Discussione:
la biblioteca di babele
(troppo vecchio per rispondere)
?manu*
2007-02-18 13:30:36 UTC
Permalink
Stavo pensando di ricostruire virtualmente la Biblioteca di Babele
descritta da Borges nel libro Finzioni. Nella traduzione italiana si
parla di stanze esagonali in cui 5 delle 6 pareti sono ricoperte da
scaffali e nella parete rimanente c'e' un collegamento ad un'altra
stanza... Questo mi e' sembrato molto strano, perche' allora ci sarebbe
solo due stanze esagonali collegate una all'altra. Cercando in rete la
versione originale, mi sembra di capire che in effetti le uscite da ogni
stanza esagonale sono 2! Qualcuno puo' confermare? E se e' vero, come si
giustifica questa modifica nella traduzione?

Altra questione. Nella mia traduzione c'e' ad un certo punta una nota
dell'editore che dice che il manoscritto originale e' scritto tutto con
lettere minuscole (22 lettere) e 3 segni di interpunzione (spazio
virgola e punto). Questa nota e' stata scritta da Borges o veramente
dall'editore? Il manoscritto di cui si parla e' quello scritto da Borges
o fa parte della finzione?

E.
heliogabalus
2007-02-18 15:16:40 UTC
Permalink
Post by ?manu*
Stavo pensando di ricostruire virtualmente la Biblioteca di Babele
descritta da Borges nel libro Finzioni. Nella traduzione italiana si
parla di stanze esagonali in cui 5 delle 6 pareti sono ricoperte da
scaffali e nella parete rimanente c'e' un collegamento ad un'altra
stanza... Questo mi e' sembrato molto strano, perche' allora ci
sarebbe solo due stanze esagonali collegate una all'altra. Cercando in
rete la versione originale, mi sembra di capire che in effetti le
uscite da ogni stanza esagonale sono 2! Qualcuno puo' confermare? E se
e' vero, come si giustifica questa modifica nella traduzione?
a me sembra che l'originale dica due:

El universo (que otros llaman la Biblioteca) se compone de un número
indefinido, y tal vez infinito, de galerías hexagonales, con vastos
pozos de ventilación en el medio, cercados por barandas bajísimas. Desde
cualquier hexágono se ven los pisos inferiores y superiores:
interminablemente. La distribución de las galerías es invariable. Veinte
anaqueles, a cinco largos anaqueles por lado, cubren todos los lados
menos dos
PincoPallino
2007-02-20 14:29:17 UTC
Permalink
Post by heliogabalus
El universo (que otros llaman la Biblioteca) se compone de un número
indefinido, y tal vez infinito, de galerías hexagonales, con vastos pozos
de ventilación en el medio, cercados por barandas bajísimas. Desde
interminablemente. La distribución de las galerías es invariable. Veinte
anaqueles, a cinco largos anaqueles por lado, cubren todos los lados menos
dos
ho cercato il significato di ANAQUELES ma non l'ho trovato: che significa?
grazie
--
Ambrogio
Tutti i fiumi vanno al mare, eppure il mare non è mai pieno: raggiunta la
loro mèta, i fiumi riprendono la loro marcia.
Tutte le cose sono in travaglio e nessuno potrebbe spiegarne il motivo.
heliogabalus
2007-02-20 17:04:13 UTC
Permalink
Post by PincoPallino
ho cercato il significato di ANAQUELES ma non l'ho trovato: che significa?
scaffali
Mariuccia Ruta
2007-02-20 18:02:02 UTC
Permalink
Su it.cultura.linguistica,
Post by ?manu*
Post by PincoPallino
ho cercato il significato di ANAQUELES ma non l'ho trovato: che significa?
scaffali
Ciao, Heliogabalis.
Permettimi una precisazione :))

Se per /scaffale vogliamo intendere il mobile in sé, completo di
ripiani (gli scaffali della libreria hanno i *ripiani colmi di libri),
allora "el anaquel" non è lo scaffale, bensí il ripiano: los anaqueles
de la biblioteca (intesa come mobile) estan repletos de libros.

Cito dal DRAE:
--------------
Anaquel: Cada una de las tablas puestas horizontalmente en los muros,
o en armarios, alacenas, etc., para colocar sobre ellas
libros, piezas de vajilla o cualesquiera otras cosas de uso
doméstico o destinadas a la venta.
-------------------------------------------FINE-citazione---------------
--
Ciao,
Mariuccia®
http://www.analitica.com/
http://www.analitica.com/va/vpi/
http://www.analitica.com/va/politica/opinion/default.asp
heliogabalus
2007-02-20 18:17:47 UTC
Permalink
Post by Mariuccia Ruta
Su it.cultura.linguistica,
Post by ?manu*
Post by PincoPallino
ho cercato il significato di ANAQUELES ma non l'ho trovato: che significa?
scaffali
Ciao, Heliogabalis.
Permettimi una precisazione :))
Se per /scaffale vogliamo intendere il mobile in sé, completo di
ripiani (gli scaffali della libreria hanno i *ripiani colmi di libri),
allora "el anaquel" non è lo scaffale, bensí il ripiano: los anaqueles
de la biblioteca (intesa come mobile) estan repletos de libros.
--------------
Anaquel: Cada una de las tablas puestas horizontalmente en los muros,
o en armarios, alacenas, etc., para colocar sobre ellas
libros, piezas de vajilla o cualesquiera otras cosas de uso
doméstico o destinadas a la venta.
-------------------------------------------FINE-citazione---------------
ciao Mariù
sì, volevo dire proprio quello: i ripiani
Mariuccia Ruta
2007-02-20 19:30:16 UTC
Permalink
Su it.cultura.linguistica,
Post by heliogabalus
Post by Mariuccia Ruta
Post by ?manu*
Post by PincoPallino
ho cercato il significato di ANAQUELES ma non l'ho trovato: che significa?
scaffali
Ciao, Heliogabalis.
····················^··
Scusami la distrazione :(
Post by heliogabalus
Post by Mariuccia Ruta
[...]
--------------
Anaquel: Cada una de las tablas puestas horizontalmente en los muros,
o en armarios, alacenas, etc., para colocar sobre ellas
libros, piezas de vajilla o cualesquiera otras cosas de uso
doméstico o destinadas a la venta.
-------------------------------------------FINE-citazione---------------
ciao Mariù
sì, volevo dire proprio quello: i ripiani
Lo supponevo; per questo mi son permessa di precisare, onde evitare
possibili interpretazioni erronee ;))
--
Ciao,
Mariuccia®
http://www.analitica.com/
http://www.analitica.com/va/vpi/
http://www.analitica.com/va/politica/opinion/default.asp
?manu*
2007-02-20 18:48:20 UTC
Permalink
Post by ?manu*
Qualcuno puo' confermare? E se
e' vero, come si giustifica questa modifica nella traduzione?
Grazie per la conferma. Chissà se mi potete aiutare ancora.

Riporto il testo completo, credo la versione originale, presa da
http://www.literatura.us/borges/biblioteca.html
Nel testo ho inserito delle questioni che forse potete aiutarmi a
risolvere. Ho identificato le righe scritte da me con degli ***, il
resto lo copiato identico.


