alle sedici e trenta, in piazza quattro maggio per
il pistolotto di addio al celibato? (lettura su base mono-notazionale)

(: POLIGRAFIA MONOSEMICA INTRALINGUISTICA ED INTERNOTAZIONALE ---> pronunzie
e significati identici ma distinguibilità ortografica)

CASA ---> ci, a, esse, a = leggo la stringa come cifra
---> casa = leggo la stringa come vocabolo

OMOGRAFIA INTERLINGUISTICA INTRANOTAZIONALE ---> chair = sedia (inglese),
carne (francese) ---> pronunzie e significati diversi ma indistinguibilità
ortografica.

POLIGRAFIA MONOSEMICA INTRALINGUISTICA ED INTERNOTAZIONALE ---> carta
(italiano, alfabeto latino) = kapta (russo, stessa pronuncia, stesso
significato, ma scritto in cirillico)

Infine, se consideriamo fenomeni come la traslitterazione dal cirillico
all'alfabeto latino nel russo, o dai caratteri al pinyin nel cinese, ecc.,
le scritture che otteniamo sono comunque, rispettivamente, russe, cinesi,
ecc.

Tutti indizi mostranti la drastica diversità esistente tra i concetti di
NOTAZIONE (insieme di segni: lettere, numeri, o lettere e numeri insieme
considerati) e SCRITTURA (sistema di rappresentazione grafica di una lingua
mediante l'utilizzo di una o più notazioni).

Quindi, ideografica, a questo punto, è scrittura o la notazione? Ammesso,
ovviamente, che l'ideografia esista davvero. Altrimenti ci concentriamo
soltanto sul concetto di logografia e andiamo ad aprire un altro discorso.
Post by Wolfgang
Post by CP
Post by Wolfgang
Inoltre metterei la freccia in direzione opposta,
Opposta a che cosa?
Opposta alla direzione della freccia che figura nella definizione
di Xelloss sopraccitata.
L'invertibilità mi pare scontata, altrimenti la funzione sarebbe inutile,
per la comunicazione.
Post by Wolfgang
Post by CP
Post by Wolfgang
giacché un'idea può essere espressa in vari modi,
Modi sta per codici?
Sí.
Non starebbe anche per modalità entro uno stesso codice?


...
Post by Wolfgang
Post by CP
Post by Wolfgang
Ma paghi cara -troppo cara a mio avviso- questa generalizzazione,
vedendoti costretto a sostituire la ben definita lingua con un
concetto tanto vago quanto è l'idea.
...passo...
L'unica frase mia che trovi la tua approvazione?
No: l'unica frase di cui non ho capito il senso nemmeno per un millesimo, in
quanto, per me, una lingua non è mai ben definita, perché perennemente in
mutamento (definiti sono soltanto gli intervalli sonori tra i fonemi dei
suoi vocaboli e gli schemi delle armoniche di questi fonemi). Il concetto di
idea, invece, non è affatto vago: si tratta di un prodotto della mente (la
mente non sa produrre altro); da un punto di vista grafico la si portrebbe
definire come uno schema eccitativo neuronale ben definibile, persino
fotografabile, e la sua natura di segnale non direttamente esternabile in
modo perfettamente fedele potrebbe essere superata da un sistema cyborg
interfaccia-radio-radio-interfaccia..... mai visti i borg nella saga di Star
Trek?
Per il resto non ho tempo di approvare o disapprovare: sono troppo impegnato
a comprendere ed a soffrire o gioire per le scoperte mancate ed effettuate.
La fame di conoscenza mi tormenta.
Post by Wolfgang
Post by CP
Perdonami, ma la soluzione del problema non sta tutta nel fatto di
accettare o meno, ma comunque, motivatamente in modo scientifico,
la categoria IDEOGRAMMA?
A mio parere la distinzione tra ideogramma e stringa di lettere è
del tutto irrilevante, giacché leggiamo (e capiamo) in modo identico
la cifra «2» e la stringa «due».
Non si può leggere senza capire?
Nelle scritture fonetiche si può farlo: pensa di conoscere l'IPA e di usarlo
per leggere un testo scritto (con l'IPA) in una lingua che non conosci.

