Post by Davide PioggiaPost by WolfgangÈ uno dei principali vantaggi dell'alfabeto IPA che a un unico
suono corrisponde sempre un unico carattere, mai un digramma...
A parte la faccenda delle affricate, che tecnicamente sono
costituite da un unico carattere, però quel carattere è un
po' "alla cinese", essendo ottenibile come composizione
di altri due caratteri, che - guarda caso - corrispondono
proprio alla occlusiva e la fricativa che "compongono" la
affricata.
Per te un'affricata è una consonante unica? Per me no.
Post by Davide PioggiaQuesto sembra quasi un escamotage, poiché in fondo anche i
<sch>, metterlo su un unico tasto e assegnargli un unico
codice, per poi affermare che quello non è un trigramma,
ma un unico carattere corrispondente ad un unico suono.
Non c'è bisogno di inventare tedeschi ipotetici, visto che ci sono
gli spagnoli realmente esistenti, per i quali i digrammi <ch> e
<ll> sono «letra» uniche. Si legge infatti sul Diccionario de la
RAE alla voce CH: «Digrafo considerado cuarta letra del abecedario
español.» E alla voce LL non si parla nemmeno di «digrafo», bensí
si dice nettamente: «Decimocuarta letra del abecedario español.»
Mi piacerebbe se la differenza delle definizioni tenesse conto
del fatto che <ch> rappresenti un'affricata e <ll> invece una
consonante semplice. Ma piú verosimilmente questa differenza
è solo dovuta agli stili diversi di due collaboratori che
vicendevolmente non prendevano atto uno del lavoro dell'altro. :)
Post by Davide PioggiaDunque se vogliamo dire che quello dell'IPA non è un banale
escamotage formale come quello che ho appena prospettato,
dobbiamo ammettere che in un certo senso una affricata è
una consonante "doppia", così come in un certo senso i
corrispondenti caratteri IPA sono "doppi".
Forse meglio dirli «binari», giacché per molti l'aggettivo
«doppio» vuol dire «composto da due parti identiche».
Post by Davide PioggiaHo notato che è una delle cose che crea maggiori esitazioni
in chi si accosta all'IPA per la prima volta.
Quando io, da piccolo, vidi la prima volta una <z> trascritta
con due lettere, cioè con [ts] ([dz] non esiste in tedesco), non
volli crederci. Ma grazie a questa trascrizione mi resi la prima
volta conto della vera natura del suono rappresentato dalla <z>.
Post by Davide PioggiaInfatti si può avere l'impressione che dopo aver investito
grandi energie per realizzare un alfabeto i cui caratteri
siano in corrispondenza biunivoca con i suoni, si sia persa
subito la bussola, facendo delle eccezioni al principio
fondamentale.
Alla lunga vince sempre l'abitudine.
Ciao, Wolfgang