Jorge Luis Borges
(1899–1986)


La biblioteca de Babel
(El jardín de senderos que se bifurcan (1941;
Ficciones, 1944)

By this art you may contemplate the variation of the 23 letters...
The Anathomy of Melancholy,part. 2, sec.
ii, mem. iv

*** a cosa si riferisce questa citazione?


El universo (que otros llaman la Biblioteca) se compone de un
número indefinido, y tal vez infinito, de galerías hexagonales, con
vastos pozos de ventilación en el medio, cercados por barandas
bajísimas. Desde cualquier hexágono se ven los pisos inferiores y
superiores: interminablemente.
La distribución de las galerías es invariable. Veinte
anaqueles, a cinco largos anaqueles por lado, cubren todos los lados
menos dos; su altura, que es la de los pisos, excede apenas la de un

*** dunque ci sono quattro lati occupati e due uscite da ogni esagono.
*** nella versione italiana invece dice "...venticinque vasti scaffali,
*** cinque per lato, coprono tutti i lati meno uno;..."

bibliotecario normal. Una de las caras libres da a un angosto zaguán,
que desemboca en otra galería, idéntica a la primera y a todas. A
izquirda y a derecha del zaguán hay dos gabinetes minúsculos.
Uno permite dormir de pie; otro, satisfacer las necesidades
finales. Por ahí pasa la escalera espiral, que se abisma y se eleva
hacia lo remoto. En el zaguán hay un espejo, que fielmente duplica las
apariencias. Los hombres suelen inferir de ese espejo que la Biblioteca
no es infinita (si lo fuera realmente ¿a qué esa duplicación ilusoria?);
yo prefiero soñar que las superficies bruñidas figuran y prometen el
infinito... La luz procede de unas frutas esféricas que llevan el nombre
de lámparas. Hay dos en cada hexágono: transversales. La luz que emiten
es insuficiente, incesante
Como todos los hombres de la Biblioteca, he viajado en mi
juventud; he peregrinado en busca de un libro, acaso del catálogo de
catálogos; ahora que mis ojos casi no pueden descifrar lo que escribo,
me preparo a morir a unas pocas leguas del hexágono en que nací. Muerto,
no faltarán manos piadosas que me tiren por la baranda; mi sepultura
será el aire insondable; mi cuerpo se hundirá largamente y se corromperá
y disolverá en el viento engendrado por la caída, que es infinita.
Yo afirmo que la Biblioteca es interminable. Los idealistas
arguyen que las salas hexagonales son una forma necesaria del espacio
absoluto o, por lo menos, de nuestra intuición del espacio. Razonan que

*** da matematico posso osservare che con gli esagoni si puo'
*** piastrellare il piano (ma anche con triangoli e quadrati).
*** Inoltre con molti esagoni ed esattamente cinque pentagoni si
*** potrebbe piastrellare una sfera. E mentre il piano sarebbe infinito
*** (il che darebbe infiniti libri, mentre invece i libri sono un numero
*** finito), la sfera sarebbe adatta ad una piastrellazione finita e
*** in un certo senso periodica (come suggerisce l'autore).

es inconcebible una sala triangular o pentagonal. (Los místicos
pretenden que el éxtasis les revela una cámara circular con un gran
libro circular de lomo continuo, que da toda la vuelta de las paredes;
pero su testimonio es sospechoso; sus palabras, oscuras. Ese libro
cíclico es Dios.) Básteme, por ahora, repetir el dictamen clásico: La
Biblioteca es una esfera cuyo centro cabal es cualquier hexágono, cuya
circunferencia es inaccesible.

*** questo farebbe pensare al piano iperbolico, che si puo'
*** rappresentare con un cerchio la cui circonferenza rappresenta
*** l'infinito... Pero' in tal caso gli esagoni sarebbero infiniti

A cada uno de los muros de cada hexágono corresponden cinco
anaqueles; cada anaquel encierra treinta y dos libros de formato
uniforme; cada libro es de cuatrocientas diez páginas; cada página, de
cuarenta renglones; cada renglón, de unas ochenta letras de color negro.
También hay letras en el dorso de cada libro; esas letras no indican o
prefiguran lo que dirán las páginas. Sé que esa inconexión, alguna vez,
pareció misteriosa. Antes de resumir la solución (cuyo descubrimiento, a
pesar de sus trágicas proyecciones, es quizá el hecho capital de la
historia) quiero rememorar algunos axiomas.
El primero: La Biblioteca existe ab aeterno. De esa verdad
cuyo colorario inmediato es la eternidad futura del mundo, ninguna mente
razonable puede dudar. El hombre, el imperfecto bibliotecario, puede ser
obra del azar o de los demiurgos malévolos; el universo, con su elegante
dotación de anaqueles, de tomos enigmáticos, de infatigables escaleras
para el viajero y de letrinas para el bibliotecario sentado, sólo puede
ser obra de un dios. Para percibir la distancia que hay entre lo divino
y lo humano, basta comparar estos rudos símbolos trémulos que mi falible
mano garabatea en la tapa de un libro, con las letras orgánicas del
interior: puntuales, delicadas, negrísimas, inimitablemente simétricas.[1]
El segundo: El número de símbolos ortográficos es veinticinco.
Esa comprobación permitió, hace trescientos años, formular una teoría
general de la Biblioteca y resolver satisfactoriamente el problema que
ninguna conjetura había descifrado: la naturaleza informe y caótica de
casi todos los libros. Uno, que mi padre vio en un hexágono del circuito
quince noventa y cuatro, constaba de las letras MCV perversamente

*** viene tradotto con "quindici novantaquattro" è giusto?

repetidas desde el renglón primero hasta el último. Otro (muy consultado
en esta zona) es un mero laberinto de letras, pero la página penúltima
dice Oh tiempo tus pirámides. Ya se sabe: por una línea razonable o una

*** qui in "piràmides" utilizza una lettera accentata... possibile che
*** oltre ai venticinque simboli indicati ci siano anche gli accenti?
*** Inoltre utilizza anche una lettera maiuscola. Probabilmente va
*** inteso che l'ipotetico libro riporta la frase "oh tiempo tus
*** piramides" e che la maiuscola e l'accento e' stato aggiunto
*** per comprensione.

recta noticia hay leguas de insensatas cacofonías, de fárragos verbales
y de incoherencias. (Yo sé de una región cerril cuyos bibliotecarios
repudian la supersticiosa y vana costumbre de buscar sentido en los
libros y la equiparan a la de buscarlo en los sueños o en las líneas
caóticas de la mano... Admiten que los inventores de la escritura
imitaron los veinticinco símbolos naturales, pero sostienen que esa