In quelle pittografiche, invece, se non si capisce il carattere, si è in
ambito logografico e quindi non lo si riesce a leggere se prima non si sa
che insieme di suoni linguistici rappresenta.

Perciò io potrei dirti che noi sappiamo leggere il logogramma 2 e la stringa
di grafemi due allo stesso modo, ma che per intendere questi due oggetti
come equipollenti abbiamo però dovuto imparare che essi designano il
medesimo concetto: quello del numero due. Altrimenti per noi sarebbero
soltanto due modi diversi di rappresentare graficamente il medesimo suono.
Mi sto sbagliando?

....
Post by Wolfgang
Temo di non poterti aiutare, giacché non condivido né la definizione
di Xelloss né le idee dei predetti filosofi tedeschi. Per me una
scrittura è la codificazione del sistema fonologico di una lingua
e basta.
Quindi non credi nell'esistenza degli ideogrammi?
Ok. E a quella dei pittogrammi e dei logogrammi ci credi?
Quindi la distinzione tra ideogrammi e stringhe di lettere, come dici, resta
irrilevante?
Irrilevante in che senso?
Cingar
2005-05-17 08:34:37 UTC
Permalink
Post by Xelloss
[...]
Io da "scienziato" propongo la seguente definizione "tecnica" ed
Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi funzione
f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa dell'alfabeto A.
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Fa acqua da almeno due grosse falle, di cui la più grossa è la seconda, che
aliena la definizione dal campo della linguistica per porla in quello della
più vaga semiologia:

1) L'uso della parola "alfabeto" nella sua accezione matematica non è
accettabile in linguistica. La matematica si può permettere quest'uso
metaforico perché l'alfabeto vero e proprio non fa parte del suo campo
d'indagine. La linguistica, e in particolare la sua branca che studia la
scrittura ("grammatologia"), deve per forza di cose usare "alfabeto" nel suo
significato proprio: quell'insieme di 22 segni consonantici inventato
nell'antico Medio Oriente per trascrivere una lingua nord-semitica, e le sue
successive evoluzioni sulle due sponde del Mediterraneo. È già problematico,
e generalmente evitato, chiamare "alfabeto" scritture come quelle dell'India
o della Corea.

2) Nella tua definizione (ma, pensandoci, neanche in quella di CP, almeno
non direttamente) non compare da nessuna parte la parola "lingua". Il fatto
che la scrittura serva a trascrivere la lingua e *non* direttamente le idee
è un fatto fondamentale: senza questa specificazione, qualsiasi codice atto
a trasmettere idee (inclusa la stessa lingua *parlata*, se ci pensi)
potrebbe essere definita "scrittura". La tua definizione non esclude la
possibilità che esistano scritture "ideografiche" (cioè che trasmettono
direttamente le idee senza l'intermediazione della lingua, come si riteneva
facessero i geroglifici egiziani prima che fossero decifrati e compresi) e
quindi includerebbe nella "scrittura" pure i segnali stradali o i semafori.

--
Cingar


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Xelloss
2005-05-17 12:17:15 UTC
Permalink
Post by Cingar
1) L'uso della parola "alfabeto" nella sua accezione matematica non è
accettabile in linguistica.
E' possibile; in ogni caso basta mettersi d'accordo sulle definizioni.
Post by Cingar
2) Nella tua definizione (ma, pensandoci, neanche in quella di CP, almeno
non direttamente) non compare da nessuna parte la parola "lingua".
Naturalmente la lingua rimane implicita. In assoluto comunque a ogni
scrittura, nella mia definizione, è associata una e una sola lingua.
Post by Cingar
Il fatto
che la scrittura serva a trascrivere la lingua e *non* direttamente le idee
è un fatto fondamentale: senza questa specificazione, qualsiasi codice atto
a trasmettere idee (inclusa la stessa lingua *parlata*, se ci pensi)
potrebbe essere definita "scrittura". La tua definizione non esclude la
possibilità che esistano scritture "ideografiche" (cioè che trasmettono
direttamente le idee senza l'intermediazione della lingua, come si riteneva
facessero i geroglifici egiziani prima che fossero decifrati e compresi) e
quindi includerebbe nella "scrittura" pure i segnali stradali o i semafori.
Non capisco, sembra che per te la lingua coincida con la sua
rappresentazione fonetica, il che è poi solo un aspetto della lingua e
neanche il più importante. Secondo me una lingua è più un modo di pensare,
come diceva anche il buon Orwell, e nel pensiero esistono già tutte le forme
sintattiche che poi vengono rappresentate nella scrittura.