*** quali sarebbero i 25 simboli naturali?

aplicación es casual y que los libros nada significan en sí. Ese
dictamen, ya veremos no es del todo falaz.)
Durante mucho tiempo se creyó que esos libros impenetrables
correspondían a lenguas pretéritas o remotas. Es verdad que los hombres
más antiguos, los primeros bibliotecarios, usaban un lenguaje asaz
diferente del que hablamos ahora; es verdad que unas millas a la derecha
la lengua es dialectal y que noventa pisos más arriba, es
incomprensible. Todo eso, lo repito, es verdad, pero cuatrocientas diez
páginas de inalterables M C V no pueden corresponder a ningún idioma,
por dialectal o rudimentario que sea. Algunos insinuaron que cada letra
podia influir en la subsiguiente y que el valor de MCV en la tercera
línea de la página 71 no era el que puede tener la misma serie en otra
posición de otra página, pero esa vaga tesis no prosperó. Otros pensaron
en criptografías; universalmente esa conjetura ha sido aceptada, aunque
no en el sentido en que la formularon sus inventores.
Hace quinientos años, el jefe de un hexágono superior[2] dio
con un libro tan confuso como los otros, pero que tenía casi dos hojas
de líneas homogéneas. Mostró su hallazgo a un descifrador ambulante, que
le dijo que estaban redactadas en portugués; otros le dijeron que en
yiddish. Antes de un siglo pudo establecerse el idioma: un dialecto
samoyedo-lituano del guaraní, con inflexiones de árabe clásico.
También se descifró el contenido: nociones de análisis
combinatorio, ilustradas por ejemplos de variaciones con repetición
ilimitada. Esos ejemplos permitieron que un bibliotecario de genio
descubriera la ley fundamental de la Biblioteca. Este pensador observó
que todos los libros, por diversos que sean, constan de elementos
iguales: el espacio, el punto, la coma, las veintidós letras del
alfabeto. También alegó un hecho que todos los viajeros han confirmado:

*** di nuovo dice "le 22 lettere dell'alfabeto"... sembra ovvio
*** che si sappia quali sono.

No hay en la vasta Biblioteca, dos libros idénticos.
De esas premisas incontrovertibles dedujo que la Biblioteca es
total y que sus anaqueles registran todas las posibles combinaciones de
los veintitantos símbolos ortográficos (número, aunque vastísimo, no
infinito) o sea todo lo que es dable expresar: en todos los idiomas.
Todo: la historia minuciosa del porvenir, las autobiografías de los
arcángeles, el catálogo fiel de la Biblioteca, miles y miles de
catálogos falsos, la demostración de la falacia de esos catálogos, la
demostración de la falacia del catálogo verdadero, el evangelio gnóstico
de Basilides, el comentario de ese evangelio, el comentario del
comentario de ese evangelio, la relación verídica de tu muerte, la
versión de cada libro a todas las lenguas, las interpolaciones de cada
libro en todos los libros, el tratado que Beda pudo escribir (y no
escribió) sobre la mitología de los sajones, los libros perdidos de Tácito.
Cuando se proclamó que la Biblioteca abarcaba todos los
libros, la primera impresión fue de extravagante felicidad. Todos los
hombres se sintieron señores de un tesoro intacto y secreto. No había
problema personal o mundial cuya elocuente solución no existiera: en
algún hexágono. El universo estaba justificado, el universo bruscamente
usurpó las dimensiones ilimitadas de la esperanza. En aquel tiempo se
habló mucho de las Vindicaciones: libros de apología y de profecía, que
para siempre vindicaban los actos de cada hombre del universo y
guardaban arcanos prodigiosos para su porvenir. Miles de codiciosos
abandonaron el dulce hexágono natal y se lanzaron escaleras arriba,
urgidos por el vano propósito de encontrar su Vindicación. Esos
peregrinos disputaban en los corredores estrechos, proferían oscuras
maldiciones, se estrangulaban en las escaleras divinas, arrojaban los
libros engañosos al fondo de los túneles, morían despeñados por los
hombres de regiones remotas. Otros se enloquecieron... Las Vindicaciones
existen (yo he visto dos que se refieren a personas del porvenir, a
personas acaso no imaginarias) pero los buscadores no recordaban que la
posibilidad de que un hombre encuentre la suya, o alguna pérfida
variación de la suya, es computable en cero.
También se esperó entonces la aclaración de los misterios
básicos de la humanidad: el origen de la Biblioteca y del tiempo. Es
verosímil que esos graves misterios puedan explicarse en palabras: si no
basta el lenguaje de los filósofos, la multiforme Biblioteca habrá
producido el idioma inaudito que se requiere y los vocabularios y
gramáticas de ese idioma. Hace ya cuatro siglos que los hombres fatigan
los hexágonos... Hay buscadores oficiales, inquisidores. Yo los he visto
en el desempeño de su función: llegan siempre rendidos; hablan de una
escalera sin peldaños que casi los mató; hablan de galerías y de
escaleras con el bibliotecario; alguna vez, toman el libro más cercano y
lo hojean, en busca de palabras infames. Visiblemente, nadie espera
descubrir nada.
A la desaforada esperanza, sucedió, como es natural, una
depresión excesiva. La certidumbre de que algún anaquel en algún
hexágono encerraba libros preciosos y de que esos libros preciosos eran
inaccesibles, pareció casi intolerable. Una secta blasfema sugirió que
cesaran las buscas y que todos los hombres barajaran letras y símbolos,
hasta construir, mediante un improbable don del azar, esos libros
canónicos. Las autoridades se vieron obligadas a promulgar órdenes
severas. La secta desapareció, pero en mi niñez he visto hombres viejos
que largamente se ocultaban en las letrinas, con unos discos de metal en
un cubilete prohibido, y débilmente remedaban el divino desorden.
Otros, inversamente, creyeron que lo primordial era eliminar
las obras inútiles. Invadían los hexágonos, exhibían credenciales no
siempre falsas, hojeaban con fastidio un volumen y condenaban anaqueles
enteros: a su furor higiénico, ascético, se debe la insensata perdición
de millones de libros. Su nombre es execrado, pero quienes deploran los
"tesoros" que su frenesí destruyó, negligen dos hechos notorios. Uno: la
Biblioteca es tan enorme que toda reducción de origen humano resulta
infinitesimal. Otro: cada ejemplar es único, irreemplazable, pero (como
la Biblioteca es total) hay siempre varios centenares de miles de
facsímiles imperfectos: de obras que no difieren sino por una letra o
por una coma. Contra la opinión general, me atrevo a suponer que las
consecuencias de las depredaciones cometidas por los Purificadores, han
sido exageradas por el horror que esos fanáticos provocaron. Los urgía
el delirio de conquistar los libros del Hexágono Carmesí: libros de
formato menor que los naturales; omnipotentes, ilustrados y mágicos.
También sabemos de otra superstición de aquel tiempo: la del
Hombre del Libro. En algún anaquel de algún hexágono (razonaron los
hombres) debe existir un libro que sea la cifra y el compendio perfecto
de todos los demás: algún bibliotecario lo ha recorrido y es análogo a
un dios. En el lenguaje de esta zona persisten aún vestigios del culto
de ese funcionario remoto. Muchos peregrinaron en busca de Él.
Durante un siglo fatigaron en vano los más diversos rumbos.
¿Cómo localizar el venerado hexágono secreto que lo hospedaba? Alguien
propuso un método regresivo: Para localizar el libro A, consultar
previamente un libro B que indique el sitio de A; para localizar el
libro B, consultar previamente un libro C, y así hasta lo infinito... En
aventuras de ésas, he prodigado y consumido mis años. No me parece
ínverosímil que en algún anaquel del universo haya un libro total[3];
ruego a los dioses ignorados que un hombre—¡uno solo, aunque sea, hace
miles de años!—lo haya examinado y leído. Si el honor y la sabiduría y
la felicidad no son para mí, que sean para otros. Que el cielo exista,
aunque mi lugar sea el infierno. Que yo sea ultrajado y aniquilado, pero
que en un instante, en un ser, Tu enorme Biblioteca se justifique.
Afirman los impíos que el disparate es normal en la Biblioteca
y que lo razonable (y aun la humilde y pura coherencia) es una casi
milagrosa excepción. Hablan (lo sé) de "la Biblioteca febril, cuyos
azarosos volúmenes corren el incesante albur de cambiarse en otros y que
todo lo afirman, lo niegan y lo confunden como una divinidad que
delira". Esas palabras que no sólo denuncian el desorden sino que lo
ejemplifican también, notoriamente prueban su gusto pésimo y su
desesperada ignorancia.
En efecto, la Biblioteca incluye todas las estructuras
verbales, todas las variaciones que permiten los veinticinco símbolos
ortográficos, pero no un solo disparate absoluto. Inútil observar que el
mejor volumen de los muchos hexágonos que administro se titula Trueno
peinado, y otro El calambre de yeso y otro Axaxaxas mlö. Esas

*** curiosamente in questi titoli di nuovo si utilizzano le maiuscole
*** e la lettera o con la dieresi, che non dovrebbero far parte dei
*** 25 simboli ammessi...

proposiciones, a primera vista incoherentes, sin duda son capaces de una
justificación criptográfica o alegórica; esa justificación es verbal y,
ex hypothesi, ya figura en la Biblioteca. No puedo combinar unos caracteres

dhcmrlchtdj

*** Da qui si può capire che tra le 22 lettere ci deve essere la 'j'.
*** Potrebbero le altre 21 lettere essere quelle dell'alfabeto italiano?
*** Pero' lo spagnolo utilizza anche la 'y' e nel testo si trova anche
*** la 'x'.

que la divina Biblioteca no haya previsto y que en alguna de
sus lenguas secretas no encierren un terrible sentido. Nadie puede
articular una sílaba que no esté llena de ternuras y de temores; que no
sea en alguno de esos lenguajes el nombre poderoso de un dios. Hablar es
incurrir en tautologías. Esta epístola inútil y palabrera ya existe en
uno de los treinta volúmenes de los cinco anaqueles de uno de los
incontables hexágonos—y también su refutación. (Un número n de lenguajes
posibles usa el mismo vocabulario; en algunos, el símbolo biblioteca
admite la correcta definición ubicuo y perdurable sistema de galerías
hexagonales, pero biblioteca es pan o pirámide o cualquier otra cosa, y
las siete palabras que la definen tienen otro valor. Tú, que me lees,
¿estás seguro de entender mi lenguaje?).
La escritura metódica me distrae de la presente condición de
los hombres. La certidumbre de que todo está escrito nos anula o nos
afantasma. Yo conozco distritos en que los jóvenes se prosternan ante
los libros y besan con barbarie las páginas, pero no saben descifrar una
sola letra. Las epidemias, las discordias heréticas, las peregrinaciones
que inevitablemente degeneran en bandolerismo, han diezmado la
población. Creo haber mencionado los suicidios, cada año más frecuentes.
Quizá me engañen la vejez y el temor, pero sospecho que la especie
humana—la única— está por extinguirse y que la Biblioteca perdurará:
iluminada, solitaria, infinita, perfectamente inmóvil, armada de
volúmenes preciosos, inútil, incorruptible, secreta.
Acabo de escribir infinita. No he interpolado ese adjetivo por
una costumbre retórica; digo que no es ilógico pensar que el mundo es
infinito. Quienes lo juzgan limitado, postulan que en lugares remotos
los corredores y escaleras y hexágonos pueden inconcebiblemente cesar—lo
cual es absurdo. Quienes lo imaginan sin límites, olvidan que los tiene
el número posible de libros. Yo me atrevo a insinuar esta solución del
antiguo problema: La biblioteca es ilimitada y periódica. Si un eterno
viajero la atravesara en cualquier dirección, comprobaría al cabo de los
siglos que los mismos volúmenes se repiten en el mismo desorden (que,
repetido, sería un orden: el Orden). Mi soledad se alegra con esa
elegante esperanza.[4]

Mar del Plata, 1941


[1] El manuscrito original no contiene guarismos o mayúsculas. La
puntuación ha sido limitada al la coma y al punto. Esos dos signos, el
espacio y las veintidós letras del alfabeto son los veinticinco símbolos
suficientes que enumera el desconocido. (Nota del Editor).

*** questa "nota dell'editore" sembra essere stata scritta da Borges
*** stesso in quanto l'autore viene definito "sconosciuto". Che ne dite?
*** di nuovo si dice "le 22 lettere" come se fosse ovvio quali sono.


[2] Antes, por cada tres hexágonos había un hombre. El suicidio y las
enfermedades pulmonares han destruido esa proporción. Memoria de
indecible melancolía: A veces he viajado muchas noches por corredores y
escaleras pulidas sin hallar un solo bibliotecario.

[3] Lo repito: basta que un libro sea posible para que exista. Sólo está
excluido lo imposible. Por ejemplo: ningún libro es también una
escalera, aunque sin duda hay libros que discuten y niegan y demuestran
esa posibilidad y otros cuya estructura corresponde a la de una escalera.

[4]Letizia Álvarez Toledo ha observado que la vasta Biblioteca es
inútil; en rigor, bastaría un solo volumen, de formato común, impreso en
cuerpo nuevo o cuerpo diez, que constara de un número infinito de hojas
infinitamente delgadas. (Cavalieri, a principios del siglo xvii, dijo
que todo cuerpo sólido es la superposición de un número infinito de
planos.) El manejo de ese vademecun sedoso no sería cómodo: cada hoja
aparentemente se desdoblaría en otras análogas; la inconcebible hoja
central no tendría revés.

*** sapete chi sia questa Letizia Alvarez Toledo?
heliogabalus
2007-02-21 01:35:50 UTC
Permalink
Post by ?manu*
By this art you may contemplate the variation of the 23 letters...
The Anathomy of Melancholy,part. 2, sec.
ii, mem. iv
*** a cosa si riferisce questa citazione?
a un'opera di Robert Burton la cui descrizione in inglese puoi trovare
qui
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Anatomy_of_Melancholy
Post by ?manu*
*** dunque ci sono quattro lati occupati e due uscite da ogni esagono.
*** nella versione italiana invece dice "...venticinque vasti
scaffali,
*** cinque per lato, coprono tutti i lati meno uno;..."
se vuoi vedere un'immagine ricostruita della biblioteca la trovi qui
http://jubal.westnet.com/hyperdiscordia/library_of_babel.html
Post by ?manu*
*** da matematico posso osservare che con gli esagoni si puo'
*** piastrellare il piano (ma anche con triangoli e quadrati).
*** Inoltre con molti esagoni ed esattamente cinque pentagoni si
*** potrebbe piastrellare una sfera. E mentre il piano sarebbe
infinito
*** (il che darebbe infiniti libri, mentre invece i libri sono un numero
*** finito), la sfera sarebbe adatta ad una piastrellazione finita e
*** in un certo senso periodica (come suggerisce l'autore).
scusami, sono anziano, non me la sento di sforzarmi la testa :_)