Da qualche altra parte mi rimproverano di aver parlato di "insieme delle
idee" lasciando un concetto così complesso senza alcuna spiegazione. Be',
ammetto che una delle caratteristiche principali della scrittura è quella di
approssimare la struttura delle idee.
--
Xelloss
ADPUF
2005-05-17 22:22:12 UTC
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Post by Xelloss
Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi funzione
f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa dell'alfabeto A.
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Ma che significa "per iscritto"?
Mi sembra una definizione circolare.

Forse si può farne a meno, dire semplicemente che I è l'insieme
delle idee; e se alcune non si possono associare a una stringa
di caratteri dell'alfabeto A, ebbene le si associ alla stringa
nulla: "".
--
ADPUF
Xelloss
2005-05-18 23:00:08 UTC
Permalink
Post by ADPUF
Post by Xelloss
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Ma che significa "per iscritto"?
Mi sembra una definizione circolare.
Ni, non è circolare perché non è una definizione ma una spiegazione. Da un
punto di vista matematico intendevo I come un insieme qualunque.

Saluti.
--
Xelloss
CP
2005-05-19 15:21:40 UTC
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Post by Xelloss
Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi funzione
f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa dell'alfabeto A.
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Ma che significa "per iscritto"?
Mi sembra una definizione circolare.

Forse si può farne a meno, dire semplicemente che I è l'insieme
delle idee; e se alcune non si possono associare a una stringa
di caratteri dell'alfabeto A, ebbene le si associ alla stringa
nulla: "".

Già, il vuoto è sottoinsieme di qualsiasi insieme, ma..... occhio al
paradosso di Cantor ed all'ipotesi del Continuum di Cohen...... buttiamoci
quindi a capofitto nella teoria degli insiemi sfocati.....

Della serie.....

..... FINALMENTE UN PO' DI LUCE!!!

Grazie, quindi, e, preciso.... circa il tuo precedente post sugli assiomi
"moderni" (senza dubbio migliori di quelli passati: la scienza è
un'interminabile storia a puntate tutte a lieto fine, perchè
privarsene?)...c'è una specie di turbamento di fondo che porta la metematica
verso la linguistica (la lingua è il punto di partenza di ogni definizione,
di ogni scienza, perchè non si può prescindere da essa quando ci si appresta
a spiegare qualsiasi cosa)... e mi pare che sia il concetto di
"autoevidenza" legato a quello di "lapalissiana intuibilità".... concetti
che col tempo andrebbero ridotti ai realia del vocabolario, cioè,
sostanzialmente, banditi da ogni scienza riducendo i loro oggetti a
pittogrammi. In tal senso ha fatto moltissimo la geometria analitica di
Cartesio, finita persino sui monitor degli oscilloscopi.... basta continuare
a procedere per questa via.... non ti pare?

Goedel non ci credeva, alla fine..... Hilbert sì...... noi che facciamo?

--
ADPUF
ADPUF
2005-05-19 22:55:19 UTC
Permalink
Post by CP
Goedel non ci credeva, alla fine..... Hilbert sì...... noi che facciamo?
Se non erro ha vinto Gödel.
--
°¿°
CP
2005-05-20 15:33:58 UTC
Permalink
Post by ADPUF
Post by CP
Goedel non ci credeva, alla fine..... Hilbert sì...... noi che facciamo?
Se non erro ha vinto Gödel.
Infatti, e sostenendo che il paradosso dell'autoreferenza è inevitabile
cercando di descrivere un sistema dall'interno: ma questo non vuol dire che
il paradosso si evita descrivendo un sistema dall'esterno?