comunque, come fai a dire che i libri sono 'un numero finito', se lui
all'inizio dice che il numero delle gallerie è indefinito?
Post by ?manu*
*** questo farebbe pensare al piano iperbolico, che si puo'
*** rappresentare con un cerchio la cui circonferenza rappresenta
*** l'infinito... Pero' in tal caso gli esagoni sarebbero infiniti
scusami ancora, soprassiedo con la geometria
Post by ?manu*
casi todos los libros. Uno, que mi padre vio en un hexágono del
circuito quince noventa y cuatro, constaba de las letras MCV
perversamente
*** viene tradotto con "quindici novantaquattro" è giusto?
non conosco lo spagnolo, dovresti chiedere a Mariuccia; comunque la
traduzione letterale è: quindici novanta e quattro

forse l'esagono ha pareti di 15 metri, perimetro di 90, e il 4 non so
che significhi
Post by ?manu*
repetidas desde el renglón primero hasta el último. Otro (muy
consultado en esta zona) es un mero laberinto de letras, pero la
página penúltima dice Oh tiempo tus pirámides. Ya se sabe: por una
línea razonable o una
*** qui in "piràmides" utilizza una lettera accentata... possibile che
*** oltre ai venticinque simboli indicati ci siano anche gli accenti?
*** Inoltre utilizza anche una lettera maiuscola. Probabilmente va
*** inteso che l'ipotetico libro riporta la frase "oh tiempo tus
*** piramides" e che la maiuscola e l'accento e' stato aggiunto
*** per comprensione.
acuta osservazione; purtroppo non so che dire
Post by ?manu*
*** quali sarebbero i 25 simboli naturali?
que todos los libros, por diversos que sean, constan de elementos
iguales: el espacio, el punto, la coma, las veintidós letras del
alfabeto. También alegó un hecho que todos los viajeros han
*** di nuovo dice "le 22 lettere dell'alfabeto"... sembra ovvio
*** che si sappia quali sono.
allora è questa la spiegazione del 25: veintidós letras del alfabeto,
espacio, punto y coma

ma a quale alfabeto si riferisce? non è quello di burton citato
all'inizio, che ne ha 23
Post by ?manu*
En efecto, la Biblioteca incluye todas las estructuras
verbales, todas las variaciones que permiten los veinticinco símbolos
ortográficos, pero no un solo disparate absoluto. Inútil observar que
el mejor volumen de los muchos hexágonos que administro se titula
Trueno peinado, y otro El calambre de yeso y otro Axaxaxas mlö. Esas
*** curiosamente in questi titoli di nuovo si utilizzano le maiuscole
*** e la lettera o con la dieresi, che non dovrebbero far parte dei
*** 25 simboli ammessi...
proposiciones, a primera vista incoherentes, sin duda son capaces de
una justificación criptográfica o alegórica; esa justificación es
verbal y, ex hypothesi, ya figura en la Biblioteca. No puedo combinar
unos caracteres
dhcmrlchtdj
*** Da qui si può capire che tra le 22 lettere ci deve essere la 'j'.
*** Potrebbero le altre 21 lettere essere quelle dell'alfabeto
italiano?
*** Pero' lo spagnolo utilizza anche la 'y' e nel testo si trova anche
*** la 'x'.
complimenti

quando avevo letto l'opera in italiano me l'ero bevuta così com'era, ed
ora mi fai notare che Borges, nel comporla, non ha fatto proprio caso a
questioni linguistiche "strette" come quelle che poni

mi chiedo come abbia fatto il traduttore cinese
Post by ?manu*
[4]Letizia Álvarez Toledo ha observado que la vasta Biblioteca es
inútil; en rigor, bastaría un solo volumen, de formato común, impreso
en cuerpo nuevo o cuerpo diez, que constara de un número infinito de
hojas infinitamente delgadas. (Cavalieri, a principios del siglo xvii,
dijo que todo cuerpo sólido es la superposición de un número infinito
de planos.) El manejo de ese vademecun sedoso no sería cómodo: cada
hoja aparentemente se desdoblaría en otras análogas; la inconcebible
hoja central no tendría revés.
*** sapete chi sia questa Letizia Alvarez Toledo?
non so

è citata anche in una breve composizione, LA NOCHE QUE EN EL SUR LO
VERLARON, dedicata a lei
heliogabalus
2007-02-21 01:46:30 UTC
Permalink
"heliogabalus" <***@planet.it> wrote in message news:WlNCh.998$***@twister2.libero.it...

forse l'esagono ha pareti di 15 metri, perimetro di 90, e il 4 non so
Post by heliogabalus
che significhi
sarà l'altezza?
?manu*
2007-02-21 22:46:35 UTC
Permalink
Post by heliogabalus
Post by ?manu*
By this art you may contemplate the variation of the 23 letters...
*** a cosa si riferisce questa citazione?
a un'opera di Robert Burton la cui descrizione in inglese puoi trovare
qui
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Anatomy_of_Melancholy
Dunque l'inglese del 1621 aveva 23 lettere? Quali mancavano?
Post by heliogabalus
se vuoi vedere un'immagine ricostruita della biblioteca la trovi qui
http://jubal.westnet.com/hyperdiscordia/library_of_babel.html
Grazie... anche se dall'immagine non si capisce benissimo come vengono
fatti i collegamenti...
Post by heliogabalus
comunque, come fai a dire che i libri sono 'un numero finito', se lui
all'inizio dice che il numero delle gallerie è indefinito?
Indefinito non vuol dire infinito. Il numero di libri si puo' calcolare.
Ogni libro ha 410 pagine ogni pagina 40 righe, ogni riga 40 lettere.
Dunque ogni libro ha 656000 lettere. Ogni lettera ha 25 diversi valori
possibili, dunque in totale ci sono 25^656000 libri che e' un numero con
917049 cifre. In ogni stanza ci sono 4 pareti occupate da 5 scaffali,
in ogni scaffale ci sono 32 libri. Dunque in ogni stanza ci sono 640
libri. Dunque il numero di stanze e' 25^656000/640, cioe' un numero con
917046 cifre. E' in effetti un numero enorme ma finito.
Post by heliogabalus
Post by ?manu*
casi todos los libros. Uno, que mi padre vio en un hexágono del
circuito quince noventa y cuatro, constaba de las letras MCV
perversamente
forse l'esagono ha pareti di 15 metri, perimetro di 90, e il 4 non so
che significhi
Penso piuttosto che sia il numero che rappresenta la collocazione del
libro nella biblioteca. Tenendo conto del numero enorme di stanze, il
numero della collocazione e' irrealistico. Se dovessimo scrivere sulla
costola del libro la sua collocazione, ci servirebbero 917049 cifre!
Mentre il libro citato viene collocato con sole 5 cifre. In realta' si
sta descrivendo il circolo in cui si trova l'esagono, forse si riferisce
al piano della biblioteca, ma se distribuiamo gli esagoni in maniera
uniforme nelle tre dimensioni, il numero di piani dovrebbe essere un
numero con "solo" 305682 cifre.
Post by heliogabalus
allora è questa la spiegazione del 25: veintidós letras del alfabeto,
espacio, punto y coma
ma a quale alfabeto si riferisce? non è quello di burton citato
all'inizio, che ne ha 23
Infatti, non capisco.

Grazie dell'aiuto.

E.
heliogabalus
2007-02-22 02:07:10 UTC
Permalink
Post by ?manu*
Dunque l'inglese del 1621 aveva 23 lettere? Quali mancavano?
non lo so
Post by ?manu*
Post by heliogabalus
comunque, come fai a dire che i libri sono 'un numero finito', se lui
all'inizio dice che il numero delle gallerie è indefinito?
Indefinito non vuol dire infinito. Il numero di libri si puo'
calcolare. Ogni libro ha 410 pagine ogni pagina 40 righe, ogni riga 40
lettere.
'cada renglón, de unas ochenta letras de color negro', quindi ogni riga
ha un'ottantina di lettere, o no ? e non dimentichiamo di tener conto
anche del numero imprecisato di lettere che si trovano, a volte, 'en el
dorso de cada libro'
Post by ?manu*
Dunque ogni libro ha 656000 lettere. Ogni lettera ha 25 diversi valori
possibili, dunque in totale ci sono 25^656000 libri che e' un numero
con 917049 cifre.
non è detto

borges precisa che un libro, 'que mi padre vio en un hexágono del
circuito quince noventa y cuatro, constaba de las letras MCV
perversamente repetidas desde el renglón primero hasta el último'

e chi ci dice che quei 25^656000 libri che dici tu non occupino solo una
miserrima parte della biblioteca, costituendo delle 'perverse
ripetizioni' della copia citata?
Post by ?manu*
In ogni stanza ci sono 4 pareti occupate da 5 scaffali, in ogni
scaffale ci sono 32 libri. Dunque in ogni stanza ci sono 640 libri.
Dunque il numero di stanze e' 25^656000/640, cioe' un numero con
917046 cifre. E' in effetti un numero enorme ma finito.
vedi sopra: borges non precisa che i libri contenuti siano la pura e
semplice serie di combinazioni possibili
Mariuccia Ruta
2007-02-22 03:30:48 UTC
Permalink
Su it.cultura.linguistica,
Post by heliogabalus
Post by ?manu*
[...]
casi todos los libros. Uno, que mi padre vio en un hexágono del
circuito quince noventa y cuatro, constaba de las letras MCV
perversamente
forse l'esagono ha pareti di 15 metri, perimetro di 90, e il 4 non so
che significhi
Mi scuso se intervengo un po' in ritardo.

I numeri che state decifrando come un 90 e un 4, a mio avviso formano
cifra unica: 94.
Laddove si legge "quince noventa y cuatro", ritengo sia corretta la
traduzione italiana "quindici novantaquattro"; se cosi non fosse,
dovrebbe esserci una virgola dopo il /quince.

Non ho ancora potuto leggere con la dovuta attenzione l'intera
conversazione. Mi riprometto di farlo quanto prima e vedere se riesco
a rendermi utile, anche se devo ammettere che Borges l'ho sempre
capito poco ;))
--
Ciao,
Mariuccia®
http://www.analitica.com/
http://www.analitica.com/va/vpi/
http://www.analitica.com/va/politica/opinion/default.asp
roberto
2007-02-21 22:08:05 UTC
Permalink
Post by ?manu*
*** dunque ci sono quattro lati occupati e due uscite da ogni esagono.
*** nella versione italiana invece dice "...venticinque vasti scaffali,
*** cinque per lato, coprono tutti i lati meno uno;..."
hai ragione e la cosa strana e che l'errore di traduzione sfugge anche a chi
questo brano l'ha letto cento volte. quando ho letto il tuo messaggio ho
infatti pensato che avessi sbagliato a ricopiare, tanto ero convinto della
forma immutabile della biblioteca. questo non è però un artificio
dell'autore.
però... siccome il traduttore non era un fesso, azzarderei un'ipotesi:
per fare la biblioteca non servono infinite stanze esagonali, nè due: ne
basta una. con una sola galleria che conduce nuovamente allo stesso esagono.
i caratteri contenuti cambiano però infinitamente.
io credo che il traduttore abbia sentito la sostanziale inutilità di tutto
questo immenso edificio e abbia quindi deciso di riportare il racconto ad
una forma più semplice e pura; senonchè, resosi conto che così veniva una
cosa di mezza pagina, ha poi creduto preferibile lasciare l'originale; non
senza però firmare la sua opera con questo errore enorme, invisibile, e
soprattutto inscusabile, quindi deliberato.
Post by ?manu*
Básteme, por ahora, repetir el dictamen clásico: La Biblioteca es una
esfera cuyo centro cabal es cualquier hexágono, cuya circunferencia es
inaccesible.
*** questo farebbe pensare al piano iperbolico, che si puo'
*** rappresentare con un cerchio la cui circonferenza rappresenta
*** l'infinito... Pero' in tal caso gli esagoni sarebbero infiniti
questo viene da altri racconti di borges: è una corruzione della "sfera il
cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun luogo" (vedi "la sfera di
pascal", in altre inquisizioni)
Post by ?manu*
*** Probabilmente va
*** inteso che l'ipotetico libro riporta la frase "oh tiempo tus
*** piramides" e che la maiuscola e l'accento e' stato aggiunto
*** per comprensione.
si lo dice la prima nota
Post by ?manu*
dhcmrlchtdj
*** Da qui si può capire che tra le 22 lettere ci deve essere la 'j'.
*** Potrebbero le altre 21 lettere essere quelle dell'alfabeto italiano?
*** Pero' lo spagnolo utilizza anche la 'y' e nel testo si trova anche
*** la 'x'.
ma potrebbe mancare, per dire, la a.
o la j potrebbe essere la "traslitterazione" di una i.
si può ipotizzare che l'alfabeto sia quello ebraico (22 lettere, tutte
consonanti), per semplici motivi sentimentali. il tono del racconto, il
titolo della raccolta (l'aleph), la natura della lingua ebraica come base
della realtà, gli studi e le note di borges sulla cabala, etc.

ciao
roberto
?manu*
2007-02-21 22:51:26 UTC
Permalink
Post by roberto
io credo che il traduttore abbia sentito la sostanziale inutilità di tutto
questo immenso edificio e abbia quindi deciso di riportare il racconto ad
una forma più semplice e pura; senonchè, resosi conto che così veniva una
cosa di mezza pagina, ha poi creduto preferibile lasciare l'originale; non
senza però firmare la sua opera con questo errore enorme, invisibile, e
soprattutto inscusabile, quindi deliberato.
E' molto strano. Anche perche' tutti gli altri numeri sono riportati
pari pari. Solo questo e' stato modificato. Ma in maniera conscia in
quanto mette 5 pareti e 25 scaffali dove Borges indica 4 pareti e 20
scaffali. Dunque mantiene la coerenza dei 5 scaffali per parete!
Post by roberto
ma potrebbe mancare, per dire, la a.
o la j potrebbe essere la "traslitterazione" di una i.
si può ipotizzare che l'alfabeto sia quello ebraico (22 lettere, tutte
consonanti), per semplici motivi sentimentali. il tono del racconto, il
titolo della raccolta (l'aleph), la natura della lingua ebraica come base
della realtà, gli studi e le note di borges sulla cabala, etc.
Interessante. C'e' un modo standard di traslitterare le lettere
ebraiche? Quali sono?