Certo, certi enunciati restano indecidibili perché non si può porsi
all'esterno del sistema di riferimento: non si può avere tutto.
Post by ADPUF
--
°¿°
TV
2005-05-19 08:58:12 UTC
Permalink
Post by Xelloss
Io da "scienziato" propongo la seguente definizione "tecnica" ed
Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi funzione
f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa dell'alfabeto A.
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Si definisce applicazione (o funzione) una qualsiasi operazione che ad ogni
elemento x, appartenente all'insieme A corrisponde uno ed un solo elemento y
di B. Cioè se ad x corrispondono due elementi di B allora non è una
funzione.


Ora, data un'idea, ci sono molti modi diversi per scriverla. Dunque la tua
definizione è sbagliata! (almeno dal punto di vista matematico, però se
definisci un insieme i cui elementi sono classi di equivalenza, forse si
riesce dare una definizione corretta ;-)

Ciao

TV
CP
2005-05-19 19:45:33 UTC
Permalink
Post by TV
Post by Xelloss
Io da "scienziato" propongo la seguente definizione "tecnica" ed
Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi funzione
f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa dell'alfabeto A.
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per iscritto.
Si definisce applicazione (o funzione) una qualsiasi operazione che ad ogni
elemento x, appartenente all'insieme A corrisponde uno ed un solo elemento y
di B. Cioè se ad x corrispondono due elementi di B allora non è una
funzione.
Ora, data un'idea, ci sono molti modi diversi per scriverla. Dunque la tua
definizione è sbagliata! (almeno dal punto di vista matematico, però se
definisci un insieme i cui elementi sono classi di equivalenza, forse si
riesce dare una definizione corretta ;-)
Ma certo, fai pure così per il codominio..... ma nel dominio che cosa ci
metti, l'insieme degli stati finiti du una corrispondente TAC?
Post by TV
Ciao
TV
TV
2005-05-20 19:06:21 UTC
Permalink
Post by Xelloss
Post by TV
Post by Xelloss
Io da "scienziato" propongo la seguente definizione "tecnica" ed
Una scrittura dell'insieme I sull'alfabeto A è una qualsiasi funzione
f:I->A* che associa a ogni elemento di I una stringa dell'alfabeto A.
I ovviamente è l'insieme delle idee che possono essere messe per
iscritto.
Post by TV
Si definisce applicazione (o funzione) una qualsiasi operazione che ad
ogni
Post by TV
elemento x, appartenente all'insieme A corrisponde uno ed un solo
elemento
y
Post by TV
di B. Cioè se ad x corrispondono due elementi di B allora non è una
funzione.
Ora, data un'idea, ci sono molti modi diversi per scriverla. Dunque la tua
definizione è sbagliata! (almeno dal punto di vista matematico, però se
definisci un insieme i cui elementi sono classi di equivalenza, forse si
riesce dare una definizione corretta ;-)
Ma certo, fai pure così per il codominio..... ma nel dominio che cosa ci
metti, l'insieme degli stati finiti du una corrispondente TAC?
Il problema non è cosa ci metti. Non puoi usare una funzione come hai fatto
tu. Definisci bene gli insiemi e poi puoi definire la funzione.

Comunque secondo me la scrittura è semplicemente un codice. Non è necessario
scomodare le funzioni matematiche

Ciao

TV
CP
2005-05-21 00:15:43 UTC
Permalink
"TV" <***@yaohoo.com> ha scritto nel messaggio news:Nyqje.18768$***@twister1.libero.it...
....
Post by TV
Post by CP
Ma certo, fai pure così per il codominio..... ma nel dominio che cosa ci
metti, l'insieme degli stati finiti du una corrispondente TAC?
Il problema non è cosa ci metti. Non puoi usare una funzione come hai fatto
tu. Definisci bene gli insiemi e poi puoi definire la funzione.
Ma che dici?
Definire un isieme non vuol dire descrivere la borsina della spesa a
prescindere da ciò che è in essa contenuto: un insieme è definito dai propri
elementi.
Quindi se chiedo cosa ci metti dentro, parlo in modo allegorico.
Post by TV
Comunque secondo me la scrittura è semplicemente un codice. Non è necessario
scomodare le funzioni matematiche
Occribbio, questa sì che è bella: e un codice con quale criterio andrebbe
mai a sostituire dei segni con altri segni?
Forse con del puro caos?
Post by TV
Ciao
TV
Gianluca
2005-05-21 21:58:26 UTC
Permalink
Post by CP
....
Post by TV
Post by CP
Ma certo, fai pure così per il codominio..... ma nel dominio che cosa ci
metti, l'insieme degli stati finiti du una corrispondente TAC?
Il problema non è cosa ci metti. Non puoi usare una funzione come hai
fatto
Post by TV
tu. Definisci bene gli insiemi e poi puoi definire la funzione.
Ma che dici?
Definire un isieme non vuol dire descrivere la borsina della spesa a
prescindere da ciò che è in essa contenuto: un insieme è definito dai propri
elementi.
Quindi se chiedo cosa ci metti dentro, parlo in modo allegorico.
No scusa non mi sono spiegato bene. Gli insiemi lio puoi definire come ti
pare.
Invece è la definizione di funzione che è sbagliata come avevo detto nel
primo post. Però penso che questo non sia il gruppo adatto per discutere
questa cosa.
Post by CP
Post by TV
Comunque secondo me la scrittura è semplicemente un codice. Non è
necessario
Post by TV
scomodare le funzioni matematiche
Occribbio, questa sì che è bella: e un codice con quale criterio andrebbe
mai a sostituire dei segni con altri segni?
Forse con del puro caos?
Confermo quello che avevo detto in precedenza. per me la scrittura è una
forma di codice , cioè uso dei simboli che messi in sieme con certe regole
hanno un significato.

Per esempio se scrivo a caso : grdehrtjetszjsrtdujrjmn ndnrsjrmcf v. questo
non sigifica niente, a meno chè non gli vuoi attribuire un particolare
significato. Dipende da te (noi).

Ciao
TV
CP
2005-05-22 16:40:07 UTC
Permalink
"Gianluca" <***@libero.it> ha scritto nel messaggio news:6aOje.20460$***@twister1.libero.it...
....
Post by Gianluca
Confermo quello che avevo detto in precedenza. per me la scrittura è una
forma di codice , cioè uso dei simboli che messi in sieme con certe regole
hanno un significato.
Non è che in quelle "certe regole" si annidi una funzione?
Post by Gianluca
Per esempio se scrivo a caso : grdehrtjetszjsrtdujrjmn ndnrsjrmcf v. questo
non sigifica niente, a meno chè non gli vuoi attribuire un particolare
significato. Dipende da te (noi).
O a meno che non si tratti di un crittogramma che cifra un testo, o no?
Che ne sai di una sequenza di lettere?
Post by Gianluca
Ciao
TV
TV
2005-05-23 11:27:57 UTC
Permalink
Post by CP
....
Post by Gianluca
Confermo quello che avevo detto in precedenza. per me la scrittura è una
forma di codice , cioè uso dei simboli che messi in sieme con certe regole
hanno un significato.
Non è che in quelle "certe regole" si annidi una funzione?
Scusa vedo che continuo a non spiegarmi bene.

hai parlato di funzione matematica. Se prendi una funzione matematica devi
rispettare la definizione precisa.

Ora faccio un esempio. vediamo se riesco a spiegarmi.

Consideriamo un insieme che chiamiamo I, insieme delle idee o dei concetti.
Dunque I è l'insieme di tutte le idee e di tutti i concetti che una mente
umana può pensare o immaginare. (astratti , oggetti reali, ecc.).

Ora ci proponiamo il problema di rappresentare tutti gli elementi, che
indichiamo con il simboli i, dell'insieme I.