E.
Mariuccia Ruta
2007-02-22 05:31:14 UTC
Permalink
Su it.cultura.linguistica,
Post by ?manu*
Post by roberto
io credo che il traduttore abbia sentito la sostanziale inutilità di tutto
[...].
E' molto strano. Anche perche' tutti gli altri numeri sono riportati
pari pari. Solo questo e' stato modificato. Ma in maniera conscia in
quanto mette 5 pareti e 25 scaffali dove Borges indica 4 pareti e 20
scaffali. Dunque mantiene la coerenza dei 5 scaffali per parete!
[...]
Non so se viene al caso [sono parecchio confusa e anche assonnata, e
me ne scuso :))], ma ti copincollo un richiamo che forse potrà
aiutarti a meglio comprendere il racconto di Borghes;
http://www.monografias.com/trabajos12/borgtf/borgtf.shtml

Ci sarebbe poi quest'altro [sempre che io abbia ben compreso i tuoi
dubbi e le tue richieste ;)) ]
http://www.temakel.com/artborgesbabel.htm

Se hai difficoltà nelle traduzioni, conta pure su di me: questo fine
settimana dovrei poter riuscire a ritagliarmi un po' di tempo da
dedicare al tuo Borges.
--
Ciao,
Mariuccia®
http://www.analitica.com/
http://www.analitica.com/va/vpi/
http://www.analitica.com/va/politica/opinion/default.asp
Mariuccia Ruta
2007-02-22 18:21:58 UTC
Permalink
Su it.cultura.linguistica,
Post by Mariuccia Ruta
[...]
http://www.monografias.com/trabajos12/borgtf/borgtf.shtml
http://www.temakel.com/artborgesbabel.htm
Ci sarebbe anche quest'altro:
http://www.myriades1.com/vernotas.php?id=430&lang=es
Post by Mariuccia Ruta
Se hai difficoltà nelle traduzioni, conta pure su di me: questo fine
settimana dovrei poter riuscire a ritagliarmi un po' di tempo da
dedicare al tuo Borges.
Vale sempre.
--
Ciao,
Mariuccia®
http://www.analitica.com/
http://www.analitica.com/va/vpi/
http://www.analitica.com/va/politica/opinion/default.asp
Mariuccia Ruta
2007-02-22 18:22:33 UTC
Permalink
Su it.cultura.linguistica,
Post by Mariuccia Ruta
[...]
http://www.monografias.com/trabajos12/borgtf/borgtf.shtml
http://www.temakel.com/artborgesbabel.htm
Ci sarebbe anche quest'altro:
http://www.myriades1.com/vernotas.php?id=430&lang=es
Post by Mariuccia Ruta
Se hai difficoltà nelle traduzioni, conta pure su di me: questo fine
settimana dovrei poter riuscire a ritagliarmi un po' di tempo da
dedicare al tuo Borges.
Vale sempre.
--
Ciao,
Mariuccia®
http://www.analitica.com/
http://www.analitica.com/va/vpi/
http://www.analitica.com/va/politica/opinion/default.asp
xkp
2007-02-26 08:02:44 UTC
Permalink
cavolo sarebbe bello poterli leggere anche solo in inglese.
possibile che c'e' solo roba in spagnolo?
nessuno che parli della matematica della biblioteca in inglese o
italiano?
in effetti il quesito di manu me lo ero posto anche io e anche
leggendo il thread non e' che abbia ben capito come sia stato risolto.
una stanza esagonale con una sola porta puo' comunicare solo con
un'altra stanza e poi fine dei giochi...
roberto
2007-02-26 08:10:52 UTC
Permalink
Post by xkp
cavolo sarebbe bello poterli leggere anche solo in inglese.
possibile che c'e' solo roba in spagnolo?
nessuno che parli della matematica della biblioteca in inglese o
italiano?
in effetti il quesito di manu me lo ero posto anche io e anche
leggendo il thread non e' che abbia ben capito come sia stato risolto.
una stanza esagonale con una sola porta puo' comunicare solo con
un'altra stanza e poi fine dei giochi...
ripeto: esistono due versioni del testo, una del '41 e una del '44.
nella prima gli scaffali sono 25 e nella seconda 20.
la traduzione italiana di lucentini chiaramente è stata fatta sulla prima
versione.
e per altro contiene anche un secondo errore, quando dice che l'altezza
degli scaffali non supera quella di una normale "biblioteca". il testo
spagnolo dice "di un normale bibliotecario", il che è molto più ragionevole
visto che un abitante della biblioteca (cioè un bibliotecario) non ha mai
potuto vedere quella che per noi è una "normale" biblioteca. come non ha mai
visto un albero o un animale etc.
--
roberto
xkp
2007-02-26 12:10:16 UTC
Permalink
Post by roberto
Post by xkp
cavolo sarebbe bello poterli leggere anche solo in inglese.
possibile che c'e' solo roba in spagnolo?
nessuno che parli della matematica della biblioteca in inglese o
italiano?
in effetti il quesito di manu me lo ero posto anche io e anche
leggendo il thread non e' che abbia ben capito come sia stato risolto.
una stanza esagonale con una sola porta puo' comunicare solo con
un'altra stanza e poi fine dei giochi...
ripeto: esistono due versioni del testo, una del '41 e una del '44.
nella prima gli scaffali sono 25 e nella seconda 20.
la traduzione italiana di lucentini chiaramente è stata fatta sulla prima
versione.
e per altro contiene anche un secondo errore, quando dice che l'altezza
degli scaffali non supera quella di una normale "biblioteca". il testo
spagnolo dice "di un normale bibliotecario", il che è molto più ragionevole
visto che un abitante della biblioteca (cioè un bibliotecario) non ha mai
potuto vedere quella che per noi è una "normale" biblioteca. come non ha mai
visto un albero o un animale etc.
--
roberto
quindi la prima versione era "matematicamente" toppata?
non e' un problema di traduzione e basta?
roberto
2007-02-26 14:11:49 UTC
Permalink
snip
Post by xkp
quindi la prima versione era "matematicamente" toppata?
non e' un problema di traduzione e basta?
si.
vedi http://www.clarin.com/suplementos/arquitectura/2004/01/19/a-693524.htm

devo inoltre precisare che:
la "biblioteca" non sta nell'aleph, come avevo erroneamente scritto, ma in
finzioni (vi è confluita nel '44. la prima edizione, ne "il giardino dei
sentieri che si bifrocano" è invece del '41).
borges ha corretto il suo errore nell'edizione del 56, e non in quella del
44, come scrive erroneamente eco.