A questo punto dobbiamo costruire un altro insieme (il codominio). Prendiamo
l'insieme di tutte le parole che si possono formare con le lettere latine in
tutti i modi possibili (ci possiamo limitare a prendere solo le lettere
latine, ma non c'è nessun problema a prendere tutti i simboli grafici che
vuoi). Indichiamo questo insieme con il simbolo B.
Ora se vuoi costruire una funzione devi scegliere una regola (non ha
importanza quale regola prendi) che ad ogni elemento i di I associa UNO ED
UN SOLO elemento di B.
Per esempio, prendiamo nell'insieme I l'elemento (il concetto o
l'idea )"sedia". A questo elemento devo associare un solo elemento di B.
Ma questo non è possibile perché in B troverai gli elementi : sedia (in
italiano), chair (in inglese), chaise (in francese ) e così via.

Per venirti incontro potremmo pensare che sedia è diverso da chair che è
diverso da chaise ecc.ecc. . però mi senbra una forzatura perchè se
adottassi questo criterio non potremmo più fare le traduzioni da una lingua
ad un'altra. Infatti si ha: sedia=chair= chaise=ecc.
E' questo il punto che non permette di poterla considerare uan funzione.

Dunque all'elemento "sedia" di I vi corrispondono tanti elementi quante sono
le lingue che usano l'alfabeto latino ed hanno le sedie per sedersi.

Questa che tu hai chiamato funzione, volendo fare un paragone matematico,
non è, in matematica, una funzione. Quindi se non è una funzione non può
avere le proprietà delle funzioni. Non può essere invertibile, non può
essere surriettiva ecc. ecc.

Se come insieme B prendessimo solo la lingua italiana, risolveresti il
problema per l'elemento "sedia" (forse!). Però mi sembra che nella lingua
italiana ci siano i sinonimi. Se è così, stai nella stessa condizione di
prima.
In conclusione, almeno in questo modo, non puoi costruire una funzione.
Poi se tu lo vuoi fare lo stesso, sei libero di farlo. Non mi risulta che
esista la polizia matematica.

Giusto per la precisione l'insieme B che abbiamo costruito, ha più elementi
di quelli necessari per descrivere gli elementi di I. Infatti B ha anche
elementi del tipo: frwfwgfvwv, wvwjvwpjgbvwpjvbwajbvwpajbvpwavwpa. Anzi B è
formato da infiniti elementi ( forse non sbaglio se dico che è un isieme
infinito numerabile)


Tutto questo non significa che non si possa costruire una funzione. Devi
solo costruire in modo opportuno gli elementi di B (per esempio con le
classi di equivalenza, che sono degli oggetti matematici costruiti con delle
regole ben precise. Però non so se si riesce a farlo e comunque non è un
problema interessante, almeno per me).
Post by CP
Post by Gianluca
Per esempio se scrivo a caso : grdehrtjetszjsrtdujrjmn ndnrsjrmcf v.
questo
Post by Gianluca
non sigifica niente, a meno chè non gli vuoi attribuire un particolare
significato. Dipende da te (noi).
O a meno che non si tratti di un crittogramma che cifra un testo, o no?
Che ne sai di una sequenza di lettere?
Non cambia niente, anzi vuol dire che invece di avere ad ogni elemento i di
I, 10 corrispondenti in B ,ne hai 100, 1000 o quello che vuoi. Il risultato
non cambia. Non è una funzione.

Spero di essere stato chiaro
Ciao
TV

P.S. se invede di andare da I a B fai il contrario, e cioè vai da B a I
allora hai una funzione.
Cingar
2005-05-23 14:31:55 UTC
Permalink
Post by TV
[...]
Ora se vuoi costruire una funzione devi scegliere una regola (non ha
importanza quale regola prendi) che ad ogni elemento i di I associa UNO ED
UN SOLO elemento di B.
Sì, ma a ogni elemento di B possono corrispondere più elementi di I, giusto?
Quindi la "funzione" che andate cercando dovrebbe forse essere quella di
lettura, e non quella di scrittura.

Ma in realtà qui non state parlando di scrittura (che, lo ripeto, non
trasmette idee ma i suoni della lingua) ma della lingua stessa.

E quindi l'unica "funzione" (cioè la regola o insieme di regole) che c'è in
ballo è quella di "parsing", cioè di comprensione. Dato un certo enunciato
linguistico (una frase, insomma) ci dovrebbe essere idealmente un solo
"concetto" che le corrisponde. Sappiamo che nei dettagli non sempre è così
(esistono frasi volutamente o accidentalmente ambigue) ma sappiamo anche che
a grandi linee deve essere così: sentiamo in continuazione frasi mai sentite
prima e capiamo cosa significano.

Viceversa, non esiste una "funzione" che collega un certo concetto a uno e
uno solo enunciato, com'è dimostrato dal fatto che ci sono svariati modi,
tutti corretti, per esprimere un'idea, descrivere una scena, porre una
domanda, ecc.
Post by TV
[...]
Se come insieme B prendessimo solo la lingua italiana, risolveresti il
problema per l'elemento "sedia" (forse!). Però mi sembra che nella lingua
italiana ci siano i sinonimi. Se è così, stai nella stessa condizione di
prima.
Ecco: tornando alla scrittura, i sinonimi sono un punto importante.

I sinonimi sono parole *diverse* (cioè aventi suono diverso) che hanno il
medesimo referente, cioè hanno lo stesso significato, che rappresentano la
stessa idea.

In una ipotetica (e, lo ricordo, *MAI* esistita) "scrittura ideografica", i
sinonimi dovrebbero essere indistinguibili.

Se "gatto" e "micio" indicano lo stessa referente (cioè "membro della specie
Felis domesticus"), e la nostra "scrittura" è una funzione (o quel che
volete) che collega un certo referente a un certo simbolo, non si vede per
quale ragione "gatto" e "micio" dovrebbero avere simboli diversi.

Ma siccome la scrittura (qualsiasi scrittura, anche quella cinese) non
indica graficamente le idee ma, invece, il suono delle parole, ecco che
"gatto" e "micio", avendo suono diverso, saranno scritte in modo diverso. E
questo è uno degli argomenti classici con cui si contesta l'esistenza di
"scritture ideografiche".

Questa riduzione del suono "micio" in simboli grafici può esplicarsi in
molti modi diversi: quattro segni che indicano i fonemi [m], [i], [tS] e
[o], due segni che indicano solo i fonemi consonantici [m] e [tS], due segni
che indicano le sillabe [mi] e [tSo], un segno che indica la radice [mitS]
di "micio" e un altro che indica la desinenza [-o] del maschile singolare,
ecc., ecc., ecc.

Viceversa, se la mia parola assume un significato completamente diverso
(cioè tutt'altro referente), non si sente normalmente il bisogno di
differenziarla graficamente nella scrittura: la parola inglese "pussy" è un
termine affettuoso per un gatto, come il nostro "micio", ma indica anche
quella cosa pelosetta che le signore hanno dentro la gonna. In entrambi i
casi, lo spelling è "p", "u", doppia "s" e "y".

--
Cingar


--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
TV
2005-05-23 17:24:05 UTC
Permalink
Post by Cingar
Post by TV
[...]
Ora se vuoi costruire una funzione devi scegliere una regola (non ha
importanza quale regola prendi) che ad ogni elemento i di I associa UNO ED
UN SOLO elemento di B.
Sì, ma a ogni elemento di B possono corrispondere più elementi di I, giusto?
Quindi la "funzione" che andate cercando dovrebbe forse essere quella di
lettura, e non quella di scrittura.
Si. leggi il P.S. del mio precedente messaggio. (dove ho scritto invede al
posto di invece:-)

In verità io non sto cercando nessuna funzione. Sono entrato nella
discussione solo perché avevo
visto usare impropriamente la definizione di funzione.
Il problema che state (o stanno) discutendo non mi appassiona.

Ciao

TV
TV
2005-05-24 07:33:32 UTC
Permalink
"TV" <***@yaohoo.com> ha scritto nel messaggio news:17jke.113166$***@twister2.libero.it...