--
roberto
heliogabalus
2007-02-26 14:21:48 UTC
Permalink
Post by xkp
cavolo sarebbe bello poterli leggere anche solo in inglese.
googla un po' e trovi; io avevo preso vari link ma poi li ho cancellati
per mancanza di interlocutori
Post by xkp
nessuno che parli della matematica della biblioteca in inglese o
italiano?
parecchi; ne hanno fatto anche trattazioni complesse

ma gli approcci matematici alla biblioteca di babele, per quanto
sottili, si mostrano grossolani nell'ignorare la premeditata ambiguità
di borges, il quale dice ad esempio che le dimensioni della struttura
sono indefinite ma forse infinite
Mariuccia Ruta
2007-02-28 15:41:59 UTC
Permalink
Su it.cultura.linguistica,
Post by xkp
cavolo sarebbe bello poterli leggere anche solo in inglese.
possibile che c'e' solo roba in spagnolo?
Beh, essendo Borges argentino, ed essendo lo spagnolo la mia seconda
lingua, io ho orientato le mie ricerche su siti in spagnolo.

Prova a impostare anche tu le tue ricerche su siti in inglese, no? :))
Post by xkp
nessuno che parli della matematica della biblioteca in inglese o
italiano?
In inglese, non so; in italiano, la settimana scorsa, incuriosita da
quesito posto da ?manu* avevo trovato qualcosa su Google, partendo da
qui:
http://www.google.it/search?q=La+biblioteca+di+Babele+Borges&hl=it&lr=lang_it&start=0&sa=N
Post by xkp
in effetti il quesito di manu me lo ero posto anche io e anche
leggendo il thread non e' che abbia ben capito come sia stato risolto.
Non credo si sia risolto. E credo che difficilmente si risolverà ;))
Post by xkp
una stanza esagonale con una sola porta puo' comunicare solo con
un'altra stanza e poi fine dei giochi...
Non credo sia cosí semplice.
Enigmatico Borges...:))
--
Ciao,
Mariuccia®
http://www.analitica.com/
http://www.analitica.com/va/vpi/
http://www.analitica.com/va/politica/opinion/default.asp
ADPUF
2007-02-28 22:50:13 UTC
Permalink
Post by xkp
una stanza esagonale con una sola porta puo' comunicare solo
con un'altra stanza e poi fine dei giochi...
Dipende da cosa c'è fra una stanza e l'altra.
--
°¿°
roberto
2007-02-23 19:04:12 UTC
Permalink
Post by roberto
io credo che il traduttore abbia sentito la sostanziale inutilità di
tutto questo immenso edificio e abbia quindi deciso di riportare il
racconto ad una forma più semplice e pura; senonchè, resosi conto che
così veniva una cosa di mezza pagina, ha poi creduto preferibile lasciare
l'originale; non senza però firmare la sua opera con questo errore
enorme, invisibile, e soprattutto inscusabile, quindi deliberato.
E' molto strano. Anche perche' tutti gli altri numeri sono riportati pari
pari. Solo questo e' stato modificato. Ma in maniera conscia in quanto
mette 5 pareti e 25 scaffali dove Borges indica 4 pareti e 20 scaffali.
Dunque mantiene la coerenza dei 5 scaffali per parete!
trovato: esistono due versioni del testo, una del '41 e una del '44.
nella prima gli scaffali sono 25 e nella seconda 20.
la traduzione di lucentini chiaramente è stata fatta sulla prima versione.
lo nota U. Eco in questa pagina:
http://www.golemindispensabile.it/Puntata18/articolo.asp?id=919&num=18&sez=263&tipo=&mpp=&ed=&as=
ma il gigantesco criceto di un Eco non capisce il perchè della modifica:
"Quindi, a parte gli errori del traduttore, dal 1941 al 1944 Borges cambia
idea sul numero di scaffali della biblioteca. Perché? Forse per ragioni
stilistiche, forse per disattenzione, ma soprattutto perché la descrizione
non vuole dirci affatto quanto sia grande la biblioteca."
Post by roberto
ma potrebbe mancare, per dire, la a.
o la j potrebbe essere la "traslitterazione" di una i.
si può ipotizzare che l'alfabeto sia quello ebraico (22 lettere, tutte
consonanti), per semplici motivi sentimentali. il tono del racconto, il
titolo della raccolta (l'aleph), la natura della lingua ebraica come base
della realtà, gli studi e le note di borges sulla cabala, etc.
Interessante. C'e' un modo standard di traslitterare le lettere ebraiche?
Quali sono?
non ho idea. i caratteri sono sicuramente ebraici comunque
perchè l'ho sognato.

--
roberto
Myszka
2007-03-02 12:13:31 UTC
Permalink
Post by roberto
Post by roberto
ma potrebbe mancare, per dire, la a.
o la j potrebbe essere la "traslitterazione" di una i.
si può ipotizzare che l'alfabeto sia quello ebraico (22 lettere, tutte
consonanti), per semplici motivi sentimentali. il tono del racconto, il
titolo della raccolta (l'aleph), la natura della lingua ebraica come base
della realtà, gli studi e le note di borges sulla cabala, etc.
Interessante. C'e' un modo standard di traslitterare le lettere ebraiche?
Quali sono?
non ho idea. i caratteri sono sicuramente ebraici comunque
perchè l'ho sognato.
inoltre esiste una edizione della enciclopedia britannica che lo ribadisce.

o meglio: esiste una copia di una edizione della enciclopedia britannica.

Saluti,
Jorge Larco
roberto
2007-03-02 18:36:54 UTC
Permalink
Post by Myszka
Post by roberto
i caratteri sono sicuramente ebraici comunque
perchè l'ho sognato.
inoltre esiste una edizione della enciclopedia britannica che lo ribadisce.
o meglio: esiste una copia di una edizione della enciclopedia britannica.
questa storia potrebbe non finire.

ho fatto rileggere "la biblioteca" a mio fratello e perversamente gli ho
chiesto di disegnarmela. contavo sulla sua confusione e già sghignazzavo al
pensiero di quando gli avrei rivelato tutta la storia. invece il malnato ha
preso il foglio, ha fatto un esagono, l'ha connesso ad un altro, se li è
guardati per un po' e ha detto: la scala. la scala che sale nel remoto.
scrive borges:

"Il lato libero [dell'esagono ndr] dà su un angusto corridoio che porta a
un'altra galleria, identica alla prima e a tutte. A destra e a sinistra del
corridoio vi sono due gabinetti minuscoli. Uno permette di dormire in piedi;
l'altro di soddisfare le necessità fecali. Di qui passa la scala spirale,
che s'inabissa e s'innalza nel remoto."

ricordi? la biblioteca è costruita su innumerevoli livelli! la scala a
spirale perpendicolare ai corridoi permette quindi di immaginare una
struttura infinita anche con stanze da cinque scaffali ciascuna, accoppiate
come le basi di una catena del dna. dannato fratello!



--

roberto
?manu*
2007-03-03 22:45:41 UTC
Permalink
Post by roberto
ricordi? la biblioteca è costruita su innumerevoli livelli! la scala a
spirale perpendicolare ai corridoi permette quindi di immaginare una
struttura infinita anche con stanze da cinque scaffali ciascuna, accoppiate
come le basi di una catena del dna. dannato fratello!
Sì, certo. Anzi puoi pensare che in ogni piano ci siano infiniti esagoni
collegati a due a due. Se su piani diversi i collegamenti sono diversi
puoi visitare tutte le stanze di piano utilizzando le scale a chiocciola.

Solo che tutto questo non è molto sensato...

E.

Continua a leggere su narkive:
Loading...