Chiedo scusa agli amici del gruppo, in particolare a CP,ma rileggendo il
mio messaggio ho notato di aver detto una cavolata.
Post by TV
Per venirti incontro potremmo pensare che sedia è diverso da chair che è
diverso da chaise ecc.ecc. . però mi senbra una forzatura perchè se
adottassi questo criterio non potremmo più fare le traduzioni da una
lingua ad un'altra. Infatti si ha: sedia=chair= chaise=ecc.
E' questo il punto che non permette di poterla considerare uan funzione.
è ovviamente sbagliato. Non posso parlare di funzione proprio perché gli
elementi che corrispondono all'idea di "sedia" sono diversi. Il punto è
stabilire rispetto a cosa sono diversi. La diversità sta nella stringa che
viene utilizzata. Cioè la stringa "chair" è diversa dalla stringa "sedia"
ecc.. Sotto questo aspetto all'elemento concetto "sedia" vi corrispondono
stringhe diverse e dunque elementi diversi. Quindi non ho una funzione.
Ovviamente, da un altro punto di vista sappiamo che tutte le stringhe legate
al concetto "sedia" sono uguali perché sono modi "diversi" per esprimere il
concetto sedia. In questo caso, come avevo già detto, sarebbe possibile
costruire le classi di equivalenza. Però si deve vedere se effettivamente
ciò è possibile.

Ciao

TV
CP
2005-05-24 22:48:41 UTC
Permalink
Lieto che tu ti renda conto che la cosa è più complessa di quanto non si
creda o non sembri.

Sappiamo che la matematica impone un approccio chiaro, essenziale e lineare.

Tu sei andato oltre il rapporto formale tra scrittura (significante di
secondo grado) e lingua (significante di primo grado): non hai detto cos'è
la scrittura, non te lo sei nemmeno domandato, sei andato oltre, hai
sconfinato nella semantica..... bell'argomento, molto appassionante, ma
decisamente fuori tema.

La semantica la riscontri vistosamente nelle relazioni di equivalenza
interlinguistiche di stringhe diverse aventi il medesimo significato, ma la
potresti riscontrare anche in una stessa lingua in un caso di sinonimia
perfetta, e, in tal caso, il sistema delle classi di equivalenza, reggerebbe
ancora?

Facciamo un esempio pratico interlingua italiano-inglese: dovere vs. must,
have to, ought to ... un rapporto di 1 a 3, un concetto monadico in italiano
si triplica in inglese per originare tre sfumature causali sostanzialmente
diverse originante un medesimo esito. Già questo sballa le classi di
equivalenza, per non parlare di certe descrizioni di fenomeni, per esempio
climatici, che alcuni luoghi hanno ed altri no..... ecc. ecc. ecc. ....

La semantica è una trappola fatale...
Post by TV
Chiedo scusa agli amici del gruppo, in particolare a CP,ma rileggendo il
mio messaggio ho notato di aver detto una cavolata.
Post by TV
Per venirti incontro potremmo pensare che sedia è diverso da chair che è
diverso da chaise ecc.ecc. . però mi senbra una forzatura perchè se
adottassi questo criterio non potremmo più fare le traduzioni da una
lingua ad un'altra. Infatti si ha: sedia=chair= chaise=ecc.
E' questo il punto che non permette di poterla considerare uan funzione.
è ovviamente sbagliato. Non posso parlare di funzione proprio perché gli
elementi che corrispondono all'idea di "sedia" sono diversi. Il punto è
stabilire rispetto a cosa sono diversi. La diversità sta nella stringa che
viene utilizzata. Cioè la stringa "chair" è diversa dalla stringa "sedia"
ecc.. Sotto questo aspetto all'elemento concetto "sedia" vi corrispondono
stringhe diverse e dunque elementi diversi. Quindi non ho una funzione.
Ovviamente, da un altro punto di vista sappiamo che tutte le stringhe legate
al concetto "sedia" sono uguali perché sono modi "diversi" per esprimere il
concetto sedia. In questo caso, come avevo già detto, sarebbe possibile
costruire le classi di equivalenza. Però si deve vedere se effettivamente
ciò è possibile.
Ciao
TV
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